In occasione delle elezioni comunali del prossimo 12 giugno, la redazione de “L’Iniziativa – Voce flegrea” ha posto ai 5 candidati alla carica di sindaco del Comune di Pozzuoli 5 precise domande legate al tema della cultura e delle opportunità di lavoro che ne possono scaturire, al fine di far emergere un confronto su tali specifici aspetti contenuti nei rispettivi programmi. Si tratta di questioni che la nostra associazione ha seguito nel corso degli anni, che riteniamo fondamentali per caratterizzare e qualificare l’azione amministrativa della prossima giunta.
I candidati hanno ricevuto le domande sulle caselle mail ufficiali dei rispettivi comitati e in posta messanger delle pagine fb. Hanno avuto uguale spazio a disposizione e un tempo 8 giorni per inviare le risposte. Pubblichiamo, invitando a una lettura ragionata, quelle ricevute da Raffaele Postiglione (sostenuto dalle liste “Pozzuoli Ora”, “Potere al Popolo” e “Pozzuoli in Comune”), Luigi Manzoni (sostenuto dalle liste “Pozzuoli democratica”, “Progressisti democratici”, “Pozzuoli libera”, “Europa verde”, “Spazio flegreo”, “Partito socialista”, “Noi con l’Italia”, “Noi di centro”), e da Antonio Caso (sostenuto dal Movimento 5 Stelle).
Restiamo a disposizione, per integrare l’articolo con le risposte che dovessero giungere dagli altri due candidati, Paolo Ismeno (sostenuto da “Insieme”, “Democrazia e Libertà”, “Progetto in Comune”, “Davvero Pozzuoli”, “Figliolia per la città”, “Sinistra italiana”, “Moderati per Pozzuoli”, “Iniziativa democratica”) e Paolo Guerriero (sostenuto da “Fratelli di Italia”).
1. Redazione: Tra gli immobili comunali del Rione Terra, ce ne sono alcuni per i quali è stata esclusa – negli atti di indirizzo vigenti – la funzione turistico-alberghiera: Palazzo Migliaresi, Palazzo De Fraja e i lotti n. 22, 23 e 25, che affacciano su piazzetta 2 Marzo. Quali concrete destinazioni d’uso pensate per questi spazi?
RAFFAELE POSTIGLIONE – È dal 2012, con la nostra partecipazione al Comitato Ncopp a Terra, che sosteniamo la necessità di rivedere le destinazioni d’uso degli immobili presenti al Rione Terra. La sola destinazione turistico-alberghiera non è la scelta giusta. In questa non c’è spazio per la valorizzazione culturale dell’Antica Rocca. Abbiamo contrastato con forza la visione autoreferenziale e non più attuale di una classe politica che da trenta anni vede quella rocca come una semplice opportunità economica, tant’è vero che, insieme ad Appello per il Rione Terra, abbiamo interessato i livelli nazionali e lo stesso Ministero. Riteniamo che per riportare alla vita Rione Terra, rendendolo più attrattivo e fruibile, vada previsto un ‘mixitè’ di funzioni, culturali, commerciali, turistiche e sociali con una governance pubblica che dia spazio anche alle realtà locali, alla ricerca con il coinvolgimento di Istituzioni culturali e alla innovazione tecnologica.
LUIGI MANZONI – Pensiamo che questi volumi siano particolarmente adatti a esser utilizzati per posizionarvi spazi espositivi di opere di arte contemporanea, per performance di giovani artisti, per creare spazi di confronto e di studio dei nostri giovani studiosi oppure provenienti da altri contesti. Inoltre il comune di Pozzuoli dovrà lavorare per l’istituzione e una stabile collocazione di un Museo digitale del Bradisismo, dotato di tecnologie multimediali che attraverso la visione interattiva di video, immagini, documenti, ricerche scientifiche consenta ai visitatori di compiere una visita virtuale che permetta la conoscenza del fenomeno naturale e le modalità sociali, economiche, culturali e scientifiche mediante cui la nostra comunità ha vissuto e percepito il fenomeno Bradisismo, unicità puteolana. Decideremo questo con un pieno confronto con tutti i puteolani.
ANTONIO CASO – Così come indicato nel nostro programma elettorale, vogliamo portare questi immobili, insieme ai“beni minori” rientranti nelle competenze comunali, sotto la competenza di un’apposita Fondazione Culturale che si occupi della loro gestione, valorizzazione e promozione e che curi anche l’attività di marketing territoriale. Un istituto che possa coinvolgere il Comune, gli altri Enti, le associazioni locali, gli imprenditori, le realtà culturali ed i cittadini, con l’obiettivo di promuovere la collaborazione, elevare l’attrattività dei luoghi con iniziative culturali di alto livello. Vogliamo quindi non vincolare le destinazioni d’uso, ma farle nascere come proposta partecipata. Ovviamente immaginiamo che tra le possibili destinazioni possano esserci quelle di spazi espositivi per mostre temporanee o permanenti, per eventi culturali di livello internazionale, per il co-working e/o incubatori di imprese tecnologico-culturali (vedi esempio Città della Scienza), ma anche spazi per la formazione e la ricerca nell’ambito della valorizzazione culturale e apposite istituzioni di settore.
