FOTO DI PAOLO VISONE
La spiaggetta di Villa Ferretti, bene confiscato alla camorra ai piedi del Castello di Baia, è libera ed accessibile a tutti, dalle 9.00 alle 18.30. Basta bussare il citofono e il custode apre. Non si tratta di una concessione elargita in via amichevole, ma di una precisa disposizione dell’amministrazione comunale di Bacoli guidata da Ermanno Schiano “tesa a garantire l’accesso alla spiaggetta di pertinenza di Villa Ferretti”, come si legge nell’avviso esposto al pubblico. La decisione fa seguito ad un verbale di sopralluogo dello scorso 4 luglio, a seguito del quale tecnici del Comune e della ditta che sta eseguendo i lavori nell’adiacente area del parco hanno individuato un percorso protetto.
Secondo fonti raccolte tra i bagnati sul posto, già da tempo era possibile in qualche modo accedere alla spiaggia, ma ora l’accesso viene regolamentato e istituzionalizzato, dopo la concessione in passato alle associazioni di volontariato “Asgram” e “Tutti a casa”, interrotta alcuni anni fa.
I cittadini sono invitati a non superare il percorso protetto, che conduce direttamente alla spiaggia, mentre il custode è tenuto a vigilare sul rispetto di tali disposizioni. La spiaggetta non può contenere ovviamente tantissima gente ed è sprovvista di servizi pubblici, ma l’accesso è completamente libero e gratuito, l’acqua è particolarmente pulita ed è un luogo ideale per trascorrere alcune ore di relax. Sta ora anche alla civiltà dei cittadini non deturparla, considerato che non è ben chiaro chi svolge azioni di pulizia e manutenzione ordinaria, trattandosi di bene demaniale.
Inevitabile il valore simbolico da attribuire a tale “riapertura”. La Villa fu sequestrata nel 1995 al boss Giuseppe Costagliola, ritenuto il braccio destro di Rosario Pariante, capo del clan operante nella zona di Bacoli e Monte di Procida. A seguito del sequestro del ’95, Villa Ferretti viene definitivamente confiscata nel 1997. Fu l’allora sindaco di Bacoli, Antonio Illiano, a chiedere che il bene fosse riutilizzato per fini sociali. Fino ad oggi, nonostante una pioggia di finanziamenti pubblici, il bene continua a non essere restituito alla collettività. Recentemente, anche a seguito di un sopralluogo con il presidente della commissione regionale sui beni confiscati Antonio Amato tenuto il 14 gennaio e di iniziative delle forze politiche locali di opposizione (Pd e Sel), pare sia stata intrapresa la strada della conclusione dei lavori, da affidare a ditte diverse da quelle dimostratesi inadempienti con il Comune nella corretta realizzazione dei lavori.
L’attenzione della società civile e la fruizione diretta dei cittadini possono solo rafforzare gli sforzi per vedere questo bene concluso, consegnato e vissuto dalla comunità, a partire dai progetti già approvanti ed in campo, come l’università del mare e l’istituzione di uno sportello antiracket.