Ciò che era eccezionale è diventato “normale”. Non è un gioco di parole, ma una triste constatazione. I forti venti, con raffiche fino 120-130 km orari, hanno devastato Pozzuoli e i Campi Flegrei, con inevitabili danni e tanta paura. Alberi caduti a decine, forse oltre un centinaio; pali di pubblica illuminazione e pannelli pubblicitari o stradali piegati; tragedie sfiorate; case scoperchiate nei pressi degli uffici del Comune; un guasto a un impianto di energia elettrica con interruzione di fornitura agli abitanti di Toiano; cornicioni staccati dai palazzi; strutture sportive danneggiate, al D. Conte di Arco Felice, al Chiovato di Baia e al campo Gamba di Monterusciello; un dehors di vetro andato distrutto in Piazza delle Repubblica.
I sindaci di Pozzuoli Vincenzo Figliolia e di Monte di Procida Peppe Pugliese hanno rinnovato nel pomeriggio l’appello ai cittadini a prestare massima attenzione e ad uscire di casa solo se necessario. Squadre della municipale e della Protezione Civile sono all’opera per rimuovere i pericoli e i venti sono calati rispetto alle prime ore del mattino. Ma superata l’emergenza, ci si augura dopo la giornata di domani domenica 24 febbraio, resta il dato che le nostre città, così come concepite, costruite e soprattutto manutenute, non sono idonee a fronteggiare gli evidenti cambiamenti climatici in corso, caratterizzati soprattutto da imprevedibilità, novità e violenza degli eventi.
(Nella foto, albero abbattuto dal vento all’ingresso di Arco Felice dopo l’uscita dalla Tangenziale. Nella stessa zona si segnala la caduta al suolo di pannelli e indicatori stradali).
DISASTRO MONTENUOVO – Una pagina nera è stata scritta per il Montenuovo. Un incendio scoppiato a partire dalle 12.00 si è velocemente propagato su tutto il versante che affaccia ad arco Felice e Lucrino. L’area gravemente colpita e distrutta dalle fiamme è stata soprattutto quella dell’Oasi naturalistica, alle dirette cure del Comune di Pozzuoli, peraltro ufficialmente chiusa al pubblico a scopo precauzionale nella giornata di oggi, proprio per l’allerta meteo. Con amara ironia dobbiamo registrare che stavolta i comodi alibi delle “alte temperature”, della siccità e della’autocombustione, spesso utilizzati in passato per “spiegare” la natura di questi eventi, non reggono, trovandoci in pieno inverno. La mano è stata necessariamente quella dell’uomo, non sappiamo se per dolo, incuria o inciviltà. I venti fortissimi e la presenza di pini già vecchi, malati o abbattuti, con tronchi lasciati sul posto, hanno fatto il resto. L’arrivo dei vigili del fuoco è stato registrato poco prima delle 15.00, nonostante le segnalazioni e i tentativi di chiamare il 115 da parte dei cittadini fin dai primi minuti. Poco dopo c’è stato l’intervento massiccio di mezzi aerei (ben due canadair). Da fonti presenti sul posto, all’imbrunire l’incendio persiste, con numerosi focolai ancora attivi. Pare che l’area interna del cratere e i versanti coperti da lecceta non siano stati toccati dal fuoco, che ha invece distrutto quella vegetazione di cui è prevista la sostituzione. Ma in attesa di un bilancio definitivo, non possiamo che ribadire il valore strategico dei progetti di riqualificazione ambientale in campo, già approvati e finanziati, con la piantumazione di 1.000 nuovi alberi di specie autocnone, meno invasivi rispetto ai pini piantati circa 100 anni fa.
(Foto reportage di Paolo Visone)