2. Redazione: Che valutazione date sull’attuale modello di gestione del percorso archeologico sotterraneo del Rione Terra e a quali azioni pensate per metterlo in rete con le visite culturali al Tempio/Duomo?
RAFFAELE POSTIGLIONE – Il Percorso resta una realtà per lo più sconosciuta ai maggiori flussi turistici nazionali e internazionali e sono quindi i risultati ad evidenziare quanto sia fallimentare questo modello di gestione. Negli anni abbiamo peraltro sottolineato più volte quanto le procedure utilizzate siano state caratterizzate da tante zone d’ombra. La Fondazione di Partecipazione, con una forte guida pubblica e un tavolo di condivisione dove oltre agli operatori può partecipare la città tutta, farebbe cadere questa compartimentazione e eviterebbe che i singoli operatori gestiscano autonomamente e per i soli propri interessi un bene pubblico di tale valore. Quanto all’integrazione tra il Percorso e il Tempio/Duomo, anche per questo abbiamo più volte avanzato la proposta di un protocollo che rafforzerebbe quello che è già previsto da norme nazionali. La nostra priorità è che le ricchezze del Rione Terra generino occasioni diffuse e possano essere possibilità di iniziativa soprattutto per le giovani generazioni.
LUIGI MANZONI – E’ stato un primo momento attraverso cui è stato possibile rendere aperti alla fruizione quegli spazi. Ma, così come indicato nel nostro programma “i beni materiali contenuti nell’intero Rione Terra sono elementi dell’identità culturale e territoriale della comunità flegrea, elementi che in una misura esponenziale testimoniano della dinamica originata dal rapporto tra ogni singolo individuo e la società, tra gli uomini e le donne e le pratiche economiche, culturali, religiose in cui essi si sono mossi e hanno vissuto.” Utilizzando questi beni si costituirà allora la Fondazione di Partecipazione Rione Terra, sarà quindi all’interno delle politiche strategiche della nuova Fondazione, che saranno messe in campo le azioni necessarie perché questi nostri beni possano concorrere alla nascita di un nuovo rapporto tra la nostra comunità e la contemporaneità culturale, identitaria ed economica.
ANTONIO CASO – Non abbiamo mai nascosto, in questi 5 anni, che il modello utilizzato per la gestione del percorso archeologico sotterraneo del Rione Terra non è ottimale. Non spinge verso la sua reale promozione e valorizzazione. Nella nostra visione, anche tale percorso rientra nelle competenze della suddetta Fondazione Culturale e, di fatto, deve essere messo in rete con le restanti attrazioni archeologico-culturali. Ovviamente, in primis, per vicinanza e continuità, soprattutto con la gestione di Puteoli Sacra del Tempio/Duomo. Ad oggi, a parte un invito ai turisti a visitare l’uno e l’altro sito da parte dei rispettivi gestori, non esiste una reale collaborazione. Ovviamente la via più semplice è la creazione di ticket unici cumulativi, ma non solo tra percorso sotterraneo e Tempio/Duomo, ma tra tutte le realtà. Proprio per questo vogliamo che i vari Enti e realtà associative possano collaborare sotto un unico “cappello”, con il fine di mettere insieme forze ed iniziative per la creazione del “brand” Pozzuoli e Campi Flegrei.
3. Redazione: Il polo culturale del Complesso Toledo, unito all’area spettacoli di Villa Avellino, oggi è valorizzato solo in parte. Come pensate di accelerare i tempi per la totale fruizione? E per farne cosa?
RAFFAELE POSTIGLIONE – Il Polo Culturale rappresenta uno dei fallimenti della gestione dei finanziamenti PIU Europa. Oltre 5 milioni di euro per un’opera incompiuta, che vive una condizione di sottoutilizzo incredibile. Il complesso Toledo deve essere il centro delle politiche culturali e della rete di luoghi di produzione culturale che intendiamo sviluppare su tutto il territorio. Deve mantenere la sua natura di bene pubblico e bene comune dove si possano dedicare spazi allo studio, alle mostre, ma anche alla formazione e alla socialità. L’area spettacoli di Villa Avellino è tra quegli spazi interessati nuovamente da lavori e sottratto alla città da anni. L’area è una grandissima occasione per eventi culturali, ma questo non può assolutamente determinare la sottrazione del belvedere e del piazzale alla libera fruizione. Da qualche mese è comparso un cancello che prima non c’era, presagio dell’ennesima “privatizzazione”. Toglieremo quel cancello e faremo di quello spazio il fiore all’occhiello delle occasioni culturali in centro città.
