FOTO DI PAOLO VISONE
Una serata diversa, un momento di aggregazione e cultura. Cultura intesa come arma pacifica, strumento di riqualificazione dei quartieri, ma anche come motore di sviluppo, attorno alla quale costruire un indotto fatto di professionalità, talenti e rassegne ben programmate.
Tutto questo è stato l’evento che si è tenuto ieri sera, domenica 28 agosto tra i lotti di Monterusciello, nel piazzale dell’Asl in Via Luigi Capuana. Un doppio spettacolo teatrale, a conclusione degli eventi di agosto patrocinati dal Comune e dalla Direzione artistica, organizzato grazie al contributo delle associazioni “L’Iniziativa” e “Pozzuoli jazz and Conversation” e di tanti privati cittadini. Tutto gratuito e reso possibile dall’impegno volontario di tanti e dalla competenza degli attori del territorio che sono stati coinvolti in questo progetto.
Ad andare in scena è stato prima il gruppo En Art, con “Soul Pezzul”, lavoro di ricerca sull’identità, la memoria e il dialetto puteolano. Pasquale Ioffredo, Mauro Di Rosa e Demi Licata, accompagnati dai musicisti Pino Ruffo e Alfredo Pumilia, hanno ripercorso in chiave artistica e a tratti surreale alcuni momenti della storia recente di Pozzuoli, dall’incendio del Duomo nel 1964 alle tristi e drammatiche giornate dell’evacuazione del Rione Terra avvenuta il 2 marzo del 1970. Alcuni brani del loro spettacolo sono “pezzi storici”, come l’intervista al Sindaco di allora Prof. Nino Gentile, o le grida di protesta dei terremotati nei containers de La Schiana raccolte nel 1984.
Subito dopo è stata la volta di Carmine Borrino e del suo monologo “Francischiello” che rilegge gli avvenimenti dell’ultimo Re di Napoli, prima della caduta del Regno delle Due Sicilie. Una performance definita dallo stesso Borrino come uno “studio shakespeariano”, che non risparmia critiche alla storia ufficiale.
La soddisfazione degli organizzatori è tutta nella collaborazione dei residenti, nella reazione del pubblico presente fatto di centinaia di persone attente e interessate, e negli sguardi dei bambini del quartiere, che hanno assistito a un’esperienza per loro probabilmente nuova.