La situazione nel Cratere degli Astroni che ormai brucia da mercoledì scorso è precipitata. L’incendio è fuori controllo, e le fiamme sono arrivate all’ingresso della riserva. Attualmente una ventina di persone, compreso il personale Wwf, sono circondati dalle fiamme. C’è disperazione, perché le fiamme non solo hanno divorato più della metà dell’oasi, ma adesso mettono in pericolo anche l’incolumità delle persone presenti sul posto. “Da giorni siamo preoccupati per il rogo che sta distruggendo l’oasi di Astroni e chiediamo mezzi adeguati per spegnere un incendio sviluppatosi in un luogo dalle caratteristiche geomorfologicamente molto difficili”. – dichiara la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi che conclude. “Adesso più che mai bisogna fare presto: la priorità è mettere in salvo le persone con un intervento risolutivo”.
Il Cratere degli Astroni è una riserva naturale statale, gestita dal Wwf e ricadente per gran parte nel Comune di Pozzuoli. La posizione geografica rende il cratere isolato ed il suo gravissimo incendio è passato quasi invisibile sotto gli occhi della popolazione e della politica locale. L’attenzione è stata rivolta, inevitabilmente, alle zone abitate, tanto è vero che i mezzi aerei hanno raccolto acqua dal Lago Grande, all’interno degli Astroni, per gettarla sulle abitazioni circostanti, mentre il bosco era in fiamme. Il personale Aib e Wwf ha operato per ore senz’acqua nell’oasi. Pur in presenza di un attacco generale in tutta la regione e l’Italia, le scelte, o le modalità di intervento della “macchina dei soccorsi” non sono state tali da salvaguardare questa indispensabile area boschiva, habitat naturale per moltissime specie animali. Adesso il cratere più grande dei Campi Flegrei, quello conservato meglio, una delle aree verdi più grandi di Napoli e zone limitrofe si avvia verso la distruzione. Solo nei prossimi giorni si potrà fare la conta dei danni. Ma una cosa è sicura: nei prossimi anni la qualità dell’aria nei Campi Flegrei e a Napoli ovest sarà peggiore, perchè gran parte di quel polmone verde, grande quasi 250 ettari, non esiste più.