LUIGI MANZONI – Vanno indubbiamente accelerate tutte le procedure di carattere burocratico-amministrativo, quindi le opere di recupero e restauro architettonico-edilizio che quel bene, nella sua interezza, sta ricevendo. Per confermarvi le funzioni già presenti, per ampliarle alla fruizione dei nostri concittadini, ma anche per prevedere, anche in quel luogo, possibili ulteriori spazi che diano la possibilità di esposizioni e di performance artistiche, unitamente a manifestazioni legate alle arti performative, cioè alle forme artistiche in cui l’opera consisterà nell’esecuzione di un insieme di azioni da parte dell’artista di fronte ad un pubblico quali spettacoli teatrali, di danza e di musica. Inoltre, rassegne cinematografiche saranno previste in quel luogo.
ANTONIO CASO – Nonostante le ingenti cifre investite per riqualificare il Complesso Toledo e l’area spettacoli di Villa Avellino, sono necessari e previsti ulteriori lavori indispensabili per la loro reale fruizione. Va inoltre chiarita la proprietà di parte di Passaggio Toledo che vede interrotto al momento il suo intero percorso. Le destinazioni sono abbastanza naturali, il suddetto percorso si presta facilmente a mostre temporanee, così come ovviamente l’area spettacoli di Villa Avellino è sede naturale di un teatro e/o cinema all’aperto con i relativi spazi già esistenti da adibire a camerini e servizi. Nella nostra visione questi rientrano nella gestione della suddetta Fondazione Culturale, che potrà poi delegare a realtà locali e non affinché vi sia però una parola d’ordine chiara: qualità. Vogliamo che Pozzuoli diventi città europea, con eventi e performance di rilievo internazionale.
4. Redazione: Avete pensato di affidare siti archeologici e naturalistici che sono nella disponibilità del Comune? A quali soggetti e con quali modalità?
RAFFAELE POSTIGLIONE – Da sempre ci battiamo affinché i beni di interesse archeologico e naturalistico siano resi fruibili attraverso il ricorso a cooperative di giovani con lo scopo di valorizzarli e creare occupazione. Per ciò che concerne la modalità non può che essere quella delle procedure di selezione pubbliche e aperte che premino le idee migliori e le più alte competenze. Il Comune deve farsi carico di stimolare procedure simili anche presso gli altri enti presenti sul nostro territorio, Parco Archeologico e Parco Regionale in primis, con i quali non è più rinviabile l’istituzione di un tavolo permanente di coordinamento che riguardi la pianificazione e la programmazione per le quali va fatto uno sforzo affinché siano integrate.
LUIGI MANZONI – Così come dal nostro programma “Particolare cura il prossimo governo cittadino porrà nel cercare l’apertura e la possibilità fruitiva di ogni singolo bene culturale, archeologico-architettonico e paesaggistico del nostro territorio, mediante ogni tipo di collaborazione e/o di accordo con gli enti preposti, con associazioni, con cooperative di giovani, con privati a vario titolo. Va assolutamente invertito il fenomeno di emigrazione che vede i nostri giovani e le migliori competenze del nostro territorio andare via alla ricerca di opportunità di lavoro, e questo settore economico-culturale, il suo sviluppo, potrà essere funzionale soprattutto a questo.”
ANTONIO CASO – Come accennato precedentemente, intendiamo creare una Fondazione Culturale che coinvolga sotto lo stesso cappello il Comune, gli altri Enti, le associazioni locali, gli imprenditori, le realtà culturali ed i cittadini. I vari siti archeologici e naturalistici di competenza comunale rientrerebbero quindi sotto questo cappello. Ovviamente non si immagina la gestione diretta da parte della Fondazione, ma questa individuerebbe i giusti modelli per le singole realtà oltre a fare da collante. Un esempio che si potrebbe adottare è quello già in sperimentazione con il Macellum e la Piscina Mirabilis. Nella nostra idea però la differenza sarebbe soprattutto che tali esperienze non sarebbero isolate, ma inserite nella rete della Fondazione, sia a livello organizzativo che di marketing.
