Foto scattata Mercoledì 3 agosto alle ore 16.00
Sopralluogo di Stefano Erbaggio
– Il Montenuovo brucia. Di nuovo, nel silenzio generale. Quando ancora sono visibili i segni dell’ultimo incendio, quello del 2012, in questi giorni le fiamme stanno nuovamente danneggiando il bosco dell’ultimo vulcano nato in Europa. La vergogna dura da martedì pomeriggio, 2 agosto. Sono ormai giorni che l’elicottero raccoglie acqua dal Lago d’Averno da utilizzare per spegnere l’incendio che pare sempre sul punto di essere domato, pronto a “risorgere” dalle ceneri. Una doppia farsa, quella dei rituali incendi d’estate e di interventi che danno più l’impressione di “contenere” o “gestire” un incendio, anziché spegnerlo sul nascere.
Il personale del Servizio Antincendio della Regione Campania presidia la zona, “monitorando” i focolai e gli alberi che si abbattono, morti, al suolo. Il Montenuovo è un Sito di Importanza Comunitaria, è parte del Parco Regionale dei Campi Flegrei, è un piccolo cono vulcanico che sorge a due passi da due laghi e dal mare ed è un Oasi Naturalistica del Comune di Pozzuoli, gestita direttamente da quest’ultimo che lo presidia quotidianamente attraverso i propri dipendenti.
L’incendio è scoppiato in più punti, quindi è molto improbabile che si tratti di un fenomeno naturale, inoltre è iniziato nel pomeriggio, quando l’Oasi è ancora aperta al pubblico grazie alla presenza dei dipendenti comunali. Alcune domande sorgono spontanee. Com’è possibile che l’incendio non sia stato immediatamente domato nonostante la presenza del Lago d’Averno nelle immediate vicinanze? Come è stato possibile appiccare il fuoco, nonostante la zona fosse presidiata? Ci farebbe piacere conoscere nei prossimi giorni resoconti e rapporti ufficiali, per la cui pubblicazione siamo a disposizione. Nel nostro Paese, sugli incendi boschivi andrebbe condotta un’operazione verità per capire fino a che punto le colpe sono dell’uomo, alimentate dalle deficienze e dalle contraddizioni di un sistema che sembra essersi avvitato. Si auspica che le indagini delle autorità forniscano risposte concrete al possibile nesso tra durata, entità degli interventi e gestione contrattuale dei dipendenti pubblici.
Per adesso, possiamo limitarci ad osservare i danni che il fuoco ha provocato. Su almeno il 10% dell’area boschiva, pineta, macchia mediterranea e lecceta sono carbonizzate. Il contrasto tra la vita e la morte si vede anche da lontano, in un area che dovrebbe essere simbolo della tutela della biodiversità e della natura. Le foto parlano da sole. È stato coinvolto nell’incendio soprattutto il versante che affaccia sul Lago d’Averno, quello che ogni anno è percorso da migliaia di studenti in visita al bosco, accompagnati da operatori specializzati. Oltre al danno materiale, quindi, anche quello lavorativo.
Per ora non si conosce se e in che misura le Istituzioni locali, amministrazione comunale ed Ente Parco, abbiano fatto sentire la propria voce nei confronti di Protezione Civile o chi di competenza. Non si comprende che ogni fazzoletto di terra bruciato su un Oasi naturalistica è un danno enorme, difficile da recuperare in tempi brevi, deleterio sul piano ambientale e su quello della valorizzazione e dello sviluppo del territorio. Se il bosco diventa pericolante, sarà impossibile accompagnarci studenti e turisti, in barba a tutti i buoni propositi di sviluppo turistico sostenibile in campo.
E’ più di un anno che associazioni e operatori locali hanno promosso l’adozione di un regolamento per la tutela del Montenuovo, per consentire alla luce del sole e a parità di condizioni per tutti visite guidate e attività di servizi con guide escursionistiche autorizzate. Si consideri che la migliore forma di vigilanza dell’area, contro incendi e azioni di devastazioni poco chiare, è proprio quella popolare con la presenza costante, regolamentata ed eco-compatibile nell’Oasi. La proposta è stata presentata pubblicamente e ha trovato il sostegno del Sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, ma il provvedimento amministrativo tarda ad arrivare, causa soprattutto l’inerzia della commissione consiliare regolamenti, che non ci risulti sia mai stata convocata sul tema.
E’ proprio il caso di dirlo: un’altra stagione è stata “bruciata” per provare a creare le basi per la creazione di un polo naturalistico nei campi Flegrei. In questi giorni invece a bruciare sono alberi e vegetazione, forse in attesa della pioggia che porrà fine ad una delle tante “emergenze estive”, allungata senza pudore dalla lentezza degli interventi.
A ognuno le sue considerazioni, su cosa pensare e sul da farsi.
Articolo di Stefano Erbaggio e Dario Chiocca