Raccontare i Campi Flegrei con Mia Duberg Nielsen: dalla Danimarca un nuovo modo di promuovere il turismo

557531_3370291269800_1948232126_nFOTO DI MARINA SGAMATO

Il blog su Napoli di Mia Duberg Nielsen, studentessa danese, ha guadagnato sui social network un’indiscussa fama. La ragazza, giunta lo scorso luglio, è qui per un tirocinio di tre mesi. Il progetto è basato sulla promozione del turismo nei Campi Flegrei in una maniera assolutamente innovativa. La nostra associazione ha voluto approfondire la questione con Mia in persona.

Com’è nata l’idea per questo progetto?

È ispirato al progetto “Humans of New York”. Studio turismo e sono qui per un tirocinio di tre mesi al fine di promuovere i Campi Flegrei per una multinazionale danese. Una delle proposte di cui ho discusso con il mio relatore era appunto quella di realizzare una sorta di narrativa che ci permettesse di raccontare il luogo attraverso le storie delle persone. Si può leggere tanto a proposito di una zona, della natura, delle sue caratteristiche geografiche ecc., ma la vera storia di un luogo è fatta dalle persone che ci vivono.

Come scegliete le persone con cui collaborare? C’è un criterio da seguire ai fini del progetto?

Mi metto in contatto con persone del luogo con cui mi è stato consigliato di parlare ma non ci sono criteri specifici; mi soffermo su qualsiasi storia che rimandi ad aspetti interessanti, caratteristici ed unici del luogo. Ad esempio, è stato dato ampio spazio a Marina Sgamato e alle sue foto meravigliose, allo storico vigneto di Raffaele Moccia, al sommelier Angelo di Costanzo…

Ovviamente ci sono numerose differenze culturali tra la nostra zona e il tuo Paese di provenienza. Com’è per una ragazza danese la permanenza nei Campi Flegrei? Com’è la nostra cultura da un punto di vista esterno?

Ci sono sicuramente molte differenze, ed è difficile adattarcisi. È come dover imparare ogni cosa daccapo, dall’approccio al lavoro a come salutare le persone a come condividere un pasto con gli altri. Persino il traffico stradale è completamente diverso: appare caotico, ma mi sono resa conto che chi è nato e cresciuto qui non lo considera tale perché ci è abituato.

Certamente ogni cultura ha i suoi pregi e i suoi difetti. Qual è, secondo te, il più grande vantaggio e svantaggio della cultura flegrea?

Sono d’accordo, ogni cultura ne ha. Ora come ora, la cosa che allo stesso tempo adoro e detesto della cultura flegrea è l’attitudine particolarmente rilassata nei confronti di qualsiasi cosa. In alcuni contesti si rivela frustrante, in altri ammirevole. Nel contesto lavorativo, ad esempio, si procede spesso troppo lentamente, mentre nella sfera personale è bello non avvertire particolari pressioni. Questa caratteristica emerge anche nell’estetica. Le persone si sentono assolutamente a loro agio nei loro corpi e questo è davvero bello. In Danimarca invece c’è un’attenzione costante sull’aspetto fisico. Ovviamente, questa “rilassatezza” diventa fastidiosa quando sono costretta ad aspettare le persone a causa della maniera in cui ci si approccia al tempo.

Per quanto riguarda invece il territorio in sé, qual è il suo aspetto migliore e quale quello peggiore?

L’aspetto peggiore è che la gente sembra non prendersi cura del suo territorio. Lo si nota dalla spazzatura che si trova per le strade, sulle spiagge, in mare, dalla scarsa manutenzione di numerose infrastrutture. Il punto a favore è la bellezza di quest’area. Ho visitato numerosi luoghi splendidi: il Monte Nuovo, l’Anfiteatro Flavio, la Solfatara, Bacoli. Mi sono innamorata del Lago d’Averno e di Procida, dove sogno di aprire un giorno un ristorante. La cultura gastronomica di questo territorio, per l’appunto, è fantastica ed è uno degli aspetti principali su cui vorremmo puntare nella promozione del turismo nei Campi Flegrei.

Quali sono, secondo te, i principali punti deboli della gestione delle risorse del territorio?

Molti siti importanti sono spesso chiusi; altre volte il prezzo per visitare luoghi importanti è tanto basso da apparire ai miei occhi quasi ridicolo. Inoltre, la barriera linguistica è spesso troppo imponente: presso i siti di maggiore attrazione dovrebbe esserci personale specializzato in traduzioni oppure volontari o studenti di lingue. Spostarsi poi rappresenta un vero e proprio problema logistico, specialmente per i turisti. I mezzi di trasporto pubblici sono inaffidabili, le strade piuttosto trafficate. È un servizio che andrebbe necessariamente migliorato, magari anche attraverso l’introduzione di navette per i turisti.

Cosa ricorderai con maggiore emozione dei Campi Flegrei?

La generosità e l’ospitalità delle persone che vivono qui. Ho incontrato persone davvero amichevoli e gentili che mi hanno sempre dato l’aiuto di cui avevo bisogno. Questo è forse il più bel pregio di questa terra.

Scritto da Martina Brusco


Nata a Napoli nel 1996, residente a Pozzuoli. Studentessa di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale. Entra a far parte dell’associazione e testata giornalistica “L’Iniziativa – Voce Flegrea” nel 2014, con il desiderio di coniugare la passione per il giornalismo e la politica all'impegno sociale sul territorio.