UN MOMENTO DELL’ INTERVISTA / CONFRONTO NELLA STANZA DEL SINDACO JOSI GERARDO DELLA RAGIONE AL MUNICIPIO DI BACOLI (foto di Paolo Visone)
Giovedì 3 settembre ci siamo recati al Municipio di Bacoli e abbiamo incontrato il Sindaco Josi Gerardo Della Ragione, insediatosi da poco più di due mesi. Con il primo cittadino abbiamo tenuto una lunga conversazione su temi seguiti da sempre dalla nostra redazione: dalla valorizzazione delle aree del Centro Ittico Campano, alla gestione dei beni culturali e confiscati alla camorra. Si tratta di questioni delicate, che meritano di essere trattate con approccio critico, costruttivo e senza pregiudizi e che riguardano non solo i cittadini di Bacoli, ma di tutto il territorio della “città flegrea”, per il valore patrimoniale, simbolico e politico di siti come il Complesso Vanvitelliano, i laghi Miseno e Fusaro, Villa Ferretti.
Red – Sindaco Josi, partiamo dalla vicenda Centro Ittico Campano, società di proprietà del Comune al 100 % e che comprende circa il 20% dei terreni di Bacoli con relativi immobili, soprattutto intorno ai laghi Miseno e Fusaro. Cosa ha deciso l’amministrazione da te guidata in merito alla messa in liquidazione?
J – C’è stato un Consiglio comunale ad hoc lo scorso 1 agosto, che ha approvato una delibera, prima di giunta e poi consiliare, nella quale da indirizzo al Sindaco, in qualità di azionista di maggioranza, di mettere in liquidazione la società. Nel giro della prossima settimana andremo dal notaio per formalizzare il piano di liquidazione che abbiamo già in mente. Ci stiamo confrontando con esperti nel campo del diritto pubblico e privato per comprendere come le nostre idee possano essere calate nella realtà e stiamo trovando ampi margini di realizzazione. A breve, quindi, pubblicheremo il piano e lo comunicheremo alla città.
Red – Veniamo ai contenuti del piano. Un’obiezione e una preoccupazione rispetto alla scelta della liquidazione del Cic è che il liquidatore potrebbe essere costretto a vendere alcuni beni per risanare il debito.
J – Voglio chiarire alcuni punti fermi. Nonostante non si possano porre vincoli specifici, è l’amministrazione a dare l’indirizzo e noi abbiamo eliminato ogni possibilità di vendita dei beni. Anzi, adotteremo misure per proteggere i beni più importanti come il Parco della Quarantena, le Cinque lenze, la Casina vanvitelliana. Tutto resterà pubblico, ma esistono beni di particolare pregio che vanno tutelati anche per quanto attiene alla gestione. Il primo passo è un’analisi dei circa 120 contratti esistenti per individuare quelle aree oggi abbandonante, ma che prevedono ancora la presenza di locatari morosi o che si basano su canoni del passato.
Red – Avete idea del tasso di morosità?
J – C’è un problema innanzitutto relativo alla “percezione” del pagamento. Oggi abbiamo creato una struttura per cui i locatari devono venire negli uffici del Comune “solo” per pagare, senza passare per gli amministratori. Per questo è stato fondamentale trasferire nella sede del Municipio in villa Comunale gli uffici del Cic, prima ubicata negli stalloni del Parco vanvitelliano. Ora possiamo accedere con maggiore facilità agli atti e nessun locatario può più pensare di porre in essere influenze o intimidazioni perché deve venire direttamente in Comune.
I tassi di morosità erano enormi e li stiamo calcolando in termini di percentuali. In alcuni casi siamo di fronte a una vera e propria evasione, basti pensare ai contratti ad uso agricolo per terreni utilizzati a fini commerciali, per i quali però già oggi ci sono operatori che cominciano a chiedere le dovute autorizzazioni per mettersi in regola. Abbiamo un dato scientifico ed è quello relativo alle riscossioni. Il banco di Napoli ci ha informato che nei mesi di febbraio, marzo e aprile le giacenze del Cic non consentivano nemmeno di pagare i suoi sei dipendenti. Oggi, con una semplice lettera inviata a tutti i locatari e con il cambio di indirizzo politico, siamo passati da un saldo di 10 mila a 170 mila euro e siamo anche riusciti a pagare molte delle tasse dovute.
