Hanno gli occhi che parlano, questi ragazzi: dicono di paure, insicurezze, ferite, aspettative, sogni. Dicono quello che tanti adolescenti sperimentano nella vita e però tengono lontano dalle parole, in codici di comunicazione altri, che spesso non vengono intercettati, non trovano espressione o ascolto.
Sono diciassette, un’età compresa tra i 17 ed i 24 anni: hanno deciso di prendere parte al campo estivo che il Csv – Centro Servizi per il Volontariato – di Napoli organizza ogni anno e qui, nel verde della Flegrea House di Pozzuoli, dove stanno completando un percorso residenziale cominciato quasi una settimana fa, sembra stiano trovando linguaggi adatti a tradurre quello che sentono dentro.
Il progetto dei campi estivi di orientamento e formazione al volontariato è messo in campo dal Csv Napoli: l’idea nasce nel 2007, e da allora, ogni anno, nel periodo estivo, giovani motivati, che effettuano un colloquio conoscitivo in precedenza, prendono parte ad una sette giorni di incontri ed attività, tutto finalizzato a vivere in prima persona, andando a conoscerle da vicino, le molteplici realtà del volontariato in Campania: “Lo facciamo perché il Cvs ha sperimentato che funziona come modello, fa toccare con mano ai ragazzi l’aspetto della condivisione, la presa in carico, il senso di responsabilità e la gestione dei compiti”, afferma Eleni Katsarou, referente dell’area promozione ed organizzatrice, per il Csv, del campo, e prosegue: “Assume i tratti di un Grande fratello, i momenti non formali fanno il gruppo: i ragazzi non visitano semplicemente ma vivono assieme alle associazioni l’intera giornata e, coadiuvati dai tutor, generano riflessioni sull’esperienza vissuta. Molti dei partecipanti hanno deciso, in seguito, di creare la propria associazione portando avanti la causa che hanno nel cuore”.
Non è cosa di tutti giorni trovare concentrati in una settimana incontri con diversamente abili, cooperazione internazionale e sostegno a distanza, lotta all’antimafia, tutela e salvaguardia dell’ambiente: ambiti diversi in cui si muove il terzo settore in Italia ma che, ugualmente, spesso fuori dai riflettori, trovano forze per andare avanti, anche senza il sostegno di grandi fondi ma con grande passione, partecipazione e competenza – la linfa del volontariato.
Superati timore, timidezza e imbarazzo iniziali, ognuno a modo proprio sta ricavando spazio e tempo per se stessi e per gli altri: “penso possa essere parte del mio futuro”, “mi farebbe piacere costituire un’associazione tutta mia”, “ho riscoperto me stessa”, “non avevo mai fatto volontariato, e mi fa stare bene” – questi alcuni dei commenti a caldo che si sono susseguiti negli incontri con le associazioni. Vedere negli occhi dei ragazzi la voglia di fare, di partecipare, di esprimersi, è il primo, grande, passo che loro, i più giovani, dimostrano di voler compiere verso un futuro di attivismo – non solo in campo sociale, ma anche in quello personale – che bandisca l’indifferenza, che ci faccia, finalmente, sentire tutti più coinvolti.