World Press Photo 2017, la prestigiosa mostra di fotografia che fa capo a uno dei più importanti concorsi fotografici internazionali, è da pochi giorni terminata nella suggestiva location storica di Villa Pignatelli. Il meglio del fotogiornalismo internazionale dell’anno appena trascorso racchiuso in 150 immagini ed esposte, dal 6 dicembre al 7 gennaio, nelle stanze del piano superiore del Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes.
UN ANNO IN FOTO – Burhan Ozbilici è stato il vincitore assoluto del concorso per il 2017, con la sua fotografia An Assassination in Turkey Mevlut Mert Altintas. L’immagine fu scattata dal fotografo turco il 19 dicembre 2016 dopo lomicidio, in diretta, per mano di un terrorista, dell’ambasciatore russo Andrey Karlov, mentre teneva una conferenza ad una una mostra fotografica. L’attentatore, un poliziotto di 22 anni che gridava Non dimenticatevi di Aleppo, non dimenticatevi della Siria, fu ucciso poco dopo dalle forse speciali russe. Il drammatico scatto ha fatto subito il giro del mondo, diventando l’immagine più nota e terribile del 2016. Una missione non facile quella di scegliere e di catalogare le foto più interessanti, tra le migliaia che arrivano da tutto il mondo, ma l’impegno della Fondazione è cresciuto notevolmente nel corso degli anni e con oltre 80mila scatti all’anno, il flusso non accenna mai a diminuire. Diverse le categorie a disposizione dei fotografi (news, spot news, contemporary issues, daily life, portraits, nature, sports) al cospetto di una severa giuria internazionale, presieduta da Stuart Franklin, che anche per questa edizione ha dovuto selezionare circa 80mila scatti in gara, effettuati da ben 5034 fotografi provenienti da tutto il mondo.
IL WORLD PRESS PHOTO – La Fondazione World Press Photo è stata fondata nel 1955 da un gruppo di fotografi olandesi e da allora non ha mai smesso di diffondere immagini di grande qualità tecnica e compositiva, registrando con eccezionale realismo i momenti più belli ma anche drammatici della storia mondiale del Novecento. Come hanno sottolineato autorevoli esperti ed esponenti del mondo istituzionale: la libertà di informazione, di ricerca e di espressione sono le caratteristiche fondamentali sulle quali si fonda il prestigioso premio fotografico, che ogni anno cresce sempre più coinvolgendo i migliori reporter del mondo. Tra i vincitori di questa edizione, ci sono anche quattro italiani che si sono distinti per i loro importanti scatti. Ad Antonio Gibotta è andato il secondo premio Daily life con lo scatto Infarinati, mentre Francesco Comello si è aggiudicato il terzo premio per la sezione Daily lifecon Isola della salvezza, Alessio Romenzi ha vinto il terzo premio con Non prendiamo prigionieri per la sezione General news e infine Giovanni Capriotti è risultato vincitore del primo premio per categoria Sport sezione Storie.
L’UMANITA’ – Al centro degli scatti l’umanità violata, vilipesa, sacrificata, sofferente, che non perde la sua dignità e ancora territori di frontiera o in guerra, dove la vita ha un valore irrisorio di fronte agli interessi dei potenti o in nome di un credo religioso che invoca la morte e poi paesaggi estremi a far da contraltare alle miserie umane, ma anche storie di riscatto e di umanità come gli atleti affetti da svariate disabilità e il loro coraggio. Un viaggio attraverso e oltre lumanità e gli eventi che la connotano, è questa la sensazione che si ha visitando la mostra, che immortala la storia e lo sguardo dei protagonisti, consapevoli o meno di questo status, spesso non scelto ma subito. Villa Pignatelli, location straordinaria della mostra, è al centro del vortice positivo di affluenza ai musei che ha fatto registrare tutta la città di Napoli, con un incremento sensibile di visitatori che ha notevolmente superato i 40mila ingressi nel 2016 e gli appena 15mila nel 2015, determinando un trend in netta crescita, con tutte le ricadute positivi in termini di immagine, di attrattività e nellindotto economico e occupazionale correlato.
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