Alle porte di Pozzuoli, tra le periferie degradate sul confine con Napoli, c’è un vulcano spento, il più grande dei Campi Flegrei. Sono ormai trascorsi 3700 anni dalla sua ultima eruzione, ed il suo cratere è ricoperto da un fitto bosco, e sul fondo sorgono tre colline e tre laghetti. Si tratta del cratere degli Astroni, Riserva Naturale dello Stato, Oasi WWF, Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale.
Sì, gli Astroni, al contrario di quanto si possa pensare, fanno parte del territorio del Comune di Pozzuoli. È gestito dal WWF e gli orari di apertura variano stagionalmente e sono pubblicati sul sito internet dell’associazione, l’ingresso è a pagamento ed è possibile, per i gruppi, usufruire anche di una guida specializzata.
PATRIMONIO AMBIENTALE IMMENSO – Tra le specie di uccelli, stanziali e migratori, che si possono trovare nel cratere: occhiocotto, scricciolo, capinera, merlo, pettirosso, fringuello, cinciallegra, cinciarella, codibugnolo, ghiandaia, picchio rosso maggiore, picchio verde, moretta tabaccata, germano reale, folaga, gallinella d’acqua, tuffetto, airone cenerino, garzetta, tarabusino, porciglione; tra i rapaci: sparviere, poiana, gheppio, falco pellegrino, falco di palude, allocco, barbagianni, civetta, assiolo. Inoltre, si segnala la presenza della volpe, della donnola, del riccio, del ghiro, del topo quercino e del moscardino. La vegetazione è caratterizzata dal fenomeno dell’inversione vegetazionale a causa della morfologia, a forma di catino, per la presenza di specchi d’acqua e di una falda acquifera superficiale e per l’elevata umidità nel fondo del cratere. Per tale motivo sull’orlo del cratere, più arido e assolato, cresce la vegetazione a macchia mediterranea, mentre sul fondo del cratere, prevale il bosco misto deciduo. Queste alcune delle specie che si possono trovare nel cratere: castagno, farnia, carpino bianco, carpino nero, carpino orientale, olmo campestre, acero campestre, orniello, falsa acacia, quercia rossa americana, pioppo del Canada, pioppo tremulo, leccio, erica arborea,mirto, corbezzolo, lentisco, ligustro, salicone, cannuccia di palude, ninfea bianca.
Gli Astroni sono un’area naturalistica dei Campi Flegrei, ma che non rientra nei tradizionali circuiti di fruizione e di promozione, neanche quelli messi in campo dalla società civile. Al pari della Foresta di Cuma, del complesso Montenuovo – Lago d’Averno, di Capo Miseno, del Gauro, potrebbe essere parte integrante di un vero e proprio polo naturalistico dei Campi Flegrei ed essere meta di escursioni, degustazioni, rappresentazioni teatrali o qualsiasi altro tipo di evento che le realtà territoriali organizzano regolarmente per valorizzare il territorio e fare economia, come potrebbe anche rientrare nel circuito di Malazè, ormai sempre più conosciuto a livello nazionale.