Da pochi giorni la città di Quarto ha registrato due gravissimi episodi, avvenuti tra il 30 e il 31 ottobre.
Una delle vittime è un imprenditore edile di 45 anni, Luigi Polverino, incensurato, che ha riportato ferite gravi al cranio a seguito di un vero e proprio agguato teso all’imbocco del viale di case, da parte di uomini a volto coperto e colpi di spranghe e cacciavite. Il secondo è il 24enne Vincenzo Abbate, ferito a colpi di arma da fuoco al petto nei pressi della sua abitazione. Ovviamente sono in corso le indagini da parte delle Forze dell’Ordine e degli inquirenti. Tuttavia, i fatti di sangue, anche se scollegati tra loro, hanno subito indotto a pensare alla pista malavitosa. La città di Quarto, il cui Comune è tuttora commissariato per infiltrazioni camorristiche, potrebbe fare i conti con il tentativo da parte di delinquenti “emergenti” di alzare il tiro per “accreditarsi” e sostituire gli esponenti dei clan che al momento sono in carcere.
E’ in tale contesto che giunge l’iniziativa promossa dall’associazione antiracket “Quarto, legalità e sviluppo“, presieduta da Domenico Brescia, dalla Forania di Quarto e dalla Diocesi di Pozzuoli. L’appuntamento è alla fiaccolata di venerdì 8 novembre alle ore 19.30 con partenza dalla Parrocchia San Castrese fino a Piazza Santa Maria. “Per un sussulto di cittadinanza attiva, se avete a cuore il futuro della nostra città partecipate tutti!” si legge nel volantino. Tra le adesioni non dovrebbe mancare quella di Antonello Ardituro, il pm della procura di Napoli che dispose tra l’altro il sequestro della squadra calcistica di Quarto perché legata alla camorra. La fiaccolata sarà aperta dai ragazzini che frequentano le attività sociali e ricreative della Chiesa Gesù Divin Maestro, con lo striscione “Giù le mani da Quarto”.
Dopo anni in cui la lotta alla malavita è avvenuta a colpi di arresti o di altre iniziative della Magistratura, per la prima volta l’anticamorra di Quarto ha l’occasione per scendere in strada e “contarsi”. La possibilità che la camorra possa rialzare la testa è più che un rischio e la sfida della bonifica del tessuto sociale, produttivo e politico non può essere mancata.