Lo sgombero dell‘ex convitto “Monachelle” di Pozzuoli cominciato nella giornata di ieri 27 agosto a seguito di ordinanza del Comune di Pozzuoli, ha suscitato reazioni e polemiche. In particolare, per gli effetti immediati sui senza fissa dimora, alcuni dei quali, secondo le foto diffuse in rete, hanno passato la scorsa notte in strada nei giardinetti pubblici adiacenti la stazione Eav della linea Cumana ad Arco Felice. Sotto accusa sono soprattutto le strutture dei servizi sociali dei Comuni di Pozzuoli, che ha coordinato lo sgombero, e di Napoli, che è proprietario del bene pubblico abbandonato da decenni, sebbene ricadente su territorio puteolano.
LE ACCUSE – Secondo il “comitato ex Monachelle”, che negli anni scorsi si è proposto come comunità di gestione del bene, si è trattato di “un vile atto di forza messo in campo da parte di rappresentanti istituzionali e apparati pubblici, coordinati dal comune di Pozzuoli attraverso la polizia municipale locale” (…) “con la scusa pretestuosa d’ipotesi di reato (spaccio di droga, infortuni domestici)“. Per il comitato l’impiego di forze dell’ordine e di agenti della municipale sarebbe stato del tutto sproporzionato mentre “alcuni funzionari dei 2 comuni impegnati nell’operazione, in particolare dei servizi sociali di Pozzuoli, sono apparsi ridicoli, non si sono assicurati dello stato di salute sia fisica sia mentale degli occupanti e non hanno contattato almeno la Caritas per assicurare loro un pasto e un giaciglio per la notte.”
Per il consigliere comunale Raffaele Postiglione, del gruppo “Pozzuoli Ora”, “non è possibile e non è accettabile in un Paese che si professa civile, in una Comunità che si dice accogliente, assistere ad immagini come quelle dei senza fissa dimora in strada durante la notte. Anche il consigliere comunale di opposizione definisce quanto accaduto “una situazione assurda, uno sgombero che ha visto uno spiegamento di forze incredibile, a tratti ingiustificato, ma che non ha tenuto conto delle persone. E aggiunge: da due mesi abbiamo invitato l’amministrazione alla massima attenzione alle fragilità e ai disagi.”
LE REPLICHE – Da parte del Comune di Pozzuoli, nella giornata di ieri l’ufficio stampa aveva diffuso le dichiarazioni del comandante della polizia municipale di Pozzuoli Silvia Mignone secondo cui “quando siamo intervenuti non c’era nessun occupante, ma abbiamo trovato una situazione igienico-sanitaria a dir poco drammatica, con abiti, suppellettili e cibo accumulati assieme ad escrementi umani”, mentre il Sindaco Vincenzo Figliolia definisce la polemica strumentale. “Strano che nessuno abbia alzato la voce per dire in che circostanza di pericolo e di alcuna igiene vivessero delle persone all’interno delle Monachelle – ha dichiarato il primo cittadino. “Abbiamo trovato cumuli di immondizia. Questo era dignitoso? Era sicuro? In un edificio pericolante, al cui interno sono state rinvenute diverse persone senza vita. Una struttura fatiscente trasformata in altro per necessità.” In merito alla situazione delle persone senza fissa dimora, il sindaco ribadisce la versione del comando municipale: “All’arrivo delle forze dell’ordine, e già dai giorni precedenti, non abbiamo trovato più nessun abitante senza fissa dimora in questi spazi delle Monachelle. Oggi circolano foto di persone che dormono nelle aiuole, che potrebbero non essere le stesse che erano lì dentro. Ad ogni modo i nostri Servizi sociali e la Croce Rossa hanno già attivato, nei limiti delle loro possibilità, tutta la rete di identificazione ed aiuti.” Dura, infine, la risposta al presidente della decima municipalità di Napoli (Bagnoli – Fuorgirotta) Diego Civitillo, intervenuto sulla questione: “Mi fa sorridere la lettera ricevuta dalla Decima Municipalità di Napoli in cui mi viene chiesto di allestire tende della Protezione civile per ospitare i senzatetto, neanche fossimo in un’emergenza post terremoto. Mi fa sorridere che soltanto oggi si siano resi conto di cosa sia diventato un edificio dimenticato dal Comune di Napoli: un ricettacolo di spazzatura e un pericolo per quanti quell’area la vivono quotidianamente”.
A prescindere dalle motivazioni dello sgombero, dettate da necessità di sicurezza e igiene pubblica, e dal dibattito sulla possibile riqualificazione della struttura e del litorale, l’auspicio è che l’intervento sociale a sostegno dei bisogni primari delle persone coinvolte possa avvenire subito e senza nessuna strumentalizzazione di carattere politico o mediatico.