CAMPI FLEGREI / Acque più balneabili, il trucco è nei criteri usati per le analisi

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LA FOCE DEL DEPURATORE DI CUMA – SOPRALLUOGO E FOTO A CURA DI BIAGIO SCOTTO

Con l’avvicinarsi della stagione estiva si torna a parlare della qualità del mare nei Campi Flegrei e stando alle norme attuali la situazione non è buona, ma “eccellente”, proprio come vengono definite a termine di legge buona parte delle coste di Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida, acque eccellenti.

Ovviamente chi vive dalle nostre parti sa benissimo che la situazione è tutt’altro che eccellente, ma questo paradosso è causato tutto dai criteri con cui si stabilisce la balneabilità dell’acqua. La normativa attualmente in vigore è del 2010 e prevede che vengano considerati come indicatori di balneabilità la presenza nelle acque di due batteri, l’Escherichia coli (che causa la colite) e gli Enterococchi intestinali (una delle cause della diverticolite del colon), solo questo, nulla più, per cui se nelle nostre acque fossero presenti altri batteri o altre sostanze inquinanti non risultano più dalle analisi.

Che la situazione sia paradossale e pericolosa lo dicono diverse associazioni già da anni, in primo luogo Lega Ambiente già dal 2008 denunciava che le nuove norme avrebbero fatto diventare balneabili anche tratti di costa indiscutibilmente inquinati. Uno di questi è ad esempio la Spiaggia Romana di Cuma, una costa bellissima con la Foresta Regionale di Cuma alle spalle, nel cui mare il Depuratore di Cuma sversa acqua tutt’altro che pulita.

LA SITUAZIONE A CUMA – Per fortuna le condizioni del depuratore sono migliorate e – anche a seguito di sopralluogo sul posto – non vi è più la melma maleodorante degli anni scorsi, ma va detto che l’acqua marroncina che sfocia oggi sembra davvero poco pulita e tutt’altro che eccellente, soprattutto se non viene più controllata la presenza di altri batteri, di metalli, detersivi ed oli, per cui nessuno può dire quanto sia effettivamente pulita quell’acqua.

Ad onor del vero, questo tratto di costa non è ancora balneabile ufficialmente, in quanto le acque che fino al 2010 non erano balneabili devono essere considerate pulite per quattro anni consecutivi dalle nuove norme per poter ricevere la balneabilità l’anno successivo. Ma i più attenti avranno già intuito che dal 2010 ad oggi sono già passati quattro anni, per cui dal 2015 l’acqua marroncina di Cuma potrebbe essere legalmente balneabile (a vostro rischio e pericolo).

I PARADOSSI DELLA NORMATIVA – Se la nuova norma ridicolizza il concetto di balneabilità, però, quella precedente non era da meno. Infatti con la precedente legge risultavano “eccellenti” quasi tutte le coste flegree, per intenderci l’acqua di Lucrino era ed è considerata pulita come quella trasparente ed immacolata di Palinuro. In alcuni casi poi la situazione è veramente sospetta, come per le acque che sono tra la foce centrale del Lago Fusaro e Torregaveta. Un tratto di mare di 650 metri con acque eccellenti, che però a nord ed a sud era circondato da mare di qualità scarsa, sembrerà strano ma è come se l’acqua si fosse miracolosamente pulita proprio in corrispondenza dei lidi di via Gavitello. Evidentemente la presenza dei lidi ha un potere taumaturgico sulle acque, le pulisce, e come Mosè separava le acque del Mar Rosso i lidi del Fusaro separano le acque sporche in due, creandovi al centro un oasi d’eccellenza.

Il vero limite di queste norme infatti sta nelle modalità di analisi, perché non stabiliscono dei protocolli di analisi scientificamente validi che definiscano il numero, la posizione e anche gli orari in cui vanno fatti i prelievi; perché anche il gioco delle correnti sposta le sostanze a riva o a largo, per cui il mare può sembrare più pulito in un orario e sporco in un altro. Ci sono infine da considerare anche i fondali che nel tempo accumulano gli inquinanti che poi vengono rilasciati nelle acque e sulle spiagge e che non sono mai stati analizzati, per cui ad oggi nessuno sa se e quanto siano inquinate le nostre spiagge.

QUALCHE PROGRESSO – Ovviamente non tutto è da buttare, la situazione delle acque flegree è davvero migliorata negli anni grazie ai due grandi progetti europei che interessano le reti fognarie ed il depuratore di Cuma la situazione può davvero raggiungere ottimi livelli, ma almeno per ora ci sembra davvero fuori luogo parlare di eccellenza, quando le nostre coste sono martoriate da rifiuti di ogni tipo e finché questo equilibrio precario dipenderà sempre e solo dalla speranza che il depuratore non crei altri disastri. La cosa veramente sconcertante è l’assoluta inaffidabilità dell’ARPAC, che viene continuamente, ed a ragione, contestata dalla comunità scientifica per la pessima qualità dei prelievi e soprattutto nella modalità in cui questi vengono fatti. Un ente che sarebbe dovuto essere una garanzia scientifica per i cittadini ormai è utile solo a reggere il gioco a politici che hanno bisogno di pubblicità.

Insomma, per cambiare la situazione delle nostre coste servono interventi radicali, un depuratore completamente efficiente, un diverso approccio alle coste che vanno liberate dal cemento, la pulizia costante dei fondali e delle spiagge, l’interruzione degli scarichi abusivi ed un controllo serio e costante di acque e fondali. Questo sarebbe un approccio serio al problema, perché di certo i criteri fasulli stabiliti ad arte da una legge non restituiranno dignità e prestigio alle coste che accolsero Enea.

Scritto da Redazione