Che succede al Valione di Pozzuoli? L’area è stata transennata da qualche giorno per l’avvio dei lavori di riqualificazione urbana nell’ambito del Programma PIU Europa Po-Fesr 2007/2013. Il progetto, con una base d’asta di 986 mila euro e una gara di appalto che ha premiato la ditta al minor prezzo, vuole dare un volto nuovo a uno dei luoghi legati alla tradizione puteolana e marinara, realizzato negli anni a cavallo tra l’800 e il 900. Un’area che oggi è in evidente decadimento e rispetto alla quale un piano di recupero urbano non può che essere salutato positivamente, come naturale prosieguo della pedonalizzazione del Centro Storico avvenuta negli anni scorsi.
I DETTAGLI – Tutta la zona, compreso un tratto di via Cavour, via e largo San Paolo, sarà completamente ripavimentata, anche attraverso il riutilizzo parziale dei basoli, che verranno rimossi, recuperati e riposizionati. Previsto anche l’abbattimento del muro che costeggia i locali in via San Paolo e lo smantellamento del chioschetto presente su un lato, restituendo quindi visibilità e fruibilità sia alla Darsena che alla Chiesa dell’Assunta. Sarà inoltre riqualificata la passeggiata sul molo retrostante la chiesa lunga 160 metri con il ripristino della pavimentazione esistente in cemento e il posizionamento di una ringhiera leggera per la lunghezza di 110 metri. Annunciato, inoltre, l’abbattimento delle barriere architettoniche.
(Clicca sulle immagini per visualizzare alcune simulazioni, diffuse dall’ufficio stampa del Comune di Pozzuoli, di come dovrebbe cambiare l’area)
LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO – Vincenzo Figliolia ha rivendicato che si tratta “di un progetto che parte da lontano, che la precedente amministrazione da me presieduta inserì nel Programma PIU Europa, riuscendo ad ottenere, grazie al lavoro dei nostri uffici, ulteriori finanziamenti. Questi lavori ci consentiranno di restituire dignità e identità ad uno degli spazi pubblici assolutamente significativi per i puteolani”. Qualche settimana fa il primo cittadino di Pozzuoli aveva salutato anche l’arrivo di un altro finanziamento che, sebbene di entità di gran lunga inferiore, è sempre rivolto al Valione: 10 mila euro per la pulizia dei fondali marini, ottenuti dalla partecipazione a un bando indetto dalla Città metropolitana di Napoli, che ha premiato proposte che coniugassero la tutela ambientale con le attività economiche legate alla risorsa mare. A proposito di questo intervento, da realizzare entro il 31 ottobre prossimo, Figliolia ha azzardato che “la pulizia del fondale sarà radicale ed incisiva, in modo da riavere uno specchio d’acqua pienamente fruibile.”
LE INCOGNITE – Non è chiaro se la pulizia dei fondali si limiterà, ancora una volta, alla sola rimozione dei rifiuti più ingombranti, andrà – come da fonti vicine all’amministrazione – un po’ più a fondo, o sarà un primo passo verso quell’opera di dragaggio e di scavo, divenuta ormai necessaria per consentire l’utilizzo concreto dello specchio d’acqua del Valione. Già, perché se è vero che il progetto PIU Europa viene da lontano, in questi anni il bradisismo ha fatto la sua parte. Secondo i dati forniti nell’ultimo bollettino mensile di agosto pubblicato dall’INGV/Osservatorio Vesuviano, il suolo a ridosso del Rione Terra si è alzato di circa mezzo metro dal 2008, 10 cm nel solo ultimo anno. Sembrano numeri piccoli – e dal punto di vista dell’allarme bradisimico, per fortuna, lo sono – ma bastano a mettere in crisi l’utilizzo della darsena per le barche. Il fenomeno, del resto, è ben visibile nelle giornate di bassa marea. Di fronte a questo processo naturale e incontrollabile, non è possibile tuttavia restare indifferenti, con il rischio di ritrovarsi tra pochissimi anni in uno scenario simile a quello che già si presenta a Via Napoli nei pressi dello scheletro di cemento di Vicienz’ a mmare, ovvero con un cimitero di barche. A cosa serve un restyling della piazza, se lo specchio d’acqua, con tutto il suo bagaglio di immagine e di identità culturale, scompare? In questo senso la darsena potrebbe diventare triste metafora della città di Pozzuoli. Cosa che nessuno si augura. Per evitarlo, occorre non solo preoccuparsi sul piano amministrativo di reperire fondi e organizzare interventi strutturali in modo da recuperare metri preziosi in profondità, ma anche (e soprattutto) una visione strategica di sviluppo e di destinazione d’uso per quell’area, che tenga presente di cosa deve essere in futuro Pozzuoli, il suo porto e in particolare il Centro Storico. Luogo di memoria o scenario suggestivo per la movida? Diportistica o piccola pesca? Oggi in quella che viene ancora definita la “darsena dei pescatori” le barche azzurre, tipiche delle attività marinare, sono non più di una decina, mentre piccoli e grandi motoscafi bianchi, in forza di concessioni regionali, prevalgono in numero (in compenso, pochi metri più in alto, non mancano le auto parcheggiate in modo improprio). Le diverse opzioni socio – economiche potrebbero anche convivere. Purchè la scelta sia fatta in modo pubblico e condiviso, nel rispetto delle regole e senza lasciare gli eventi al caso o all’inerzia del tempo.