Matricole escluse dall’Erasmus, che succede a “L’Orientale”? La parola agli studenti

Gli studenti del primo anno non potranno più partecipare, di fatto, al progetto Erasmus + Studio presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Si tratta di una novità inaspettata quanto paradossale nell’Ateneo in questione, che per sua definizione ricopre da sempre sul territorio campano e nazionale un ruolo di apertura verso il Mondo. L’Erasmus, progetto grazie al quale diverse generazioni di studenti universitari hanno avuto la possibilità di fare esperienze di studio – e di vita – in un altro Paese dell’Unione, è tra i frutti migliori delle politiche di integrazione e di interscambio culturale oggi esistenti in Europa. È opportuno specificare che gli studenti partono l’anno successivo a quello in cui fanno domanda; di conseguenza, tale modifica limita enormemente l’accesso ad un’occasione di formazione e crescita personale e culturale senza eguali, riducendo al terzo anno oppure agli eventuali anni fuoricorso la possibilità effettiva di partenza nell’ambito di un percorso accademico triennale.

Tale decisione ha visto, in Senato Accademico, la sola opposizione dei rappresentanti degli studenti. Approfondiamo dunque la questione con alcuni studenti e loro rappresentanti. Mi rivolgo a Gabriele Turco, senatore accademico, dell’organizzazione Link Coordinamento Universitario.

Red – Gabriele, in che modo l’Ateneo esclude le matricole dal progetto Erasmus + Studio?

GT – Quest’anno, ai fini del bando Erasmus, non ci sarà più la possibilità di far valere gli esami sostenuti durante la sessione invernale, ma verranno presi in considerazione solo gli esami sostenuti entro il 31 dicembre 2016. In questo modo vengono automaticamente escluse le matricole: entro quella data, infatti, non avranno potuto sostenere alcun esame, dato che gli appelli ci sono a partire da gennaio.

Red – Perché l’Ateneo ha deciso di adottare tali misure?

GT – L’Ateneo ha giustificato l’adozione di tali misure con problemi organizzativi relativi alle scadenze delle università straniere, che chiedono di inviare prima possibile i dati e i nominativi degli studenti che partono in Erasmus. Tuttavia non capiamo perché tali problemi, ricorrenti ogni anno, in passato siano stati considerati risolvibili e quest’anno no.

Red – Qual è l’opinione di studenti e rappresentanti?

GT – Siamo fortemente contrari. Per noi è fondamentale che gli studenti abbiano la possibilità di partire il primo anno, perché hanno più opportunità di partenza, possiedono una maggiore flessibilità organizzativa, hanno più scelte a disposizione, hanno più esami tra cui scegliere quali sostenere all’estero, hanno la possibilità di organizzarsi per l’anno successivo per riprendere il ritmo degli esami. Partendo al terzo anno, invece, hanno decisamente più difficoltà. È un grave errore togliere agli studenti questa grande possibilità.

Red – Ci sono iniziative di protesta in campo?

GT – Sì, ne abbiamo messe in campo diverse, tra cui una foto – petizione ed un documento che a breve pubblicheremo e al quale tutti gli interessati potranno aderire. Consegneremo tutto il nostro materiale alla rettrice, agli organi di governo dell’Ateneo e al presidente della Commissione Erasmus, affinché le ragioni delle matricole e dei rappresentanti degli studenti vengano ascoltate. Questa non è una questione che riguarda una singola categoria di studenti, non si tratta di salvaguardare studenti del primo, del secondo o del terzo anno, ma di garantire pari opportunità. È una questione di giustizia sociale per tutti.

Si esclude, quindi, un’ampia parte della popolazione studentesca da un progetto europeo, proprio nell’Ateneo con una spiccata vocazione internazionale come l’Orientale. Una situazione paradossale. È bene ricordare che l’Erasmus non rappresenta solo una preziosa opportunità a fini prettamente tecnici e professionali, non è solo un’importante esperienza da inserire nel curriculum, bensì un’esperienza di vita che, in quanto tale, possiede anche una forte connotazione affettiva ed emotiva. Una dimensione, questa, legata alla sfera culturale e sociale, imprescindibile nell’ambito dello studio di lingue e culture straniere e di relazioni internazionali e diplomatiche.