5. Redazione: E’ possibile individuare spazi comunali per aree di co-working? Quali?
RAFFAELE POSTIGLIONE – Abbiamo un patrimonio pubblico importante. Nonostante anni di politiche di alienazioni che hanno portato alla nascita di discount lì dove c’era una scuola. Il patrimonio pubblico lo abbiamo inserito, insieme ai siti di interesse archeologico e a quelli di interesse naturalistico, tra le risorse su cui puntare per creare occasioni occupazionali. Soprattutto nel quartiere di Monterusciello abbiamo numerosi immobili che vanno assolutamente tolti dal piano di alienazione. Gli spazi di co-working sono certamente delle opportunità da considerare che giocano un ruolo importante per i lavoratori e per i giovani professionisti, ma allo stesso tempo hanno un impatto non indifferente sul contesto nel quale vengono insediati.
LUIGI MANZONI – Ci sembra imprescindibile coniugare la vocazione culturale del Rione Terra con l’obiettivo di incentivare la produttività del territorio e la valorizzazione del nostro capitale umano. Crediamo, quindi, che proprio in quel luogo possano nascere degli spazi di co-working, che rispondano a diverse esigenze: innanzitutto attrarre imprese giovani e start up innovative soprattutto nei settori del turismo e della promozione delle produzioni locali, abbassando i costi di gestione, attraverso la condivisione degli spazi di attività, in secondo luogo riportare il Rione Terra ad una condizione dinamica a forte vocazione culturale e turistica, che possa renderlo un luogo vivo e produttivo, accanto alla sua naturale funzione espositiva e culturale.
ANTONIO CASO – Già da tempo lavoriamo a proposte per la creazione di biblioteche/aule studio e spazi di co-working sul nostro territorio. Per noi è soprattutto un’iniziativa che, nell’immediato, può iniziare a dare vita alle periferie. Tra le strutture inutilizzate del patrimonio comunale che abbiamo individuato vi è ad esempio l’immobile sito a Via Capuana e precedentemente destinato a sede dell’Ufficio Annona. L’immobile, con una superficie totale di 300mq sviluppati su un unico livello, ha un buon livello di finiture e ottime condizioni di luminosità e necessita principalmente solo di una approfondita pulizia e di piccole opere di manutenzione. Insomma basterebbe un piccolo investimento. Vi sono anche altre strutture, tipo il complesso ex-scuola al Rione Gescal (adiacente alla chiesa), dove già insiste un centro anziani, ed ovviamente poi gli immobili di Piazza Severini.
Per concludere, un appello agli elettori: perché dovrebbero scegliervi?
RAFFAELE POSTIGLIONE – Il nostro programma parla di ambiente, di partecipazione, di valorizzazione del territorio, di lotta al lavoro nero, di questione di genere. Ma le parole da sole non bastano. La differenza la fa la credibilità. La coalizione che sostiene la mia Candidatura, formata da Pozzuoli ORA, Potere al Popolo e Pozzuoli in Comune, ha al suo interno tantissimi attivisti. Donne e Uomini che non hanno avuto bisogno di nessun ruolo istituzionale per impegnarsi da anni per il proprio territorio. A questo si aggiunge il lavoro dell’ultimo quinquennio svolto in consiglio durante il quale abbiamo portato fuori dai palazzi la discussione sui temi importanti per la nostra Città, facendo una vera e propria azione di trasparenza e partecipazione. Nell’incredibile scenario della politica locale, ricco di rotture e incongruenze, la nostra coalizione è l’unica a cui può essere riconosciuta coerenza e un profilo politico ben delineato.
LUIGI MANZONI – Perché Gigi Manzoni, la coalizione che lo sostiene, tutti gli uomini e le donne di Pozzuoli che sono e saranno con lui nell’opera di ideazione e costruzione di una rinnovata Pozzuoli, hanno le idee e la forza per attuarle. La comunità puteolana sa che essi adotteranno e porranno in essere tutte le azioni e i programmi utili perché questo accada. Pozzuoli sarà una città costituita di luoghi, nuovi e rivitalizzati, segnata da uno sviluppo sostenibile e con una riappropriazione di spazi, risorse e funzioni da parte della nostra comunità. Tesa verso un innovativo percorso di progresso e sviluppo.
ANTONIO CASO – Il Movimento 5 Stelle in questi 5 anni di consiliatura ha mostrato sempre di portare avanti con rettitudine e tenacia iniziative e proposte esclusivamente per il bene del nostro territorio. Ha lavorato sia controllando l’operato della maggioranza che avanzando proposte. Va poi sottolineato un aspetto importantissimo: siamo gli unici che possono vantare una completa filiera istituzionale. Abbiamo rappresentanti in Città Metropolitana di Napoli e nel Consiglio Regionale della Campania, siamo la forza che esprime al momento il maggior numero di rappresentanti nelle due camere del Parlamento e abbiamo esponenti in Europa. La nostra Città, il nostro Comune, non può contare solo sulle proprie forze, è fondamentale il legame e la collaborazione con gli altri Enti e Istituzioni. In questa competizione elettorale il M5S è l’unico che può farlo.