Tra gli ultimi atti dell’ex-Giunta Caldoro c’è stata la nomina dei Commissari dei Parchi Regionali, e tra questi è stata finalmente nominata una figura dirigenziale per il Parco Regionale dei Campi Flegrei. Si tratta del dottor Gennaro Carotenuto, architetto e funzionario della Regione Campania.
Dopo due anni di assenza di un Presidente e di un responsabile amministrativo, che ha impedito il progredire di numerosi progetti ed investimenti pubblici, qual è la situazione generale del Parco?
Il passato lo lascerei alle spalle, senza giudicare responsabilità e prendendo atto della decisione della ex-Giunta Regionale di dare un impulso convertendo la figura di Presidente in quella di Commissario. Nei Campi Flegrei dal 2013 manca un Presidente facente funzioni, quindi c’è da recuperare una sospensione generale delle attività. Purtroppo i circa 5 milioni di finanziamenti per i PIRAP (Progetti Integrati Rurali Aree Protette) sono andati perduti, ma li recupereremo durante la programmazione 2014-20; nel frattempo, però abbiamo quasi recuperato la situazione debitoria. Stiamo lavorando per migliorare l’efficienza dell’Ente Parco, e sto incassando parecchie disponibilità. Per portare avanti l’attività a regime avremmo bisogno di circa trenta dipendenti, i tre attuali sono pochi.
Cosa ci aspetta questa nuova gestione?
Nel mio lavoro sono sempre stato abituato a portare a termine gli obbiettivi, ed ho intenzione di continuare. Ho lavorato al sistema UNESCO, di conseguenza, tra le mie priorità c’è il recupero della candidatura dei Campi Flegrei quale Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, bloccata all’epoca a causa dell’emergenza rifiuti.
Quando è nato il Parco Regionale dei Campi Flegrei, la partecipazione di una parte del territorio era molto viva. Poi tutto si è spento. Verranno coinvolte le realtà locali?
Sto incontrando varie associazioni, tra cui sindacati, associazioni di categoria ed associazioni ambientaliste. C’è bisogno di partecipazione ed operatività da parte di tutti. In programma c’è un incontro con l’associazione degli albergatori, in quanto i Campi Flegrei hanno bisogno di una promozione turistica a livello internazionale: le nostre bellezze devono essere messe a reddito, quindi la tutela del territorio deve passare anche per la valorizzazione economica. Col tempo individueremo i siti di maggiore interesse, le modalità con cui gestirli e gli enti a cui affidarli, dando impulso ad un economia locale e di qualità. I vincoli non devono essere limitativi, ma propositivi. Si potrebbero studiare ipotesi di utilizzo del suolo che siano compatibili, valorizzandone le peculiarità e convertendo le attività esistenti.
Dal lato istituzionale, i Comuni del Parco (Napoli, Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida) che ruolo giocano?
Sto cercando la disponibilità dei Comuni flegrei per lavorare insieme per ottenere una sede. Una potenziale sede potrebbe essere individuata in Villa Ferretti, al confine tra il Parco Regionale dei Campi Flegrei e l’Area Marina Protetta di Baia, bene confiscato alla Camorra ma tutt’ora inutilizzato. La sinergia dei vari Comuni del Parco è fondamentale, in quanto il territorio deve essere valorizzato nella sua totalità.