Bottiglia scagliata in faccia ad una dottoressa al San Giovanni Bosco. “Bomba carta” contro un’ambulanza durante le operazioni di soccorso a Barra. Atti vandalici al pronto soccorso dei Pellegrini. Lanci di oggetti contundenti dai balconi e insulti verso l’equipaggio del 118, durante un intervento ad Afragola. E ancora, ambulanza sequestrata al Loreto Mare e personale sanitario costretto, sotto minaccia da un gruppo di delinquenti, a soccorrere un sedicenne per una lieve distorsione alla caviglia, nel quartiere Mercato. Minacce di morte verso una dottoressa al Santobono. È quanto sta accadendo, a Napoli e in provincia, agli operatori del 118 dall’inizio nuovo anno.
I NUMERI – In sole 48 ore 3 aggressioni, tra il 1 e il 2 gennaio. Bilancio, ad oggi, più che raddoppiato: sono 10 gli atti di violenza ai danni del personale sanitario, nei primi quindici giorni del 2020. Sconcertante la conta delle aggressioni avvenute, in Campania, nel 2019: ben 105, ovvero 23 in più rispetto al 2018, che ne registra 82, secondo quanto denunciato dall’Associazione Nessuno Tocchi Ippocrate che, dai social, lancia l’hashtag #aiutateciadaiutarvi.
È l’ormai solita “storia di ordinaria follia”, che non è un film. È l’assurda, pericolosa realtà in cui i medici, gli infermieri, gli autisti del 118 e l’intero personale dei nosocomi campani lavorano tutti i giorni e tutte le notti, in balia di certi individui, il cui disagio sociale e culturale è notevole. Le ingiustificate aggressioni verbali e fisiche ai danni del personale medico e paramedico, soprattutto del 118, sono diventate un vero e proprio fenomeno che si aggiunge alle tante criticità di un sistema in profonda sofferenza.
Sistema che sta raggiungendo un punto di non ritorno.
IL 118 CHIEDE SOCCORSO – A lanciare l’allarme della crisi del sistema 118 è il 118 stesso. Già due anni fa con una nota alla stampa, Mario Balzanelli, Presidente del SIS (Società Italiana Sistema) 118, afferma che “negli ultimi 8 anni il sistema di soccorso è stato smantellato” inoltre, “soltanto l’1,7% della spesa sanitaria è destinata a sostenere il 118” e aggiunge che “il 50% delle Centrali Operative è stato chiuso”. Mancano le ambulanze, soprattutto quelle medicalizzate, cioè con a bordo medici e infermieri, il cui intervento tempestivo assicura la qualità dell’assistenza, nonché salva vite umane. Mancano i medici e gli infermieri che, dopo l’ottima formazione ricevuta in Italia, preferiscono lavorare in altre nazioni, dove le condizioni di lavoro sono più dignitose (e sicure). Manca un’educazione sanitaria che insegni, tra le altre cose, ad utilizzare correttamente i servizi di emergenza considerati, erroneamente, il primo riferimento del cittadino per l’accesso alle cure, sostituendoli ai servizi dovuti, invece, dai medici di assistenza primaria (medici di base).
I professionisti della salute chiedono “una riforma legislativa che rinforzi il sistema 118” (Balzanelli). E ancora, un’accelerazione dei lavori per l’approvazione del DDL Antiviolenza (già passato al Senato lo scorso 25 settembre) che prevede il riconoscimento dello status di pubblico ufficiale per il personale medico, l’inasprimento delle pene per gli aggressori, l’istituzione di un Osservatorio che vigili sugli episodi di violenza.
LE RISPOSTE DELLE ISTITUZIONI – 4 Telecamere sulle ambulanze (dal 15 gennaio), body-cam per il personale sanitario e GPS fisso nei veicoli sono le misure per “contrastare il fenomeno delle aggressioni nei confronti di medici e operatori delle ambulanze e delle strutture sanitarie” è quanto stabilito durante il vertice, tenutosi in Prefettura lo scorso 7 gennaio, tra il Viceprefetto, i Direttori Generali dei nosocomi campani, il Questore, i Comandanti provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. La riunione si è tenuta “in stretto collegamento con il Ministero dell’Interno, che sta seguendo con particolare attenzione la tematica”, dichiara la Prefettura. E proprio dal Viminale, la Ministra degli Interni Luciana Lamorgese assicura: “Uno sforzo operativo che verrà rafforzato per garantire sicurezza e tutela al personale sanitario quotidianamente impegnato a servizio della comunità”. Anche il Ministro della Salute Roberto Speranza, sugli intollerabili episodi di violenza contro il personale medico-sanitario campano, commenta: “c’è bisogno di una risposta convergente di tutte le forze politiche, non di polemiche”. E il Questore di Napoli, Alessandro Giuliano, chiede di “chiamare subito i numeri di emergenza delle forze dell’ordine: un intervento immediato consente innanzitutto di qualificare il fatto e poi di innescare un meccanismo investigativo che ci mette nelle condizioni di dare delle risposte tempestive”.
La Condanna unanime e l’impegno promesso da parte dei rappresentanti delle Istituzioni non sono sufficienti. Alle parole seguano i fatti, non si può più aspettare.
A cura di Vania Cuomo