Ascoltiamo il parere dei diretti interessati, gli studenti del primo anno. “In quanto matricola e rappresentante degli studenti al Consiglio del corso di studi di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali – dichiara Cristina Trey – esprimo la posizione mia e dei miei compagni di corso.Chi ha scelto di formarsi all’Orientale, lo ha fatto consapevole della vena profondamente internazionalistica di quest’Ateneo, ideale per chi ambisce a lavorare in un contesto multiculturale. Un’esperienza come quella dell’Erasmus è a mio avviso cruciale in tal senso ed è necessario che lo studente sia messo nelle condizioni migliori per usufruirne al massimo delle sue possibilità. Gli studenti dei primi anni andrebbero quindi spinti e mobilitati alla richiesta, non tagliati fuori di fatto. Speriamo sinceramente che gli organi di governo del nostro Ateneo possano prendere in considerazione le nostre istanze e rivedere la decisione presa, almeno per gli studenti degli prossimi anni.”

“Ancora una volta la voce degli studenti è stata messa in secondo piano – afferma Gianmarco Vitagliano, studente di scienze politiche e relazioni internazionali. L’esclusione di noi matricole dal bando per il progetto Erasmus è a tutti gli effetti la negazione di un diritto. È impensabile che in un’università come l’Orientale, in cui lo studio delle lingue è fondante, venga impedito ad una parte degli studenti di partecipare ad un progetto che permette concretamente di viaggiare e di conoscere nuove culture e tradizioni.”

Dello stesso parere è Arianna Boccamaiello, studentessa al primo anno di scienze politiche e relazioni internazionali: “Voglio aprirmi a nuove culture e capire come funziona la realtà in cui vivo; il motivo per cui ho scelto L’Orientale è stato il ruolo di melting pot che ormai ha nel panorama non solo campano, ma nazionale. L’Erasmus è la punta di diamante di quest’università, sacrificare un’occasione del genere a causa di problematiche organizzative legate agli studenti del primo anno dà un messaggio sbagliato: “se c’è un problema non risolverlo, eliminalo”. E io non voglio che l’università mi insegni questo.”

Mi rivolgo, infine, a Luisa Iossa, senatrice accademica e studentessa di Lingue, per comprendere ed illustrare meglio il valore del progetto Erasmus

Red – Luisa, la questione ti sta certamente a cuore: oltre ad essere da anni punto di riferimento per gli studenti sulle questioni riguardanti l’Erasmus, hai vissuto in prima persona quest’esperienza. Secondo te cosa rappresenta l’Erasmus per l’Ateneo e cosa rappresenta invece per uno studente?

LI – Per un Ateneo come l’Orientale l’Erasmus ha un significato molto importante. Le borse offerte comprendono quasi tutti i Paesi europei, la scelta è vastissima e gli studenti dovrebbero essere più motivati a scegliere di fare domanda. Partire significa praticare realmente ciò che si studia. Entrare dentro la lingua e viverla. Farlo sul posto è tutta un’altra storia. Per uno studente, partire per l’Erasmus significa ampliare i propri orizzonti, imparare a rapportarsi con il mondo. Sei tu e il tuo bagaglio in un paese in cui non conosci praticamente nessuno, in un paese dove si parla una lingua diversa dalla tua e dove ogni cosa sembra lontana dalle tue abitudini. Succede allora che impari a conoscere te stesso e ad essere autonomo, indipendente. Se hai un problema cerchi di capire come risolverlo da solo, senza se e senza ma. Impari a conoscere gli altri perché l’alternativa sarebbe restare da solo. I primi giorni cerchi di comunicare a gesti se non sei pratico della lingua. Poi inizi a capire a allora vivi il dialogo e la condivisione. Le lingue si imparano sul posto, per necessità. O ti sforzi di parlare o resti in silenzio, nella tua bolla, senza integrarti e senza capire, e quest’ultima scelta, a mio avviso, non è proprio la più divertente. Ti rendi conto di essere in un posto molto più accogliente di quanto pensassi. Questo è l’Erasmus: apprendere, vivere, condividere.

Scritto da Martina Brusco


Nata a Napoli nel 1996, residente a Pozzuoli. Studentessa di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale. Entra a far parte dell’associazione e testata giornalistica “L’Iniziativa – Voce Flegrea” nel 2014, con il desiderio di coniugare la passione per il giornalismo e la politica all'impegno sociale sul territorio.