Red – Possiamo affermare, quindi, che negli anni passati c’è stata una vera e propria operazione contabile che ha scaricato i debiti del Comune sul Cic?
J – Assolutamente sì, il debito del Cic è di circa un milione e 800 mila euro ed è in gran parte con il Comune stesso. Io credo che qualsiasi amministrazione oggi avrebbe dovuto procedere alla messa in liquidazione. Noi, però, intendiamo farci garanti del carattere pubblico dei beni.
Red – Veniamo ora al discorso della messa a reddito e dell’occupazione …
J – E’ nostro intento mettere in esecuzione una serie di sentenze di sfratto per morosità, già passate in giudicato, per aree, terreni e locali (n.d.r. per ragioni di opportunità, in questo articolo non vengono precisamente menzionati) che, una volta liberati, potranno essere inseriti in Piani di lavoro, con la previsione di attività differenziate nel campo dei servizi e della ricettività come, a titolo di esempio, affitto di bici, chioschi e info-point. Per quanto riguarda l’area del Parco della Quarantena, invece, adiacente al lago Fusaro, esiste già un progetto negli archivi del Cic e mai messo in esecuzione, con la presenza di un canile intercomunale, campeggi, parchi pubblici attrezzati, aree ristoro sul lago.
Red – Ci sarà una tipologia di soggetto giuridico “privilegiato” nei futuri bandi di concessione?
J – Si, per noi è la cooperativa di lavoro, che comprenda al suo interno diverse professionalità, da chi fa marketing all’operatore turistico, caratterizzata in senso flegreo. Contiamo inoltre di diversificare le opportunità per cooperative di giovani e meno giovani.
Red – Le aspettative, come è ovvio, sono tante. Quali sono i tempi per i primi bandi?
J – Spero per ottobre, in modo da far comprendere subito ai cittadini che il Comune non crea direttamente posti di lavoro, ma le condizioni affinché si sviluppino nuove iniziative economiche. Restano poi due aspetti per noi fondamentali, collegati al Cic: il primo è la bonifica dei laghi, grazie al rifacimento del sistema fognario con il progetto flegreo “Grandi laghi” (n.d.r: progetto che coinvolge i Comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto ed è finalizzato ad eliminare gli scarichi nei laghi per dirottarli correttamente nell’impianto di depurazione di Cuma); il secondo è il rapporto clientelare basato sul voto di scambio, rispetto al quale facciamo affidamento alle indagini della Magistratura.
Red – Considerato che, per legge, il liquidatore può consegnare formalmente i beni del Cic al Comune solo dopo aver pagato tutti i debiti ai creditori, vi sentite di fare previsioni sui tempi della definitiva liquidazione del Centro?
J – Non saranno certo i dieci anni, paventati da alcuni. La questione però è chiaramente legata alla quantificazione di questi debiti ed il problema non è tanto nella parte relativa al Comune, ma a quella parte di debito con gli avvocati ai quali il Cic ha dato mandato nel corso degli anni per alcuni contenziosi e che paradossalmente vanno ancora quantificati per una superficialità con la quale in passato è stato gestito il rapporto con questi professionisti.
Red – Quali sono le idee per i beni culturali?
J – Il nostro modello sarà delineato proprio a partire da un bene del Cic, che è la Casina Vanvitelliana. In questo caso possiamo anche bypassare la Soprintendenza, perché è di nostra competenza e proprietà, e intendiamo coinvolgere gli operatori commerciali locali del territorio in un sistema di gestione integrata per la valorizzazione del parco e della pista ciclabile. Nell’area del frutteto, poi, prevediamo l’ipotesi di un parco giochi per bambini.
Red – Negli ultimi mesi di amministrazione, la precedente Giunta Schiano annunciò due iniziative: la messa a disposizione di dipendenti comunali per favorire l’apertura del Museo archeologico Nazionale del castello di Baia, seguendo il “modello Pozzuoli”, e l’obiettivo di creare indotto economico sui siti archeologici minori di proprietà del Comune, come il Colombario del Fusaro e le Grotte dell’Acqua. E’ possibile proseguire su questa strada?
