Da increduli a spaventati, da consapevoli a coraggiosi. Sopraffatti dalle emozioni, cerchiamo di convivere con una condizione che non abbiamo scelto, ma che dobbiamo imparare a gestire. In pochi giorni, le nostre abitudini sono cambiate: un’emergenza sanitaria globale ci impone restrizioni e divieti. Il mondo da una finestra, dai social, dal racconto dei media. È quasi inevitabile lo stress.
I CONSIGLI DELL’OMS – È l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ad indicarci il corretto comportamento per fronteggiare lo “stress da coronavirus”. Poche e semplici indicazioni per vivere, nel miglior modo possibile, questo “isolamento forzato”.
- – È normale sentirsi tristi, stressati, confusi o spaventati durante una crisi. Parlare con persone di cui ti fidi ti può aiutare. Contatta gli amici e la famiglia.
- – Se devi rimanere a casa, mantieni uno stile di vita sano – dieta corretta, sonno, esercizio fisico – e i contatti sociali con i tuoi cari e i tuoi amici via e-mail e telefono.
- – Non fumare, non bere alcolici o peggio ancora non usare droghe per affrontare le tue emozioni.
- – Se ti senti sopraffatto dall’angoscia, parla con un operatore sanitario o con un consulente.
- – Raccogli le informazioni che ti possano aiutare a determinare con precisione il rischio in modo da poter prendere precauzioni ragionevoli.
- – Trova una fonte scientifica attendibile come il sito web dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) o una istituzione governativa del tuo paese.
- – Cerca di limitare la preoccupazione e l’agitazione riducendo il tempo che tu e la tua famiglia trascorrete guardando o ascoltando i media che percepisci come sconvolgenti. – Ricorda come in passato hai affrontato le avversità della vita per gestire le tue emozioni durante il momento difficile di questa emergenza.
MA CHE COS’È LO STRESS? – Insonnia, mal di testa, tensione muscolare, tachicardia, nervosismo, sono alcuni dei sintomi da “stress” (dall’ inglese “sforzo, tensione”). Riconosciuto dall’OMS come “male del secolo”, ne soffre l’85% degli italiani. Lo stress è una “condizione aspecifica in cui si trova l’organismo quando deve adattarsi alle esigenze imposte dall’ambiente”, lo sostiene uno dei primi studiosi di questa sindrome, l’endocrinologo austriaco Hans Selye (1907-1982) che, nel 1974, ha coniato il termine “eustress”, ossia stress buono, bello: “contrariamente a quanto si possa pensare, noi non dobbiamo e non possiamo evitare lo stress, ma possiamo andargli incontro in modo efficace traendone vantaggio, imparando di più dai suoi meccanismi, e adattando a esso la nostra filosofia dell’esistenza”.
LA RISPOSTA DEGLI ITALIANI: I FLASH MOB – E di stress buono è affetto gran parte degli italiani, quelli che non scappano, quelli che nonostante le difficoltà economiche e la solitudine non si scoraggiano: gli striscioni colorati alle finestre, lasciati all’ingresso degli ospedali, i lunghi applausi, i cori intonati dai balconi, sono una risposta ottimista e confortante ad una condizione nuova che ci mette difronte ad una sfida, per noi senza precedenti, che possiamo vincere tutti insieme. Chi resta a casa vive, indubbiamente, una condizione di disagio. Ma è uno sforzo che può e che deve fare. È questo il prezioso contributo che siamo chiamati a dare per salvaguardare noi stessi e gli altri. E soprattutto, per non vanificare lo sforzo immane che, malgrado le gravissime criticità del nostro SSN (Sistema Sanitario Nazionale), gli operatori sanitari stanno compiendo specialmente durante queste difficili settimane.
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A cura di Vania Cuomo