Preannunciato con un post nei giorni scorsi, anticipato con la diretta social del venerdì dal Presidente De Luca e confermato dal Ministro della Salute, Roberto Speranza: da lunedì 8 marzo la Campania, per la seconda volta, è in zona rossa per il fortissimo incremento del numero dei positivi: “da oltre una settimana registriamo circa 2500 nuovi positivi al giorno. La capacità di contagio che hanno le varianti, in particolare quella inglese, è estremamente aggressiva. Con una caratteristica in più: che tocca la popolazione più giovane”, spiega De Luca. In particolare, nell’ultima settimana (dal 22/02 al 28/02) e soltanto nella Città di Napoli, l’incremento dei casi COVID-19 è stato del 49%. Il dato emerge dal report del comune di Napoli e dell’Unità di Statistica Medica, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.
Zona Rossa, che cosa si può e che cosa non si può fare – Con il nuovo DPCM, il primo a firma Mario Draghi neopresidente del Consiglio, la zona rossa prevede conferme e nuove misure per il contrasto e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid19.
Spostamenti: vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai Comuni e anche all’interno degli stessi, salvo per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o di salute. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
Scuola: sospese tutte le attività didattiche, che si svolgono esclusivamente in DAD, ovvero con modalità a distanza. Resta la possibilità di effettuare alcune attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per alunne e alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.
Attività commerciali: chiuse tutte le attività commerciali, compresi i servizi alla persona (barbieri e parrucchieri). Restano aperti i negozi di generi alimentari e di prima necessità, edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie.
Bar e ristoranti: chiusi bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie. Restano escluse le mense e il catering. Consentita, senza limiti di orario, la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri ospiti. È sempre consentita la ristorazione e la vendita di bevande con consegna a domicilio e l’asporto fino alle ore 22, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.
Attività fisica: consentita in forma individuale, ma solo nei pressi della propria abitazione e nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di mascherina. Chiuse palestre, piscine e impianti sciistici.
Musei, mostre e biblioteche: è sospeso l’accesso a mostre, musei e altri istituti o luoghi di cultura. Fanno eccezione le biblioteche, dove si può andare su prenotazione. Sospesi anche tutti gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, club e in altri locali o spazi anche all’aperto.
L’ obbligo della mascherina e distanziamento sociale, l’igiene delle mani e il divieto di assembramento, sono gli imperativi della “nuova normalità” con cui conviviamo da circa un anno.
Terza Ondata: l’incremento del 33% dei nuovi casi, i numeri in crescita sul fronte di ospedali e terapie intensive e la vertiginosa accelerazione delle varianti del virus, registrati nella settimana dal 24 febbraio al 2 marzo, segnano l’inizio della terza ondata. È quanto emerge dal monitoraggio settimanale della Fondazione GIMBE” con la situazione epidemiologica in rapida evoluzione, la diffusione attuale è sicuramente maggiore ed è pertanto fondamentale essere realmente tempestivi nell’istituzione delle zone rosse a livello comunale e provinciale” commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE.
A cura di Vania Cuomo