Nell’era in cui la salvezza del corpo sembra coincidere con la salvezza dell’anima e la “dietetica” diventa la vera etica contemporanea, torna centrale il dibattito sul ruolo della “dieta mediterranea”, che con i suoi alimenti diventa cardine di un sistema di vita sano e garanzia di longevità, come dimostrato da studi scientifici, che partiti alla fine degli anni ’50 dallo studioso americano Ancel Keys, hanno portato l’intera comunità scientifica a ritenere la dieta mediterranea un importante alleato della salute. Eppure la dieta mediterranea ha una valenza che esula da quella puramente alimentare, dato il suo valore culturale ed economico, come volano di rilancio dell’economia locale.
Se n’è discusso nella manifestazione che dal 13 al 16 novembre ha preso vita con una serie di eventi musicali, degustazioni gratuite, spettacoli, dibattiti, organizzati tra i comuni del salernitano e la città di Napoli e culminati nella giornata conclusiva all’università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Iniziative promosse dalla Regione Campania per celebrare il quinto anniversario del riconoscimento Unesco della dieta mediterranea quale patrimonio culturale immateriale dell’umanità e che si è concluso all’Universita’ Suor Orsola Benincasa di Napoli, tra i promotori della manifestazione assieme al Ministero delle politiche agricole e forestali, all’università del Sannio, alla Federico II, alla Camera di Commercio di Napoli e al comune di Pollica nel Cilento, comunità emblematica di tale stile di vita e del riconoscimento stesso dell’Unesco. L’obiettivo è quello di promuovere e valorizzare la cultura della dieta Mediterranea partendo dalla tutela del territorio, elevando la credibilità dei nostri prodotti, promuovendo il turismo enogastronomico, concependo una vera e propria marca distintiva “dieta Mediterranea”, che possa combattere la sempre più diffusa contraffazione o il fenomeno dell’italian sounding, per cui prodotti non italiani, ma con un suono simile, vengano venduti come tali all’estero come falso made in Italy.
“Attraverso il cibo come elemento culturale si costruisce il legame con la società, ma è fondamentale portare il fattore umano e culturale al centro dei processi economici”, asserisce Marino Niola, antropologo e direttore del MedEatResearch, il Centro di ricerche sociali istituito presso l’universita Suor Orsola Benincasa di Napoli.
“La dieta mediterranea significa un sistema di valori, idea di famiglia, relazioni umane, e rapporto tra generazioni, un sentimento di pace e apertura all’accoglienza”. Queste le parole del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, intervenuto in conclusione della kermesse al Suor Orsola Benincasa e che ha sottoscritto con i sindaci del comuni cilentani la “carta dei valori” della dieta mediterranea .
L’intervento del Governatore, che ne ha ricordato anche la presenza ad Expo con uno stand dedicato, si concentra sulle potenzialità che rappresenta la tutela della nostra ricchezza agro-alimentare: “L’unica possibilità che abbiamo di vincere la competizione mondiale è valorizzare le nostre qualità, i nostri tratti distintivi, le nostre eccellenze e allo stesso tempo supportare le imprese campane. Il cilento sarà uno degli assi di sviluppo turistico” . Il presidente ribadisce ancora che è fondamentale lottare contro la contraffazione dei nostri marchi di qualità e difendere l’identità del Mediterraneo che passa anche attraverso l’alimentazione. Dopo aver ricordato i drammatici fatti terroristici di Parigi dello scorso 13 novembre, il presidente invita alla coesione al di là delle barriere etnico religiose e agli estremismi radicali: “E’ imprescindibile la cooperazione e la tolleranza tra i paesi che affacciano sul Mediterraneo per crescere sinergicamente. Un esperimento – dice – che con la Tunisia sta portando buoni risultati”. Ricorda poi l’appuntamento nel 2016 che vedrà riuniti tutti i paesi del bacino del Mediterraneo proprio per discutere di strategie e risultati in un’ottica di valorizzazione delle proprie tipicita’ agro- alimentari.
Si è discusso poi dell’importanza di un uso corretto dei fondi strutturali europei, rispetto ai quali la Campania ha ritardato i tempi , per far crescere le imprese locali, con particolare riguardo all’enogastronomia, attraverso incentivi ad hoc e per dare impulso all’offerta turisitica del Sud Italia. Uno sviluppo che non può prescindere dall’ adeguamento infrastrutturale delle aree portuali e delle reti di trasporto per rilanciare il ruolo strategico del nostro paese nel bacino del Mediterraneo.