Confronto, formazione e proposta, ma anche provocazione, per ridestare le coscienze. Questi, i cardini strutturali al centro del Festival del Giornalismo Giovane, che si è svolto al Pan di Napoli dal 20 al 22 settembre e promosso dall’associazione Youth Press Italia. Giunto alla sua seconda edizione, dopo il successo della precedente con più di 800 partecipanti, si conferma una realtà di grande impatto, fervida, ricca di spunti di riflessione e discussione, in crescita, in perfetta sinergia anche col mondo istituzionale, vantando la collaborazione del Comune di Napoli, dell’Ordine dei giornalisti della Campania e della Federazione Nazionale della Stampa.
Ripartire dal giornalismo di qualità per creare nuova e migliore occupazione nel settore dei media e della comunicazione in Italia, non dimenticando l’universo di precariato e di lavoro nero che ruota intorno al settore, è la priorità che Youth Press Italia, l’associazione nazionale dei giovani giornalisti, ha rilanciato con la seconda edizione del Festival.
Napoli si è trasformata per 3 giorni in un laboratorio di idee, di carattere trasversale, puntando i riflettori su tematiche al centro dell’agenda nazionale: la crescita, la cultura, l’occupazione, la sostenibilità ambientale, l’imprenditoria individuale che si concretizza nell’insediamento di processi di sturtup. La seconda edizione del festival è stata inoltre green, ad impatto zero, come dimostrato durante l’apertura attraverso un’azione di guerrilla gardening, che in sinergia con i laboratori territoriali più attivi (Clean Up Napoli, Friariell Ribelli, Let’s do it Vesuvio eccet.) ha simbolicamente regalato un orto urbano alla città. Un festival che non ha voluto essere ricordato unicamente in un’ottica di protesta, ma quale luogo di proposta concreta per implementare un’idea di futuro possibile per le nuove generazioni, alle prese con la trasformazione del contesto socio-culturale e urbano in cui andare ad operare. Mentre la storia consegna un’evoluzione sempre più high-tech della professione, le distanze si assottigliano e il tempo diventa sempre più sfuggente, così come l’informazione stessa, generando cambiamenti repentini anche nel mercato della fruizione mediatica, in cui occorre farsi spazio e ritagliarsi la propria nuova “identità” che parla il linguaggio della differenziazione, anche in termini di competenze.
In questa continua recerche della propria dimensione anche lavorativa ai giovani giornalisti “in erba” è chiesto di reinventarsi e di adattarsi al nuovo scenario disegnato dal web e dalla nuova frontiera dei social network, sempre più fondamentali motori di visibilità e condivisione. Addio quindi al giornalismo tradizionale, basato esclusivamente sulla carta stampata, con il web si ridefinisce l’idea di giornale, ma si aprono anche nuove possibilità per chi sappia intravederle dietro rinnovate “vesti” editorali. “All’effervescenza giornalistica giovanile in Italia fa da contraltare la mancanza di possibilità effettive di inserimento nel mercato del lavoro” commenta Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, rimarcando il gap tra domanda e offerta in un settore così ambito, ma ricco di problematicità e ostacoli, in cui è premiata l’intraprendenza, la formazione continua e una buona dose di perseveranza.
Non solo l’aspetto mediatico al centro della seconda edizione del festival, a fare da protagonisti anche i temi del lavoro e dei diritti, attraverso la promozione di idee e soluzioni pratiche. Tra queste spicca l’adozione-pilota della Youth Garantee nel settore dei media, seguendo il modello europeo, per cui ogni paese si impegna a garantire ai giovani fino a 25 anni di età un’offerta “qualitativamente valida di lavoro, proseguimento negli studi, apprendistato o tirocinio entro 4 mesi dall’uscita dal sistema di istruzione o dalla perdita del lavoro”, favorendo anche la creazione di appositi sportelli di informazione, che stimolino imprenditorialità e start-up. Al centro dei panel del festival anche le opportunità di lavoro e formazione in Europa, grazie ad esperti, quali il Presidente dell’Associazione Stampa Estera in Italia, che hanno illustrato le opportunità spesso non conosciute offerte dalla Ue.
A catturare l’attenzione dei giovani giornalisti e dei partecipanti è stato un’ulteriore tema dibattuto durante il festival: donne e giornalismo, focalizzatosi in particolare sul cambiamento nell’accesso alla professione da parte delle donne, che faticano a farsi strada più dei loro colleghi uomini. Ma il traguardo, sebbene con più fatica, sembra ugualmente raggiungibile, come dimostrano storie di impegno e iniziative di successo portate avanti da giovani donne tenaci e determinate. Ma Youth Press Italia ha puntato ancora più in alto col panel dedicato al giornalismo di seconda generazione, capace di portare ogni giorno nel proprio lavoro un valore aggiunto in termini di apertura verso il mondo e verso nuovi “punti di vista” per raccontare il nostro Paese.
“C’è bisogno di informazione libera, plurale, veritiera” commenta il sindaco Luigi De Magistris, intervenuto alla kermesse, sottolineando un aspetto fondamentale della manifestazione: la necessità di un giornalismo onesto, non manovrato da altre forze esterne, collaborativo e sinergico in un’ottica di fare “rete”.
Un risultato molto positivo quello raggiunto dal festival, che ha dato nuova linfa e relazione alle forze attive presenti sul territorio, ribadendo che il giornalismo e la comunicazione sono da sempre elementi imprescindibili per la crescita democratica ed economica dell’intero contesto locale.
Foto di Paolo Visone