Fare una classifica sarebbe difficile e anche sbagliato. Ma oltre al personale sanitario, alle reti di assistenza coordinate della Protezione Civile, a chi lavora in farmacie e supermercati, va riconosciuto il contributo di chi, da sempre, assicura la produzione di beni alimentari in agricoltura. E continua a farlo in questi giorni, con tutte le criticità già esistenti, accentuate in tempi di emergenza sanitaria. Tra i lavoratori del settore agroalimentare, purtroppo, oltre alle filiere di qualità regolamentate dalla contrattazione sindacale, esistono purtroppo sacche di irregolarità e sfruttamento.
Circa diecimila braccianti stranieri, soprattutto di origine africana, sono impegnati nel settore agricolo senza permesso di soggiorno e senza alcuna forma di tutela e protezione dal Covid-19, secondo una stima che riguarda il solo territorio del casertano. È questa la grave denuncia fatta nei giorni scorsi dal sindacato Flai Cgil, che evidenzia: “il settore, che si appresta ad avviare le campagne di raccolta di numerosi prodotti, rischia di paralizzarsi mettendo a rischio l’approvvigionamento alimentare in un momento emergenziale come quello che stiamo vivendo”. In Campania, in particolare tra le province di Napoli e Caserta, migliaia di lavoratori stranieri impiegati in agricoltura “continuano a rischiare la vita ogni giorno recandosi nei campi senza rispettare le prescrizioni di sicurezza e senza documenti regolari”. A conferma di ciò, nei giorni scorsi nell’ambito dei controlli sul territorio per verificare il rispetto del divieto agli spostamenti, le forze dell’ordine hanno bloccato, multato e denunciato i conducenti di mezzi privati che trasportano in condizioni al limite uomini e donne dirette ai campi. Anche in tempi di coronavirus, il fenomeno del caporalato non sembra conoscere sosta. Il segretario generale della Flai-Cgil di Napoli e della Campania Giuseppe Carotenuto, ricordando il protocollo sottoscritto a livello nazionale da Cgil, Cisl e Uil per regolare le misure per il contrasto del Covid-19 negli ambienti di lavoro, sottolinea che “quel protocollo va fatto rispettare dalle istituzioni e dalle aziende, cosa che, ad oggi, non ci risulta avvenga. Dentro la geografia della nostra democrazia, chiediamo anche che venga vagliata la possibilità di una sanatoria per concedere il permesso di soggiorno alle migliaia di lavoratori africani impiegati in agricoltura, evitando cosi’ un doppio pericolo: che questi lavoratori vengano impiegati in nero dalle aziende, che sarebbero impossibilitate ad assumerli regolarmente, e che le campagne di raccolta, in assenza di lavoratori comunitari, rientrati nei propri Paesi d’origine e impossibilitati al ritorno, vengano seriamente compromesse”.
L’assistenza ai lavoratori agricoli, intanto, si concentra in questi giorni sul piano individuale. Dalla giornata di ieri 1° aprile è possibile chiedere l’indennità di 600 euro destinata dal decreto #CuraItalia anche per quei lavoratori agricoli che hanno perso o hanno ridotto la propria attività lavorativa per l’emergenza Coronavirus. Non è la sola misura prevista dal governo che riguarda i lavoratori agricoli. E’ stato prorogato al 1 giugno 2020, infatti, il termine annuale (che di norma è il 31 marzo) per presentare la domanda di disoccupazione agricola per i dipendenti a tempo determinato o indeterminato che abbiano perso il lavoro. Il sindacato Flai Cgil Campania e Napoli è impegnato anche su questo fronte.
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