Ancora falso e dannoso allarmismo sul pericolo eruzione nei Campi Flegrei. E’ di queste ore una nuova ondata di servizi giornalistici, anche su testate nazionali (Il Fatto Quotidiano, La Repubblica, Studio Aperto, Tg2…..) che danno per catastrofica la situazione eruttiva nei Campi Flegrei, gettando nel panico buona parte della popolazione. Tutto nasce da un lavoro sulla caldera dei Campi Flegrei portato avanti dallo University College di Londra e dall’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Vulcanologia e Geofisica. Alcune “interpretazioni giornalistiche” del lavoro hanno dato per imminente l’esplosione del “supervulcano” dei Campi Flegrei. Un inutile allarme che da diversi giorni si sta diffondendo a macchia d’olio. La notizia sembra essere sfuggita di mano tanto da dover richiedere l’intervento di uno degli autori della ricerca, Giuseppe De Natale, dirigente di ricerca all’Osservatorio Vesuviano – INGV di Napoli, già intervistato poco più di un mese fa dalla nostra testata sullo stato della caldera flegrea, che ha smentito l’inutile allarmismo. Di seguito riportiamo per intero il suo intervento sulla sua pagina Facebook.
L’INTERVENTO DI DE NATALE – “L’informazione sul nostro lavoro pubblicato su Nature Communications sta prendendo una piega talmente allarmistica e senza senso da cadere ormai nel ridicolo. Questo perchè purtroppo il lavoro è stato pubblicato mentre io ero (e sono ancora) a Rotterdam per un Congresso, e dunque i media, in mia assenza, intervistano uno degli autori che, spero solo perchè impreparato a gestire l’informazione in un caso del genere, sta ‘tracimando’ incontrollato. Sto leggendo ‘Perle’ incredibilmente rare: come ‘le MIGLIAIA di chilometri cubi’ di prodotti eruttivi che un’eruzione dei Campi Flegrei potrebbe generare (ndr: l’eruzione più forte, ossia l’Ignimbrite Campana di 39.000 anni fa, che neanche si sa se sia stata realmente emessa dai Campi Flegrei, è stimata al massimo in 300 chilometri cubi). Insomma, mi sembra di rivivere i tempi del ‘Campi Flegrei Deep Drilling Project’, quando i giornali scrivevano che volevamo realizzare ‘un pericolosissimo tunnel tra i Campi Flegrei ed il Vesuvio’. Solo che adesso posso stare a guardare, dalla finestra senza grandi problemi personali, lo ‘SFASCIO’ dell’informazione Italiana e di buona parte del nostro ambiente, che evidentemente non riesce a gestire l’informazione con la dovuta professionalità e cautela. Con ciò non voglio certo affermare di essere indifferente ad un problema serissimo, che penso stia angosciando senza motivo gran parte della popolazione flegrea. Purtroppo però, per l’esperienza maturata, so che quando parte una ‘Giostra mediatica’ come questa è difficilissimo (se non impossibile) fermarla. Al mio ritorno proverò a riprendere in mano le redini della situazione ed a raccogliere i cocci, sperando di riuscirci. Incrociamo le dita!”
E questa mattina è arrivata anche una breve nota ufficiale dell’Ingv – Osservatorio vesuviano, che recita: “In relazione a recenti articoli di giornali e servizi televisivi riguardanti i risultati di pubblicazioni scientifiche su possibili evoluzioni della attività dei Campi Flegrei si ribadisce che i risultati delle ricerche hanno valenza essenzialmente scientifica, priva al momento di immediate implicazioni in merito agli aspetti di Protezione Civile. Si ricorda che dal dicembre 2012 i Campi Flegrei, che vengono continuamente monitorati e studiati da INGV, sono a livello di allerta “giallo” (livello di attenzione) e che negli ultimi mesi il quadro generale delle anomalie continua a mostrare l’andamento già in corso da diversi anni. Dettagli aggiornati sull’attività dei Campi Flegrei sono disponibili anche al link: http://www.ov.ingv.it/ov/bollettini-campi-flegrei.pdf.
IL DANNO E’ FATTO – Su temi come questi la “caccia alla notizia sensazionale” può essere molto dannosa in termini di panico che velocemente, anche grazie alla rete, si diffonde tra la gente. Occorre un senso etico maggiore, da parte di chi fa dell’informazione un servizio e non solo un guadagno. Non sta a noi decidere se ci siano o meno i requisiti per il procurato allarme, ma resta il danno fatto. I video servizi, gli articoli on line resteranno in circolazione per mesi e anni e verranno costantemente diffusi anche per una conoscenza approssimativa delle dinamiche dell’informazione on line da parte degli utenti della rete. A questo punto anche le smentite autorevoli rischiano di non avere alcun effetto. Auspicabile, dunque, l’intervento delle Istituzioni locali, affinché mettano in campo ogni strumento, comunicativo e anche legale, a tutela della serenità della comunità puteolana.