J – Quell’annuncio avvenne a seguito dell’approvazione in Consiglio di una nostra idea di gestione dei siti, che fu accolto all’unanimità e divenne patrimonio condiviso. Il punto è che dopo non abbiamo trovato nessun atto consequenziale. La Soprintendenza sarebbe anche favorevole alla presenza di dipendenti comunali al Castello, ma stiamo costruendo ora un rapporto di interlocuzione che riguarda anche l’organizzazione di spettacoli di autofinanziamento nei siti aperti, come le Terme di Baia, per aprirne altri, come le Cento Camerelle, operazione per la quale ci è stato detto che occorrono 70 mila euro. Per i due siti archeologici minori ci sono progetti di ristrutturazione e solo dopo potremo pensare ad una gestione che coinvolga anche il Mondo della scuola e che, sul piano lavorativo, raccolga tutti i siti del Fusaro, storici e naturalistici, in un unico piano.
Red – Nella sfida della gestione dei beni rientrano anche quelli confiscati alla camorra, dal valore simbolico e sociale ancora più grande. Qual è la situazione aggiornata relativamente a Villa Ferretti?
J – Dobbiamo distinguere tra il parco, l’immobile e la spiaggetta.
Entro fine settembre l’area del parco, che è quella più grande, sarà consegnata al Comune a due passi dal Castello di Baia. Con la Soprintendenza stiamo valutando come collegare il parco con il Museo Archeologico. Partiremo con una gestione pubblica del Comune e ci occuperemo della manutenzione ordinaria con i nostri dipendenti. Una volta aperto, cercheremo di comprendere se e in che modo darlo in gestione a terzi. L’importante è ora dare un segnale ai cittadini: che lo Stato riesce a prendersi e a gestire un’area prima appartenuta alla criminalità organizzata. E io ricordo che quest’area, ormai prossima a diventare uno spazio verde e per spettacoli, negli anni seguenti veniva utilizzata come parcheggio abusivo e che il primo bando, datato 2010, confermava questa destinazione. In una visione di insieme su Baia, invece, noi abbiamo chiesto in Regione la concessione di un’area dismessa dei cantieri per creare un parcheggio, chiudere il Porto al traffico e riservare lo spazio di Villa Ferretti interamente alla pubblica fruizione.
Per quanto riguarda l’immobile al momento non abbiamo il collaudo, ma abbiamo avuto dei contatti con i collaudatori e pensiamo di averlo a breve. Certo, come tempistica, per ora apriamo il parco e questo per noi significa aumentare la pressione, anche popolare, per aprire tutta la struttura. Con l’inaugurazione intendiamo porre l’attenzione mediatica e istituzionale e dobbiamo essere capaci di far comprendere che questo è uno dei siti confiscati più belli della Campania. I piani di gestione intendiamo proporli ed elaborarli con la partecipazione dei cittadini.
La spiaggia, che quest’anno sarà fruibile fino al 15 settembre, in passato era di fatto riservata ai residenti. Ora che sono stati “aperti i lucchetti”, è diventata più conosciuta ed è patrimonio di tutti. E’ giusto migliorare la sua fruibilità, negli spazi adiacenti vorremo realizzare servizi funzionali alla spiaggia e poi è da considerare che l’apertura del parco amplierà le presenze distribuite in tutto il compendio, che in questo modo sarà un luogo vivo.
Red – Per concludere, non dimentichiamo l’altro bene confiscato in via Bellavista …
J – Per ora abbiamo chiesto un incontro e avuto un primo colloquio con l’Agenzia dei Beni confiscati. Su quel sito c’è anche un ragionamento per una stazione dei Carabinieri o della Polizia, ma in ogni caso vogliamo che si realizzi ciò che è indicato su carta e ce lo andremo a prendere, anche perché in quell’area manca un qualsiasi tipo di presidio dello Stato.
Tanti temi, dunque, tutti legati tra loro da un’esigenza e da una speranza: valorizzare il territorio con i suoi beni, la sua storia, le sue risorse e la sua gente. E se questo è l’impegno assunto dell’amministrazione di Bacoli, è ugualmente doveroso da parte della cittadinanza attiva e di tutte le forze politiche e associative dell’area flegrea seguire, partecipare e concorrere attivamente all’evolversi di queste sfide complesse, con l’informazione, la vigilanza e la proposta.