Continua la pubblicazione di un ciclo di testi relativi a MADI – Malazè Discovering Ideas (www.facebook.com/MadiMalazeDiscoveringIdeas), un progetto nato in occasione dell’edizione 2013 di Malazè. MADI è un incubatore di progetti finalizzati a promuovere lo sviluppo economico e culturale dei Campi flegrei.
Tali testi costituiscono una guida alla creazione di progetti e, al contempo, consentono di familiarizzare con una serie di concetti utili a comprendere quanto la cultura possa fungere da motore economico, ciò soprattutto in un territorio particolarmente ricco di risorse quale è quello italiano.
Il progetto MADI è patrocinato da: Campania Innovazione (http://www.agenziacampaniainnovazione.it/), Creactivitas (http://www.creactivitas.org/), Federculture (http://www.federculture.it/) e Fondazione Symbola (http://www.symbola.net).
I progetti sono presenti nella piattaforma di active media e crowdfunding DeRev (www.derev.com), dove è possibile visionarli e sostenerli.
TUTORIAL 03: CULTURA E SVILUPPO
Può definirsi sviluppo la capacità che ha un territorio di migliorare, nel lungo termine, la qualità della vita dei propri abitanti sotto il profilo sociale, civile, ambientale ed economico. La relazione che lega cultura e sviluppo è oggi al centro delle riflessioni delle principali istituzioni internazionali; a tal proposito, l’Unione Europea ha attivato una serie di importanti azioni di indirizzo strategico (Agenda Europea per la Cultura 2007, Strategia di Lisbona, Agenda 2020, Europa Creativa, Libro Verde sulle industrie culturali e creative), col fine di sostenere politiche indirizzate ad attivare una crescita, sostenibile e competitiva, fondata su conoscenza, creatività e innovazione e di produrre, simultaneamente, nuova occupazione e maggiore inclusione e coesione sociale. In questa dimensione, la cultura viene reinterpretata come agente primario di sviluppo in quanto contribuisce in modo fondamentale sia alla competitività di prodotti e servizi che la incorporano nel loro processo produttivo, sia alla generazione di fattori identitari che favoriscono integrazione e coesione sociale nelle comunità.
La cultura è un bene relazionale; essa dipende dalle modalità di interazione tra le persone ed è, secondo lo studioso dell’economia della conoscenza Enzo Rullani, il principale mediatore che, nella società, riproduce il sapere e il saper fare da una generazione all’altra e da una persona all’altra, legando la base materiale (la vita quotidiana delle persone, la pratica produttiva, l’esperienza dei contesti materiali prevalenti) alle forme virtuali esprimenti la conoscenza localizzata sul territorio o in specifiche organizzazioni dotate di tradizione, religione e identità distintive.
L’economista della cultura Pierluigi Sacco considera la cultura un vero e proprio software sociale capace di far funzionare meglio qualunque altro settore e aspetto della vita. Le politiche culturali, infatti, sono autentiche politiche di coesione e di competitività in quanto stimolano la partecipazione culturale attiva dei cittadini abituandoli a venire in contatto con idee nuove, a mettere in discussione convinzioni e pregiudizi, a fare esperienza dell’altro da sé: si tratta di una vera e propria ginnastica cognitiva in grado di generare senso per il nostro agire.
La partecipazione culturale attiva delle persone favorisce lo sviluppo e la circolazione diffusa di competenze, saperi e abilità che si traducono in stimolo alla creazione di nuove imprese innovative, prestando attenzione all’ambiente e ai beni comuni. La cultura diventa così l’elemento centrale su cui costruire la catena del valore necessaria a generare un vantaggio competitivo per la comunità. Il livello di accesso culturale della popolazione è, dunque, la chiave fondamentale per determinare uno sviluppo sostenibile e competitivo.
Testo a cura di Fabio Borghese e Antonio Russo De Vivo
Elaborazione grafica a cura di Costantino Sgamato