FOTO DI PAOLO VISONE
Jesus Christ Superstar è un musical o -secondo la definizione più giusta data dagli autori originali – un’opera rock, partorita nel 1970 dal genio musicale di Andrew Lloyd Webber con la preziosa collaborazione del paroliere Tim Rice. Ogni volta che viene messa in scena, nel più prestigioso tempio del musical o in un contesto di periferia, suscita sempre una forte emozione nello spettatore per il suo messaggio profondo e per il valore universale insito nella sua storia, che è quella degli ultimi giorni di vita di Gesù. Una storia di circa 2000 anni fa, nota più o meno a tutti, che sorprende e risulta sempre nuova, per il modo in cui viene raccontata: coraggioso, dinamico e terreno.
Un capolavoro che può essere seguito ed apprezzato da credenti e non; da chi ama farsi domande e da chi non si stanca di ricercare risposte; da chi resta affascinato e al tempo stesso perplesso di fronte alle dinamiche sociali e relazionali che vedono protagonista l’Uomo, nel suo essere individuo e parte di una comunità più vasta, con le sue speranze, le sue debolezze, le sue paure, le sue emozioni.
Chi assiste a Jesus Christ Superstar il giorno dopo non può fare a meno di pensare. E lo fa con le note e le melodie che entrano in testa, grazie a quel linguaggio senza confini che è la musica, capace di raccontare i dubbi di Gesù, l’amore di Maddalena o la disperazione di Giuda con arrangiamenti che spaziano in tutte le possibili sfumature di rock.
SUCCESSO ALL’AUGUSTEO DI SALERNO – Lo spettacolo realizzato sabato 14 e domenica 15 maggio a Salerno dalla Compagnia/Associazione della Croce del Sud non è stato da meno. Anzi, in perfetto “stile JCS”, innovativo e corale, ha retto il confronto alla grande con le principali e più recenti produzioni che hanno fatto il giro del Mondo, grazie ad alcune scelte di regia degne del film di Norman Jewison del 1973, capaci di contestualizzare ai giorni nostri la lotta senza fine tra la luce di ama e il buio di chi opprime. Impossibile restare indifferenti nel vedere uomini incappucciati di nero accecati dal dogma che nell’overture simulano esecuzioni di massa, o la scena del mercato nel Tempio trasformato in una moderna base di spaccio, o la rappresentazione del governo fantoccio di Erode con uno stuolo di servitori in abbigliamento “fashion”, mentre resta intatta la carica di un popolo che nella domenica delle Palme entra trionfante con i suoi sorrisi e le bandiere colorate. Uno sforzo ben visibile e palpabile ai piedi del palco, con 36 persone impegnate tra attori, ballerini e musicisti. Senza contare chi ha lavorato dietro le quinte e chi ha firmato la regia: Steve Balsamo, Brunella Platania e Luca Calzolaro. Impossibile nominarli tutti. Tutti bravissimi, perché tutti coinvolti, nelle loro voci, ma anche nei corpi e negli sguardi. E chi è stato chiamato a ricoprire i ruoli più impegnativi, da Gesù a Maria Maddalena, da Giuda a Ponzio Pilato, di certo non si è fatto trovare impreparato. La reazione del pubblico, dopo due ore, è stata positiva e convinta.
La “Compagnia della Croce del Sud” … è un prodotto del Sud, nato e sviluppatosi a Salerno. Ne fatto parte professionisti, in larga parte giovani, ai quali non resta che augurare pieno successo artistico. Con l’invito a chi legge a seguirli nei loro futuri impegni e, perché no, a sostenerli nel tentativo non facile di portare quest’opera così rivoluzionaria e senza età oltre i confini della nostra regione, secondo gli auspici dei produttori e le giuste aspettative di tutto il gruppo che ha vinto la scommessa di Jesus Christ Superstar per il secondo anno consecutivo.