Il nuovo mercato alimentare al dettaglio di Pozzuoli in Via Fasano non è stato ancora ufficialmente inaugurato. Eppure voci insistenti parlavano di una riapertura già programmata nei giorni scorsi, tra giovedì 30 e venerdì 31 gennaio, che invece che non c’è stata. L’apertura parziale, con una ventina di operatori, è avvenuta sabato mattina, ma l’inaugurazione è stata ancora una volta posticipata. Un ulteriore slittamento, quindi, che si aggiunge alle tante promesse dalla chiusura in aprile: prima trenta giorni, poi sessanta, poi novanta, poi centocinquanta. Insomma, una storia che vi abbiamo già raccontato e che comunque conoscete benissimo.
Chiarezza. Potremmo usare questa parola per riassumere tutti gli articoli che abbiamo scritto. Colonne e colonne di quesiti, ai quali non è susseguita nessuna risposta. Il mercato ittico di Pozzuoli, attualmente, è tra i cantieri che assorbe maggiori risorse comunali, eppure non sembra circondato da un’aura di trasparenza di informazione e comunicazione. Chiarezza, appunto. Siamo più precisi, noi vogliamo farci capire bene: scavando nell’albo pretorio del comune di Pozzuoli abbiamo scoperto che la cifra iniziale dei lavori, che ammontava a 570.000 euro è lievitata fino ad arrivare a 887.000 euro. Alla faccia! Causa? Una variante in corso d’opera. Come dire: “c’è qualcosa che non avevamo calcolato”. Stiamo parlando di un aumento che supera il 50% dell’importo iniziale. Tutto è passato per la giunta comunale, con la delibera n.136 del 4 dicembre 2013 e tecnicamente reso possibile dalla determina dirigenziale n.2075, di cinque giorni dopo. Trecentomila euro per un intervento in uno dei luoghi che si appresta a diventare un simbolo della nostra città. Tutto con due atti, nel silenzio totale.
Non vogliamo entrare nel merito della legittimità del procedimento, anche perché l’articolo 132 del “Codice dei contratti pubblici di lavori, forniture e servizi” è molto stringente per quanto riguarda le variabili in corso d’opera ammissibili. Riteniamo, però, di dover inquadrare il problema in chiave squisitamente politica. Innanzitutto invitiamo l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Pozzuoli, Mario Marrandino a individuare meglio i criteri di “urgenza” che legittimano la procedura negoziata nell’affidamento dei lavori. Quanto è “urgente” un lavoro che doveva finire in estate? Tanto urgente che gli sono concessi circa cinque mesi di ritardo. Inoltre, la domanda che può sembrare più banale, è quella che in molti si stanno ponendo: quale maledetto motivo ha impedito la fine di questi lavori per così tanto tempo? Avete fatto una procedura negoziata, ci avete detto che le casse comunali pagavano solo cinquecento mila euro circa, poi ci ritroviamo che sono diventati quasi novecentomila. Che dire, qualche spiegazione la meritano i nostri concittadini? Vogliamo sapere chi sono i responsabili, a cosa sono serviti questi trecentomila euro in più, a cosa dobbiamo questo enorme ritardo.
Si ipotizza di un’inaugurazione in pompa magna, ma sarebbe assurdo “festeggiare” la consegna dei lavori dopo 8 mesi di continui ritardi. Il sindaco Vincenzo Figliolia convochi i giornali e la cittadinanza, spieghi quello che sta succedendo. È giusto che tutti sappiano di chi sono le responsabilità di una gestione troppo superficiale. Il sindaco ama parlare di “una città con le regole”. Ma un’amministrazione che non riesce nemmeno a far rispettare i termini della consegna dei lavori che regole vuole dettare? Non abituiamoci al fatto che tanti mesi di ritardo siano “la normalità”, questa città è stata per troppo tempo abituata a vedere la straordinarietà come “prassi consolidata”, è tempo di cambiare, perché tutto questo normale non lo è affatto.