Ieri, 22 ottobre, le ACLI Dicerchia e l’Osservatorio per la Tutela della Salute e dell’Ambiente hanno nuovamente unito le forze dando vita al convegno dal titolo “Rifiuti tossici e salute: che fare?”. Dopo la fiaccolata dello scorso settembre, le due organizzazioni hanno raccolto presso l’ISIS Tassinari di Pozzuoli esperti e personalità impegnate sul tema. Significativa è stata la risposta di pubblico; in sala esponenti del mondo sindacale e accademico, di quello scolastico e culturale, ma soprattutto tanti cittadini comuni, anche ragazzi, interessati al dibattito.
Assenti non giustificate le amministrazioni locali (presente solo l’assessore all’Ambiente di Monte di Procida). È a loro che si rivolge Ciro Di Francia, presidente dell’Osservatorio. Ai sindaci flegrei chiede perché non si costituiscano parte civile nei processi in corso, perché non diventino parte attiva di questo dibattito, facendo capire cosa concretamente intendono fare per fronteggiare l’emergenza sanitaria e ambientale. « Noi cerchiamo un dialogo e a tutte le nostre iniziative invitiamo le istituzioni locali, politiche e religiose, ma finora non abbiamo ricevuto risposte-ha dichiarato Giovanna Di Francia, presidente di ACLI Dicherchia- Noi, però andiamo avanti e dovranno prendere atto della nostra presenza». Eppure la stessa Giovanna Di Francia nel suo intervento ha evidenziato come sia cresciuta la sensibilità su questa delicato tema asserendo che “Il tempo delle denuncie è finito. Ora è il momento di costruire un progetto contro i danni che l’emergenza ha prodotto”.
È così toccato a Ciro Di Francia spingersi oltre, lanciando l’idea di un coordinamento flegreo che possa tenere insieme quanti vogliono impegnarsi attivamente. Un appello lanciato ad associazioni, categorie e cittadini comuni stanchi di assistere impotenti al disastro che si va consumando. Un primo atto è stato compiuto con l’acquisto del “bioscanner”, un macchinario capace di diagnosticare preventivamente e senza esami invasivi la presenza di stati patologici, anche tumorali. Grazie alle raccolte fondi delle due associazioni l’innovativo strumento, assente in tutta la Campania, è già a Pozzuoli. Mancano gli ultimi soldi per coprire la spesa e soprattutto il personale formato all’utilizzo. La speranza, però, è quello di mettere quanto prima il macchinario a disposizione della comunità per visite gratuite.
Nel corso del dibattito sono poi emerse altre proposte. Da più parti si è evidenziata l’impellente necessità di appurare scientificamente il nesso fra rifiuti tossici e insorgenza di malattie tumorali. Un passo fondamentale per recarsi nelle aule dei tribunali a chiedere giustizia, ma anche per esigere dalle istituzioni interventi concreti per il rispetto del diritto alla salute sancito dalla costituzione. Fra gli interventi più apprezzati sicuramente c’è quello di Don Maurizio Patriciello. Il parroco di Caivano, da anni in prima linea nel denunciare il disastro ambientale, ha offerto una testimonianza accorata dello scempio che vive tutti i giorni e del dramma dei tanti concittadini che muoio prematuramente a causa dei tumori. Don Maurizio, però, ha voluto anche lanciare un messaggio forte di speranza per smetterla col disfattismo e con la finta rivoluzione dietro gli schermi di un computer. Ha così rilanciato la proposta del registro tumori e della mappatura dei terreni, indispensabile per la salute, ma anche per non trascinare tutta l’agricoltura campana in una crisi fatta di paura e allarmismo.
Ciro Di Francia si ispira proprio a Don Patriciello e a quanto da lui creato in parrocchia: un comitato di medici, scienziati, avvocati e cittadini comuni che portano avanti la battaglia in diversi modi e in diverse sedi. Su questo indirizzo si proverà lavorare anche nell’area flegrea. Indispensabile sarà il supporto dei sindaci e delle istituzioni locali. Finora l’interesse mostrato sembra essere insufficiente, anche al di là dell’inspiegabile assenza all’evento. I cittadini flegrei stanno prendendo coscienza del problema, stanno elaborando proposte ed iniziative. Fino a quando le amministrazioni locali potranno restare sorde?