“Dalla prossima settimana impiegheremo i primi trenta cittadini che percepiscono il reddito di cittadinanza in servizi di pubblica utilità presso il Comune di Bacoli” – ha comunicato il sindaco Josi Della Ragione. “Dal giardinaggio alla manutenzione ordinaria della città. Altri ne arriveranno a metà settembre, in tutto ne saranno più di duecento. Così gli permetteremo – dichiara il primo cittadino – di dare una mano alla città, dando dignità, attraverso il lavoro per la comunità, al sostegno ricevuto.”
COSA PREVEDE LA LEGGE – L’obbligo di lavoro è per 8 ore alla settimana, come previsto da normativa nazionale, a compensazione di quanto percepito mensilmente dallo Stato. La misura era entrata in vigore l’8 gennaio 2020, ed imponeva ai beneficiari del sussidio di offrire, nell’ambito del Patto per il lavoro e del Patto per l’inclusione sociale, la propria disponibilità per la partecipazione a progetti, utili alla collettività, da svolgere nel comune di residenza, ma era stato sospesa, in considerazione dell’emergenza Covid. Spetta ai singoli Comuni la discrezionalità di impiegare i beneficiari del reddito, ma solo pochi Enti, prima della sospensione, avevano avviato le procedure burocratiche per impiegare i percettori del reddito di cittadinanza per lavori di pubblica utilità. Tra questi l’amministrazione del Comune di Bacoli, favorevole all’utilizzo di nuove risorse umane da destinare alle attività del Comune, senza intaccare il bilancio comunale in un momento di oggettiva difficoltà di bilanci.
La legge precisa, inoltre, che “i Puc (progetti di pubblica utilità) non rappresentano un rapporto di lavoro e pertanto i lavori di pubblica utilità non sono da considerarsi prestazioni di lavoro autonomo, subordinato o parasubordinato”. Le attività – non retribuite – non devono coinvolgere i beneficiari del reddito di cittadinanza in lavori o opere pubbliche e non devono superare le 8 ore settimanali, che possono essere espletate in un solo o più giorni della settimana e il beneficiario ha l’obbligo di completare le ore previste nel mese. La mancata accettazione da parte di uno dei componenti del nucleo familiare determina la decadenza del reddito.