Si è tenuto ieri, 6 febbraio 2014, l’incontro dei ragazzi del Liceo “Lucio Anneo Seneca” di Bacoli, con la scrittrice Dacia Maraini, presso la sala “Ostrichina”, al Fusaro. Partendo dal suo ultimo romanzo, “Chiara d’Assisi. Elogio della disobbedienza ”, i ragazzi e gli insegnanti hanno avuto l’opportunità di discutere di letteratura fuori dalle classi e di poter affrontare temi molto vasti, inerenti e non al romanzo, toccando argomenti che, dapprima, sembrerebbero molto lontani dalla società odierna, ma che in realtà, dalle domande che sono state poste, si evince essere più vicini di quanto si possa credere, soprattutto ai giovani.
La celebre scrittrice è stata, in un primo momento, presentata dai professori Matilde Iaccarino ed Ernesto Salemme, docenti di lettere, dal professor Nicola Magliulo, docente di storia e filosofia, dalla preside dell’istituto Patrizia Iaccarino, e l’assessore Flavia Guardascione. Partendo dai contenuti del suo ultimo lavoro, è stato subito rilevato il senso di “Pietas” presente anche ne “L’amore rubato”, che tratta temi come stupri, violenze sulle donne, senza parole contro i violenti, poiché sono considerate persone malate, bisognose d’aiuto.
Lo stile è sempre limpido, classico, musicale, che sembra richiamare Mozart, capace di essere allegro anche quando si parlava della morte. Anche in questo libro si parla di morte, vista come “più sorprendente, più misteriosa, più viva della vita stessa …” Dacia Maraini ci mostra le brutture della vita e ce la fa amare allo stesso tempo. Il suo personaggio, Chiara, trasforma il destino in scelta, combatte dal suo interno una Chiesa diventata ormai misogina, a causa dei cambiamenti della società e dei suoi modelli, che considera la donna indegna, ed è forse per questo, che Chiara si ammala alle gambe, perché, se non può professare la parola di Dio, non le serve la possibilità di camminare. Cristo non ha mai considerato la donna inferiore, nemmeno quando era credenza di tutti che le donne mestruate fossero demoniache, allora perché la società di oggi è cosi intrappolata in questi ruoli? La risposta sta nei modelli proposti dalla nostra cultura, che vede la donna preda e l’uomo predatore, che quando non arriva al suo scopo, utilizza la violenza. Anche parlando della scelta di Chiara di restare vergine, la scrittrice spiega che tutto questo è dovuto ad una scelta compiuta in piena libertà, questa consiste anche nella sua scelta di digiuno, che oggi potrebbe essere interpretata come “anoressia”. Il rifiuto del cibo, e quindi della vita, è, in realtà un rifiuto verso una cultura che ci umilia e ci rende oggetti.
Tutto rientra in un discorso ben più ampio: i giovani hanno bisogno di valori, questi possono venire anche dalla storia di questa donna, che con la sua umiltà, la sua coerenza, ha “capovolto” i ruoli, facendo passare il messaggio di uguaglianza e di libertà che va sempre più scomparendo, poiché la libertà non è quella che crediamo di avere, noi non siamo più persone, ma ci vediamo come mera merce, oggetti quasi inanimati, che non sanno “pensare”. Dobbiamo riscoprire il senso della protesta, contro le ingiustizie, contro le convenzioni, contro la chiusura mentale, che non deve sfociare nella violenza, poiché come dice la Maraini, “si protesta testimoniando col proprio corpo, come fece San Francesco, e Santa Chiara dopo di lui.”
ARTICOLO DI ASSUNTA DI BONITO