Dai video messaggi ai post sulle pagine istituzionali, dalle interviste alle conferenze stampa, si moltiplicano gli appelli dei politici, dei medici e degli esperti tutti, al fine di informare e sensibilizzare gli italiani ad assumere un comportamento corretto, consapevole e responsabile per fronteggiare l’emergenza sanitaria che, da poche settimane, ha colpito anche l’Italia.
“L’insidia di un nuovo virus che sta colpendo via via tanti paesi del mondo provoca preoccupazione. Questo è comprensibile e richiede a tutti senso di responsabilità, ma dobbiamo assolutamente evitare stati di ansia immotivati e spesso controproducenti. Serve responsabilità, non ansia”. A dichiararlo è il Capo dello Stato Sergio Mattarella, in occasione della giornata mondiale delle malattie rare, sottolineando la necessità di: “osservare attentamente le indicazioni del governo”.
E al senso di responsabilità fa appello, con chiarezza e lucidità, il Presidente della Campania, Vincenzo De Luca, che in un videomessaggio, senza mezzi termini, ha affermato: “siamo difronte ad un problema serio che richiede comportamenti responsabili da parte di tutti e che richiede un cambiamento radicale delle abitudini di vita. Dobbiamo evitare luoghi dove ci sono assembramenti” ed incalza: “senza l’aiuto di ogni cittadino diventerà difficile contrastare la diffusione del contagio”.
E l’invito alla collaborazione è lanciato, numerose volte, anche dal Sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia: “il momento è veramente eccezionale ed abbiamo bisogno di uno scatto di solidarietà, di unità ed orgoglio. Solo con l’aiuto di ciascuno, con forte senso di responsabilità e spirito civico, supereremo questo momento il prima possibile”. Il primo Cittadinoraccomanda, inoltre, “di osservare scrupolosamente le norme dettate, in materia di igiene, con i decreti nazionali”.
NO AGLI ASSEMBRAMENTI – La decisione “molto sofferta” e “confortata dalle massime autorità sanitarie”, come ha ammesso la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, di sospendere le attività didattiche negli Atenei e nelle scuole di ogni ordine e grado (almeno fino al 15 marzo), lo stop alle udienze nei tribunali, la chiusura dei locali della “movida”, lo svolgimento delle competizioni sportive a “porte chiuse” sono alcune delle misure precauzionali supportate dalla forte necessità di contenere, quanto più è possibile, la diffusione del contagio da COVID-19, al fine di evitare il collasso delle strutture ospedaliere. “C’è preoccupazione perché una certa percentuale di persone necessita di un’assistenza continuata in terapia intensiva. Dobbiamo essere consapevoli che in caso di crescita esponenziale non solo l’Italia, ma nessun paese al mondo, potrebbe affrontare una simile situazione di emergenza in termini di strutture, posti letto e risorse umane richieste”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. E il ministro della Salute, Roberto Speranza, lancia un “Patto con i cittadini”: “abbiamo bisogno di un patto vero con i cittadini. Perché oltre a più posti letto abbiamo bisogno di comportamenti corretti che aiutino a limitare la diffusione di questo virus. E quindi è fondamentale in queste ore, ascoltare con massima attenzione le indicazioni che stanno arrivando dalle istituzioni”.
L’IMPEGNO DEL GOVERNO – Non soltanto gli appelli, gli inviti ed i moniti per contenere e gestire l’epidemia, ma anche misure concrete per potenziare (finalmente) il nostro SSN (Sistema Sanitario Nazionale), in crisi ben prima dell’”effetto coronavirus”: assunzione di circa 20 mila sanitari: 4.800 medici, 10 mila infermieri e 5 mila operatori socio-sanitari; acquisto di 5 mila impianti di ventilazione assistita per i reparti di terapia intensiva; ma anche sostegno economico alle imprese e alle famiglie più colpite dall’emergenza sanitaria, sono solo alcuni dei provvedimenti ufficiali presi dal Governo negli ultimi giorni. Il tutto per un finanziamento di oltre 7 miliardi di euro, con un aumento di spesa pubblica in deficit, concordata anche con l’Unione Europea.
“Questo è il momento dei fatti, non della paura. Questo è il momento della scienza, non delle voci. Questo è il momento della solidarietà, non dello stigma”. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanita)
A cura di Vania Cuomo