Cuma, il balletto delle acque non balneabili. Divieto revocato dopo un solo giorno

Le acque del tratto di costa denominato “collettore di Cuma”, dalla Necropoli al Monte di Cuma, sono state dichiarate “non balneabili” per un solo giorno, a fine estate. Si tratta di circa 600 metri di costa a sud della foce del depuratore. Il caso può sembrare assurdo, ma merita di essere spiegato. L’ordinanza n. 59 del 22 agosto, a firma del vicesindaco Fiorella Zabatta, revoca infatti quella precedente del 21 agosto, recependo l’esito favorevole dei prelievi svolti dall’Arpac in data 16 agosto, successivi a quelli negativi del 10 agosto.

In base al nostro sistema normativo in materia di balneazione, che tra l’altro recepisce indicazioni europee, può capitare anche questo. Dal 2010, infatti, a determinare l’esito delle analisi è essenzialemente la concentrazione di 2 batteri: l’Escherichia coli ed l’Enterococchi intestinali, ritenuti i migliori indicatori di contaminazione fecale. In parole semplici, è molto più semplice ottenere la patente di balneabilità rispetto al passato, come la nostra redazione ha già sostenuto in passato. E del resto quel tratto di costa viene classificato dal mese di marzo sul sito dell’Arpac addirittura come “buono”, seconda migliore definizione in una scala da uno a quattro che comprende scarso, sufficiente, buono ed eccellente. Quando un prelievo già programmato su un tratto di costa fornisce un esito negativo, dopo qualche giorno ne segue sullo stesso punto immediatamente un altro. E così è stato nel caso specifico. Quindi secondo i parametri di legge quella spiaggia libera, adiacente alla preziosissima foresta di Cuma e vicina agli scavi archeologici, non solo è bagnata da acqua “buona”, ma l’inquinamento ed il conseguente divieto di balneazione è da considerarsi, ufficialmente, un fatto episodico, limitato ai soli giorni a cavallo di ferragosto, magari dovuto a un gioco di correnti. (…)

Ad oguno le sue considerazioni. Da parte nostra, non possiamo che segnalare l’esigenza di un controllo costante sulla qualità delle acque e sullo stato ambientale del territorio che non si fermi a parametri formali, ma approfondisca le criticità e soprattutto non abbassi la guardia sul funzionamento dell’impianto di depurazione di Cuma e (ancor di più) sulla presenza di scarichi abusivi e pericolosi.

(FOTO di PAOLO VISONE)

Scritto da Dario Chiocca


Classe '78, è tra i fondatori de L'Iniziativa, di cui è presidente. Puteolano, è cresciuto nel quartiere di Monterusciello, dove risiede. Laureato in Giurisprudenza, impegnato da sempre sulle questioni sociali, anche nei movimenti studenteschi e nelle organizzazioni sindacali, dal 2010 è avvocato presso il Foro di Napoli e svolge la sua attività professionale nel campo nel diritto civile e del lavoro. In ambito di normativa del lavoro, si occupa inoltre di formazione.