Beni archeologici e lavoro. La sfida ormai è matura: passare alle proposte. Il percorso è sicuramente complesso e presuppone una sinergia tra le diverse Istituzioni da coinvolgere (Soprintendenza, Ministero, Regione, Comuni). Nei Campi flegrei, considerata la varietà di siti e di competenze, è necessario un tavolo inter-istituzionale e una mappatura dei ruoli: dalla manutenzione, alla promozione fino alle ipotesi di gestione. Ma le singole amministrazioni comunali possono cominciare a fare la loro parte.
IL CASO POZZUOLI – La nostra redazione ha già evidenziato il carattere innovativo del Protocollo di intesa firmato da Comune e Soprintendenza finalizzato a garantire, grazie all’utilizzo di dipendenti comunali presso i siti archeologici, la loro apertura; un Protocollo che, purtroppo, ha trovato finora applicazione solo a metà. Ne abbiamo parlato con l’assessore ai beni culturali Franco Fumo, incontrato nel suo ufficio, al quale abbiamo posto alcune domande.
Assessore, perchè il Protocollo trova realizzazione solo a metà?
Come primo atto ci premeva contribuire all’apertura dell’Anfiteatro Flavio. I dipendenti del Comune messi a disposizione sono ben 10, considerando anche le loro turnazioni. Adesso è il caso di verificare con la Soprintendenza l’attuazione di tutti i punti del Protocollo, in particolare la valorizzazione di questi siti e la possibilità di visitare su prenotazione il Macellum e lo Stadio di Antonino Pio.
Altro punto rimasto solo sulla carta è appunto l’info-point comunale dove prenotare le visite a questi due siti. Sarebbe anche un modo per creare di fatto occasioni di lavoro per le guide turistiche …
Per ora è partito un info-point a Palazzo Toledo in collaborazione con l’associazione Albergatori Campi Flegrei. E’ un’iniziativa importante e che sta funzionando bene, con finalità di promozione non solo delle strutture ricettive, ma anche delle offerte storiche e culturali presenti in città. Ma le due cose non vanno confuse. Contiamo di rendere operativo l’info point comunale per la prenotazione delle visite entro la prossima primavera.
La sinergia con la Soprintendenza sta funzionando?
Il Comune è disponibile a fare la sua parte, a calendarizzare la pulizia e la manutenzione dei cosiddetti “siti minori” e a mettere a disposizione le proprie attrezzature, anche per evitare episodi come quelli di cui siamo venuti a conoscenza nell’Anfiteatro che ci hanno fatto “trasecolare” (depositi ci materiali da scarto nel monumento).
Ma Lei è favorevole alla proposta del Ministro Bray sulla rotazione ogni tre anni dei responsabili della Soprintendenza?
Sono assolutamente d’accordo. Con una eccessiva permanenza su un territorio di funzionari e dirigenti dello Stato, c’è il rischio che questi ultimi possano travalicare i loro compiti istituzionali per cui hanno ricevuto l’incarico. Almeno gli amministratori e i politici devono dare conto del loro operato dei cittadini.
Cosa ne pensa della gestione integrata dei beni?
Sono favorevole all’idea che si debba raccogliere ogni idea progettuale per creare occupazione, nella massima trasparenza. E’ quello che intendiamo fare per il Rione Terra, di cui rivendichiamo al più presto la riapertura del percorso archeologico.
LE NOVITA’ DA BACOLI – Abbiamo appreso da qualche settimana che il Comune ha indetto un bando di gara per progetti di recupero delle Grotte dell’Acqua e del Colombario del Fusaro, strutture di epoca romana. L’avviso pubblico è rivolto a reperire proposte progettuali utili alla riqualificazione e al restauro. I fondi regionali stanziati sono circa 100mila euro.
Contattata telefonicamente, l’assessore ai Beni culturali Flavia Guardascione rivendica che “si tratta del primo intervento sul sito delle Grotte dell’acqua, complesso a carattere termale. Il bando è finalizzato non solo alla pulizia e alla messa in sicurezza, ma anche al “rilievo” scientifico, cioè allo studio del sito al fine di valorizzarlo una volta reso fruibile”. Discorso simile per il Colombario del Fusaro, che finora è già stato interessato da un affidamento al circolo di Legambiente Bacoli mediante avviso pubblico, ma solo a titolo di volontariato.
Guardando al dopo, l’assessore ci dice che “i siti devono essere innanzitutto riqualificati; noi come amministrazione siamo legati inevitabilmente alla Soprintendenza, e questi anni hanno dimostrato il limite del sistema delle competenze incrociate. Ma per quanto riguarda questi due siti, esclusivamente comunali, non mi sento di escludere in futuro ipotesi di concessioni a soggetti come cooperative e piccole imprese al fine di creare reddito e occasioni di lavoro.”
LA PROPOSTA NEL CONTESTO FLEGREO – Ancora una volta, dunque, la questione è flegrea e i tempi impongono ormai un piano di gestione complessivo per il turismo culturale che non si fermi ad interventi fine a se stessi o frammentari. In questo momento storico, coltivare aspettative su ipotetiche assunzioni da parte della Soprintendenza o di società legate allo Stato è di certo irrealistico. Al contrario, soluzioni e concrete occasioni di lavoro possono scaturire da articolati piani di gestione che coinvolgano cooperative e piccola imprenditoria. Nei siti di interesse deve essere individuata la possibilità di erogare servizi a turisti e visitatori: dall’organizzazione di eventi e percorsi alle visite guidate; dalla somministrazione alimentare alla vendita di souvenirs. Un modello che può coinvolgere anche i siti naturalistici, come i nostri laghi o le aree verdi.
Non ci sono alternative. La strada da seguire è la “liberazione” delle risorse umane e professionali, soprattutto locali e giovanili, nei luoghi legati alla storia, alla cultura e alla bellezza del nostro territorio. Chi vuole mettersi in gioco (ed investire innanzitutto se stessi e le proprie competenze) deve essere messo nelle condizioni di farlo. Ovviamente, a precise regole che garantiscano la libera fruizione di determinati beni comuni, la tutela ambientale e i diritti sul lavoro. Per questo vanno studiati, e poi attuati, regolamenti e bandi di gara ad evidenza pubblica per la concessione di attività legate al turismo culturale. E’ questa la proposta che da anni ha visto concordi numerosi operatori del settore e associazioni e che oggi è opportuno approfondire, affinché maturi al più presto come vero e proprio progetto politico.
In alto: Pozzuoli, Stadio di Antonino Pio (Foto di Paolo Visone)