RUBRICA DI CINEMA / Torneranno i prati di Ermanno Olmi

Torneranno_i_prati_(film)

Fine prima Guerra Mondiale. Basato su fatti realmente accaduti, il film narra le vicende di un gruppo di soldati sul fronte Nord-est. “Incatenati” nelle trincee degli Altipiani, intrappolati nella morsa del freddo, immersi negli scontri e accadimenti imprevedibili, i soldati – ma prima ancora gli uomini – capiranno la paura, il coraggio, la lealtà, la sopravvivenza. Ambientato completamente in una notte, il film di Olmi è un pugno in faccia, una parabola morale sull’esistenza, talvolta insensata, dell’uomo.

Regista, montatore, editore della fotografia, produttore e scenografo, Ermanno Olmi vanta un passato memorabile nel cinema italiano e mondiale. Accostato dalla critica a Pasolini per la decisione costante di raccontare la vita dei poveri, dei disadattati, degli umili, la sua carriera cinematografica è stata premiata ripetutamente in quasi tutti i festival del mondo. Dopo Centochiodi e Il villaggio di cartone, il suo ultimo lavoro – premiato dalla critica più che dai botteghini – è un film tanto semplice quanto profondo, epidermico.

Con un titolo volutamente scritto tutto in minuscolo, a significare l’umiltà della storia raccontata, torneranno i prati è una pellicola vuota. Il film non ha trama. Tutti gli accadimenti si svolgono senza lassi temporali, senza ordine cronologico. Come scritto da Paolo Casella su Mymovies, gli eventi raccontati da Olmi nella pellicola si succedono come una candela che, a poco a poco, va spegnendosi. I soldati diventano uomini soltanto di sera, quando si sente pronunciare il loro nome durante gli appelli. Quello del regista è un mondo da incubo, quindi, un mondo senza scampo, senza via d’uscite. Un mondo senza senso, dove uomini decidono della vita e della morte dei loro simili.

Circa, infine, gli aspetti tecnici risulta essenziale, al fine dell’ottima resa in un’ambientazione poco convenzionale, la magnifica fotografia di Fabio Olmi, figlio del regista. Sceneggiato dallo stesso director bergamasco, il lungometraggio vanta nel cast la presenza di Claudio Santamaria ed Alessandro Sperduti.

Pellicola meravigliosa, intima, avvolgente. Assolutamente consigliata.

Scritto da Antonio Di Fiore


Classe '93. Sono nato e vivo tuttora a Napoli. Attualmente frequento il corso di laurea in Scienze della Comunicazione, curriculum Cinema e Televisione. Aspirante regista e sceneggiatore, credo fermamente nel potere della settima arte.