Vicenda Lsu, il sindaco di Pozzuoli: “Legge finanziaria miope, abbiamo chiesto di correggere l’emendamento. Certezze per i comuni e per i lavoratori”
Il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia ha rotto il silenzio nella giornata di ieri, lunedì 27 gennaio, sulla vicenda degli Lsu, i lavoratori socialmente utili che da giorni fanno pressing a Pozzuoli per una prospettiva di stabilizzazione presso il Comune di Pozzuoli, alla luce di un’opzione offerta in tal senso a livello nazionale, per la quale, però, è d’obbligo che il Comune avanzi richiesta entro pochi giorni, con scadenza fino al 31 gennaio.
Queste le parole del sindaco, che pubblichiamo integralmente: “Riconoscere diritti e dignità a tutti i lavoratori è un dovere per le pubbliche amministrazioni. Ma dobbiamo essere sinceri, senza fare inutili populismi. La scelta del legislatore della Finanziaria 2020, relativamente all’emendamento inserito all’ultimo momento, evidentemente senza adeguata istruttoria, relativo alla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utile, è miope per tre ordini di motivi”
1) Indica che sia prevista solo per l’anno 2020 la deroga alle norme che impongono rigidi limiti alla spesa del personale e relativi alla dotazione organica, al piano di fabbisogno del personale ed ai vincoli assunzionali, lasciando invariati tutti i limiti ed i vincoli a partire dall’esercizio 2021, come se da quel momento gli enti locali potessero sparire!
2) Prevede in forma generica un finanziamento tra i 50 e i 60 milioni di euro, senza dare alcuna certezza agli enti locali sulla percentuale di copertura dei nuovi costi. Di più, la miopia della norma diviene cecità quando si impone agli enti locali di inviare una richiesta di stabilizzazione, evidentemente vincolante, entro il 31 gennaio, prevedendo al 31 marzo il decreto che assegnerà i fondi. È come dire di andare a fare la spesa o a comprare una casa senza sapere quanti soldi si ha nel portafoglio o senza sapere l’entità del mutuo. Entro il 31 gennaio, inoltre, dovrebbe essere pubblicizzato il modulo della richiesta – necessario anche solo per capire le modalità attraverso le quali i comuni si impegnano ai fini della stabilizzazione -. Ma ad oggi non esiste neanche una bozza! Come se gli enti locali, in poche ore, potessero programmare la spesa relativa al personale per i prossimi dieci anni (e questa corrisponde al 50% delle entrate correnti dell’ente).
3) Chi ha inserito l’emendamento non conosce tutte le norme che vincolano la spesa del personale degli enti locali. Tra le norme in deroga non vi sono infatti i principi espressi nel decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, che individua le fasce demografiche ed i relativi valori-soglia del rapporto della spesa del personale rispetto alle entrate correnti, né tanto meno i principi che regolano i parametri di deficitarietà strutturale degli enti locali”.
“Questo significa – aggiunge il primo cittadino – che se, in tale situazione, venissero applicati questi principi, di fatto, il Comune di Pozzuoli sarebbe nell’impossibilità di stabilizzare i lavoratori socialmente utili, salvo essere costretto a ridurre entro il 2025 di oltre 7.500.000 euro la spesa del personale. Ed inoltre se venissero applicati questi principi, di fatto, il Comune tornerebbe ad essere strutturalmente deficitario con effetti devastanti sull’organizzazione dell’ente e sui tempi dei procedimenti. Questo significherebbe, in termini pratici, un aumento esponenziale dei costi dei tributi da parte dei cittadini, per far fronte al sicuro deficit. Questa Amministrazione non è abituata ad improvvisare né a fare correre rischi alle finanze dell’ente, sostenute dai soldi di tutti i cittadini di Pozzuoli. Abbiamo chiesto al Governo di correggere l’emendamento manifestando seriamente la volontà di aiutare gli enti locali a stabilizzare i lavoratori socialmente utili e non in maniera farlocca; che le deroghe alle normative siano estese almeno sino al 2025, in modo da consentire agli enti locali di ammortizzare gli effetti devastanti delle stabilizzazioni sulle norme vigenti in almeno cinque anni. Questa Amministrazione ha chiesto di sapere con assoluta certezza, prima della richiesta vincolante, l’entità del contributo statale finalizzato alle stabilizzazioni da assegnare al comune di Pozzuoli, di sapere inoltre, con assoluta certezza, per quanti anni questo contributo sarà erogato al Comune di Pozzuoli.
Questa Amministrazione ha chiesto di sapere cosa ne sarà dei fondi regionali oggi destinati a garantire l’importo minimo di 600 euro a questi lavoratori e che le stabilizzazioni siano previste in deroga a qualsiasi normativa sul personale in modo che la scelta di stabilizzare o meno non incida sulle politiche del personale dell’ente locale. Non vogliamo chiacchiere – conclude il primo cittadino di Pozzuoli -, non vogliamo proclami illusori. Vogliamo certezze per tutti!”
LA REPLICA DELLE OPPOSIZIONI – “Anche sulla delicata questione della stabilizzazione degli LSU il Sindaco Figliolia non si smentisce, mostrandosi arrogante ed ipocrita come spesso accade”. Parole dure sostenute dai consiglieri di opposizione Antonio Caso e Domenico Critelli del M5S e Raffaele Postiglione di “Pozzuoli ORA”, che sono tra promotori di un ordine del giorno finalizzato alla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili puteolani.
Secondo Postiglione: Il primo cittadino attacca a testa bassa il governo, che ricordo essere anche il suo governo, e l’emendamento alla Legge di Bilancio 2020, votato anche dal suo PD, per nascondere la sua scarsa volontà di procedere alle assunzioni. Il disegno della maggioranza Figliolia è noto a tutti ed è chiaramente espresso nei documenti di programmazione: non assumere più operatori e collaboratori di “bassa” categoria (A e B) ed attuare l’esternalizzazione selvaggia di lavori e servizi, a favore dei privati. Il risparmio del loro disegno è tutto da dimostrare ma gli effetti devastanti sulla qualità del lavoro che si andrà generando sono certi: precarietà e macelleria sociale”.
I consiglieri del M5Stelle Caso e Critelli, aggiungono: “Figliolia farebbe bene a non strumentalizzare e a mostrare spirito collaborativo, in ballo c’è la vita di circa 200 famiglie. È da un anno che seguiamo la questione insieme al consigliere regionale Gennaro Saiello e la senatrice Silvana Giannuzzi. L’emendamento presentato potrà anche comportare delle sfide sul piano applicativo, ma grazie ad esso finalmente viene affrontata seriamente la tematica con la volontà politica di porre fine alla precarietà, più che ventennale, di questi lavoratori. E comunque i nostri parlamentari sono al lavoro per fugare ogni dubbio e superare eventuali “criticità. Porsi in scia con il nostro spirito costruttivo sarebbe l’atteggiamento più giusto. Perché un esito positivo sarebbe una vittoria di tutti”.