“Verificare se la condotta, previa identificazione delle persone che l’hanno posta in essere, configuri la violazione dell’articolo 452 del codice penale (delitti colposi contro la salute) o di qualsivoglia altro reato dovesse essere ravvisato e, dunque, procedere nei confronti di coloro i quali saranno ritenuti responsabili”.
È quanto scrivono in un esposto inviato alla Procura della Repubblica di Napoli e al comandante della Stazione dei Carabinieri di Pozzuoli il sindaco Vincenzo Figliolia, gli assessori della Giunta e 20 consiglieri comunali della città flegrea in riferimento a quanto accaduto domenica scorsa nel rione dei “marocchini”, a ridosso del lungomare di Via Napoli, dove alcune persone si sono radunati in strada con musica e a distanza ravvicinata, nonostante i divieti imposti per l’emergenza coronavirus. Un episodio ripreso da giornali ed emittenti televisive, anche sul piano nazionale, che, sottolineano gli amministratori puteolani, “ha generato un danno di immagine alla popolazione“, ma soprattutto ha potuto rappresentare un’occasione di “potenziale diffusione del virus”. Per tale motivo si ritiene “assolutamente indispensabile identificare i soggetti coinvolti con l’obiettivo di accertare se tra i partecipanti alla ‘festa’ vi fossero persone riscontrate positive al covid-19 o sottoposti alla quarantena obbligatoria” che avrebbero in tal modo messo in pericolo la salute pubblica.
Nell’esposto, sindaco, assessori e consiglieri comunali tengono ad evidenziare, inoltre, come tale deplorevole fatto vada in controtendenza rispetto al comportamento della stragrande maggioranza dei cittadini, che hanno “risposto egregiamente agli inviti rivolti dall’amministrazione locale e dalle istituzioni regionali e statali” circa le restrizioni imposte per contrastare la diffusione del coronavirus. Ed è proprio a questa stragrande maggioranza di cittadini che sono sembrate davvero poca cosa le misure sanzionatorie e le ammende al momento notificate ad alcuni dei protagonisti dei fatti di domenica scorsa.
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