Clamorosi sviluppi nell’indagine sugli appalti al Rione terra di Pozzuoli. Dopo le perquisizioni avvenute nell’aprile del 2022, per 11 persone, indagate a vario titolo, sono scattate le misure cautelari. Tra cui 4 arresti, ai danni dell’ex sindaco di Pozzuoli ed attuale consigliere comunale di opposizione, Vincenzo Figliolia; Nicola Oddati, ex componente della Direzione Nazionale del PD e attualmente dirigente della Regione Campania; l’imprenditore puteolano Salvatore Musella, titolare della Cytec srl; Giorgio Palmucci, vicepresidente Confindustria Alberghi Italia ed ex presidente nazionale dell’Enit. Ai domiciliari, invece, gli indagati Salvatore Della Corte, legale rappresentante della società Cytec srl e il dipendente Gianluca Flaminio. Sono stati sottoposti all’obbligo di firma, infine, un dipendente del Comune di Pozzuoli, Angelo Tortora, l’ex direttore esecutivo di Enit, Giovanni Bastianelli; Antonio Carrabba, collaboratore di Musella; Sebastiano Romeo, ex segretario provinciale del Pd di Reggio Calabria e Luciano Santoro, ex segretario del Pd ionico.
Le accuse sono turbativa d’asta, corruzione, traffico di influenze illecite. L’operazione è avvenuta ad opera di agenti di polizia e dalla Guardia di Finanza, che hanno dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica – Sezione Seconda “Reati contro la Pubblica Amministrazione”. Al centro delle indagini ci sarebbero irregolarità e ombre nel bando di gara per la concessione degli immobili del Rione Terra. In particolare, secondo gli inquirenti, all’ex primo cittadino di Pozzuoli vengono contestati i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione, per aver ricevuto denaro e promessa di posti di lavoro per favorire la società vincitrice dell’appalto.
Nella stessa giornata di oggi, sono in corso controlli da parte di polizia e guardia di finanza negli uffici comunali siti proprio a Palazzo Migliaresi al Rione Terra.
Sul piano penale, indagini e sentenze definitive spettano alla Magistratura. Ed è solo nelle sedi giudiziarie che le persone coinvolte dovranno difendersi. Sul piano politico, i fatti di oggi sono l’ennesimo macigno sul percorso, ormai interrotto, di valorizzazione dell’antico quartiere sgomberato nel 1970. Dopo che il precedente bando per la gestione degli immobili è stato ritirato dall’attuale amministrazione comunale, con un voto in consiglio comunale su proposta della Giunta in carica. E dopo che nulla, da quel giorno, è seguito in termini di progetti e concessioni definitive dei locali del Rione, tranne assegnazioni temporanee e proroghe per eventi. Generando, nei fatti, una situazione di stallo per la prospettiva di sviluppo turistico-culturale a lungo termine.