APPROFONDIMENTO / Che fine ha fatto il Waterfront flegreo?

Foto-per-archivio-(sofer-larga)FOTO DI PAOLO VISONE

Rione Terra, PIU Europa, navi da crociera… Il dibattito a Pozzuoli è quanto mai vivo. Programmi, progetti e idee che, come tessere di un puzzle, hanno l’obiettivo di comporre l’auspicata città dell’accoglienza. Eppure l’agenda pubblica puteolana pare aver smarrito un tassello, se non il più importante, sicuramente il più grande: il cosiddetto Waterfront Flegreo. Che fine ha fatto la complessa opera di riconversione dell’area industriale dismessa? È ancora valido quel progetto destinato a cambiare il volto della costa puteolana, così come annunciato dal consorzio privato che dovrebbe operare nell’area, la Waterfront Flegreo Spa?

Dopo due campagne elettorali incentrate sulla questione, nel 2011 e nel 2012, tutto è ancora fermo e l’interesse, politico e pubblico, oggi pare essersi focalizzato altrove. Negli ultimi mesi, però, qualcosa si è mosso su un fronte diverso, ma collegato al Waterfront. Sono stati, infatti, aperti alcuni cantieri nella zona di Via Campana per la realizzazione di un collegamento sotterraneo fra la tangenziale e il porto di Pozzuoli. Un’opera pubblica fondamentale, con un investimento totale di 150 milioni di euro, e strategica per la grande iniziativa privata che si intende realizzare lungo la costa. I dubbi, però, restano. La situazione del Waterfront è destinata a sbloccarsi in tempi ragionevoli o ci ritroveremo con un tunnel che porta le auto davanti a vecchie mura e capannoni abbandonati?

Per fare chiarezza su queste questioni abbiamo incontrato l’assessore al Governo del Territorio del Comune di Pozzuoli Roberto Gerundo, che ha manifestato l’interesse dell’amministrazione Figliolia verso questo progetto, ricordando però che si è sviluppato in regime commissariale. Dopo l’approvazione del P.U.A. oltre due anni fa, tutto sembrava pronto per l’inizio dei lavori, ma Gerundo avanza dei dubbi: «È stata una vicenda strana e, a mio parere non compiuta definitivamente nei suoi vari passaggi, che hanno necessità di ulteriori fasi di perfezionamento a difesa dell’interesse non solo pubblico ma anche dell’imprenditore privato».

Considerata la fase di stallo da parte della società privata, fondamentale nel discorso dell’assessore è la volontà di procedere secondo una prospettiva modulare: «Sono dell’opinione che si possa procedere per fasi successive alla riqualificazione dell’intera area, in una prospettiva comunque garantita da un piano unitario. Abbiamo avanzato questa proposta anche con gli investitori privati rilevandone, perlomeno nelle considerazioni generali, una certa condivisibilità. Pensiamo che l’ultimazione del collegamento con la tangenziale possa incrociare a valle, quindi l’area portuale, una prima porzione di Waterfront, quella che prevede l’insediamento del polo nautico. Questa è l’ipotesi, la prospettiva e l’auspicio dell’amministrazione».

Gerundo ha anche chiarito alcuni aspetti legati alla destinazione delle aree: «Abbiamo bisogno di capire le funzioni che l’intervento contiene. Ad esempio la realizzazione di un centro commerciale crea imbarazzo, perché sicuramente competitivo con il sistema commerciale del centro storico. Per quanto riguarda gli aspetti turistico-ricettivi abbiamo la necessità di coordinare questo tipo di offerta e diversificarla in relazione a quanto verrà realizzato al Rione Terra». Infine l’assessore ha escluso la possibilità di speculazioni edilizie in area che vede destinata piuttosto all’offerta di servizi con quote di lavoro qualificate, inquadrate e che siano stabilmente impegnate sul territorio.

Le parole pronunciate dall’assessore Gerundo sono indice di idee lucide e chiare. La proposta di procedere per lotti sembra funzionale ad una maggiore concertazione di un progetto calato dall’alto. Resta, però, da verificare quale ruolo l’amministrazione riuscirà effettivamente a svolgere nell’ambito di un’iniziativa che resta totalmente privata, pur nel rispetto dei piani urbanistici e nella programmazione territoriale del Comune. Il vero nodo resta la volontà della Waterfront Flegreo Spa di procedere nell’opera e secondo quali modalità. I sospetti e i forti timori verso il progetto presentato qualche anno fa restano validi, ma la prospettiva di un totale abbandono è desolante e colpirebbe pesantemente il processo di riqualificazione di Pozzuoli.

Scritto da Mirco Maestrini


Mirco Maestrini, nato nel 1987 e da sempre cittadino puteolano. Giornalista pubblicista, laureato in Scienze della Comunicazione, dal 2012 collaboro con la redazione de “L’Iniziativa - Voce Flegrea”.