RUBRICA DI CINEMA / L’attesa di Piero Messina

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Giuseppe non c’è più, è morto. Ad “aspettarlo” in una casa semi abbandonata ed enorme alle pendici dell’Etna, è la madre Anna. Tra dolore e solitudine, Anna trascorre le sue giornate in uno spazio indefinito (la casa) in cui il tempo sembra non passare, neanche lentamente. Ad irrompere nella vita della protagonista è Jeanne, la fidanzata parigina del figlio Giuseppe. Lei non sa che è morto e la madre non ha il coraggio di rivelarlo alla giovane. Insieme, le due donne, lo attenderanno fino al giorno di Pasqua.

Allievo regista di Paolo Sorrentino, Piero Messina esordisce con un dramma stupendo, acclamato in special modo dalla critica. Nato a Caltagirone e formatosi al CSC di Roma, Messina mette in scena da subito la sua concezione del tempo e dello spazio: due elementi legati indissolubilmente alla consistenza dei protagonisti.

Sebbene sia un film esordiente con protagonista una star internazionale (Juliette Binoche), il film non rimane impresso solamente per questo. Certo, la colonna portante interpretativa della Binoche è rilevante – un talento quasi sovrannaturale – ma è la struttura del film che risulta ben costruita e messa in scena con un’arte registica per nulla identificabile ad un director esordiente.

Il film, come suggerisce il titolo, si basa su un’attesa: l’attesa di un uomo. Ispirato a La vita che ti diedi di Luigi Pirandello, la pellicola poggia anche sull’elaborazione di un lutto. A provare questo dolore sono le due donne che aspettano rispettivamente un figlio ed una persona amata. Loro sanno, almeno la madre, che non arriverà mai, ma ciò non toglie che l’attesa è comunque meglio dell’accettazione, anche se illusione. Lo spazio gioca un ruolo fondamentale nel film di Messina. La casa (probabilmente situata in un piccolo paesino siciliano alle pendici dell’Etna) perde i suo connotati folcloristici e diventa uno spazio figurativo: la casa vuota come il corpo della madre che attende il figlio nel più completo dolore.

Distribuito dalla Medusa film e presentato all’ultimo Festival del cinema di Venezia, L’attesa di Piero Messina è un film già cardine dalla nostra cinematografia contemporanea.

Scritto da Antonio Di Fiore


Classe '93. Sono nato e vivo tuttora a Napoli. Attualmente frequento il corso di laurea in Scienze della Comunicazione, curriculum Cinema e Televisione. Aspirante regista e sceneggiatore, credo fermamente nel potere della settima arte.