#Cittàflegrea, #cittàdacostuire. E’ questo il titolo dell’evento pubblico organizzato dall’associazione L’Iniziativa il 4 luglio 2015, nella villetta adiacente il tempio di Serapide di Pozzuoli, a conclusione delle attività editoriali della stagione 2014/15.
“Flegrea”, perchè siamo da tempo convinti che sia questo l’orizzonte più ampio al quale legare il concetto di sviluppo e programmazione del territorio, superando logiche municipalistiche e daziarie; “da costruire”, perchè oggi non c’è sfida più coraggiosa e “rivoluzionaria” – nel senso profondo del termine – che sia quella di proporre e provare ad avanzare come comunità, in un momento storico dove è molto forte il rischio che prevalgano disfattismo, negatività e contrapposizioni strumentali, con una deriva prima sul piano culturale e poi su quello politico.
La “città flegrea” è un orizzonte nuovo, ma non può limitarsi ad essere solo un contenitore. Va riempita di contenuti. A cominciare dalla nuova dimensione economica per il territorio. Dopo decenni di dismissioni industriali le attività legate al tempo libero sono ben lontane dall’esprimere tutto il potenziale della nostra terra, complice innanzitutto un’assenza di programmazione. Preliminare a qualsiasi progetto è la scelta alla quale sono chiamati classe dirigente e società civile flegree, in favore della regolamentazione e della legalità. Solo un territorio con cittadini convinti del rispetto delle regole può candidarsi a terra di ospitalità e accoglienza. Ma non basta. Se l’obiettivo è il turismo sostenibile e la ricezione di qualità, dobbiamo puntare sul vero valore aggiunto dei Campi Flegrei, che è l’insieme di storia, cultura, archeologia, patrimonio naturalistico, produzioni ed eccellenze locali.
Agli amministratori locali dei Comuni flegrei – Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e, per molti aspetti, Quarto – è possibile ormai indicare almeno alcuni terreni di necessaria collaborazione istituzionale, che si palesano anche alla luce dei progetti e della storia più recente dei Campi Flegrei.
1) La grande opera di risanamento e riqualificazione ambientale riguarda la soluzione del cattivo funzionamento dell’impianto di depurazione di Cuma e il rifacimento del sistema fognario (“grandi laghi”), ma comprende anche la salvaguardia del territorio dagli scempi e degli illeciti legati all’emergenza “terra dei fuochi”. C’è la necessità di sviluppare un sistema di riciclo e riuso dei rifiuti, capace di valorizzare, con la presenza dell’opportuna impiantistica, gli importanti risultati conseguiti negli ultimi anni sul fronte della raccolta differenziata, che nonostante le alte percentuali non si traduce in abbattimenti dei costi per i cittadini e nello sviluppo dell’economia verde.
2) Al risanamento ambientale è legato inevitabilmente il tema della risorsa mare, che va pensata in chiave flegrea, poichè occorre trovare il giusto punto di equilibrio complessivo tra il libero accesso al mare, la tutela delle attività produttive tradizionali come la pesca e lo sviluppo di un’economia del tempo libero capace di creare reddito e socialità, anzichè speculazione ed uso esclusivo. L’utilizzo dei tratti di costa e di spiaggia di Via Napoli, Miseno-Miliscola, Torregaveta, Fusaro e Licola non può essere pensato in maniera disgiunta, ma di insieme, così come la destinazione d’uso e la programmazione delle aree portuali di Pozzuoli, Baia e Acquamorta.
3) I trasporti sono oggi probabilmente uno dei principali ostacoli allo sviluppo del territorio, per le carenze strutturali del sistema regionale entrato in crisi, ma anche per l’assenza di una valida alternativa di trasporto urbano e di comprensorio. I Comuni flegrei, fortemente penalizzati dalle recenti tariffe imposte dalla Regione Campania, hanno l’obbligo di verificare la possibiltà di rafforzare le linee e i servizi di navette sulle brevi tratte e in ambito locale, anche legandoli al sistema delle aree di sosta, parcheggi e di piani antitraffico coordinati tra i diversi corpi di polizia municipale.
4) Beni culturali e naturalistici: la retorica non basta più. L’apertura dei siti va garantita con ogni mezzo possibile, a cominciare dall’impiego dei dipendenti comunali a sostegno degli organici sempre più esigui di Ministero e Soprintendenza, ma la vera svolta sono i piani di gestione. Aprire le porte dei siti a soggetti privati come cooperative e operatori turistici è un atto necessario e potenzialmente rivolto all’incremento di occupazione. L’erogazione di servizi, come l’organizzazione di visite, percorsi ed eventi è il settore nel quale sperimentare un sistema di bandi di gara pubblici e regolamenti d’uso, che possa rompere l’attuale situazione di stallo e immobilismo.
Si tratta di punti esposti sicuramente in modo riassuntivo, ma sono tra quelli da cui partire per la creazione di un sistema dei Campi Flegrei capace di fare rete, creare reddito e migliorare la qualità di vita dei cittadini. Per offrire una speranza e un’alternativa alla fuga migratoria delle migliori intelligenze e risorse umane locali; per restituire l’orgoglio di appartenere a questa terra e sentirsi comunità.
E’ la sfida del futuro prossimo e la nostra associazione, con gli strumenti redazionali e di opinione a sua disposizione, proverà a dare il proprio contributo in termini di idee e di proposte. Come sempre, dalla parte della città flegrea.