A seguito del tragico incidente avvenuto al Vulcano Solfatara di Pozzuoli, costato la vita a una coppia di turisti e al loro piccolo figlio, la Procura della Repubblica di Napoli ha affidato le indagini – secondo fonti giornalistiche – al sostituto procuratore Ilaria Barone Mancusi e al procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio. Con la formale apertura del fascicolo si potrà conoscere anche l’ipotesi di reato formulata dai magistrati. Come da procedura, saranno poi i rilievi dei periti a raccogliere elementi utili all’inchiesta, mentre gli esami medici dovranno accertare la causa del decesso. L’ipotesi più plausibile circolata finora, ma non ancora ufficializzata, è quella delle esalazioni. A pochi metri nel sottosuolo, infatti, i gas del vulcano non lasciano scampo.
Resta da capire se le normali misure di sicurezza adottate da anni dalla società che gestisce il sito privato (recinzioni dell’area della “fangaia”, cartelli di divieto e indicazioni del percorso da seguire) possano escludere per i magistrati ogni tipo di responsabilità. Secondo testimoni sul posto, la voragine in cui hanno perso la vita madre, padre e figlio era stata segnalata da una catenella segnaletica bicolore. Non è ancora chiaro, però, se la famiglia di Torino stesse visitando il vulcano in compagnia di una guida vulcanologica o meno, e in che cirocstanze si sia allontanata dal vicino percorso riservato a turisti e visitatori.
Domani, intanto, mercoledì 13 settmebre, la città di Pozzuoli, su decisione dell’amministrazione comunale, osserverà il lutto cittadino e un minuto di silenzio presso scuole e uffici pubblici a mezzogiono.