Avvocati che protestano, come è possibile? Ebbene sì, a smentire tanti luoghi comuni e un’immagine sicuramente retrodatata sulle condizioni dei liberi professionisti, la protesta degli avvocati di base contro la gestione della Cassa forense – l’ente che gestisce pensioni e tutele sociali alla categoria – è giunta fino a Roma. Due sit in, con la partecipazione di centiania di avvocati, alcuni in maglia rossa, altri in toga, organizzati sotto Cassa Forense e la Corte di Cassazione, a distanza di pochi metri, promossi dall’associazione NAD – Nuova Avvocatura Democratica e dal Movimento Avvocati Liberi. La mobilitazione è nata soprattutto nei Fori del Sud, come Napoli e Catania, (LEGGI L’ARTICOLO sullo sciopero contributivo, CON IL VIDEO del 2 febbraio 2017 sul presidio fuori Palazzo di Giustizia di Napoli) ma interpreta ormai un malessere diffuso. Si tratta di una novità quasi assoluta, che pone a livello nazionale il tema dell’accesso alla professione e del suo libero esercizio. La gran parte dei cittadini non sa che oggi fare l’avvocato è diventato una corsa a ostacoli, tra oneri di varia natura più o meno tecnici, il balzello più odioso si chiama “contibuto minimo obbligatorio”. In pratica, ogni avvocato ha l’obbligo di pagare una cifra che dopo pochi anni dall’inizio della professione si aggira intorno ai 4.000 euro l’anno, solo per essere iscritto alla cassa, a prescindere dal suo guadagno. Chi è in difficoltà anche per un solo anno rischia sanzioni. Una vera e propria tagliola nei confronti dei professionisti più giovani, già messi a dura prova da un sistema di malagiustizia che spesso impedisce di svolgere al meglio la propria attività, nell’interesse proprio e dei cittadini/clienti.
LE FOTO DEI SIT – IN DEL 21 APRILE A ROMA
LE PROPOSTE DEGLI AVVOCATI IN LOTTA – Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta al termine del presidio dal Presidente della Cassa Forense Nunzio Luciano e pare che su alcuni punti ci siano le prime apertura. Le rivendicazioni degli avvocati, è bene precisarlo, non sono solo di natura economica e contributiva, ma investono l’esigenza più ampia di una gestione trasparente dell’Ente cassa Forense e di democrazia interna negli organi di rappresentanza. Pubblichiamo di seguito il comunicato ufficiale di NAD – Nuova Avvocatura Democratica.
Ecco le proposte avanzate ieri dalla nostra delegazione, composta da Nuova Avvocatura Democratica e dal Movimento Avvocati Liberi.
1. No taxation without representation
Estensione dell’elettorato attivo e passivo a tutti gli iscritti all’albo, per l’elezione dei delegati alla Cassa Forense;
2. Massima trasparenza, oltre la legge
Pubblicazione dei verbali delle riunioni dei delegati, delle delibere, dei risultati delle votazioni all’interno del Comitato dei Delegati della Cassa Forense;
3. Istituzioni esemplari, per ridare autorevolezza
Approvazione di una delibera che riporti le indennità ed i gettoni previsti dalla Cassa Forense per i delegati al livello precedente all’ultimo aumento, deciso pochi mesi fa.
4. Un diverso sistema previdenziale è possibile
Creazione di una commissione di studio interna a Cassa Forense, per l’analisi di un diverso sistema previdenziale, basato su: progressività e proporzionalità della contribuzione; revisione dei privilegi abusati dalle generazioni precedenti, oggi chiamati erroneamente diritti quesiti. Attuazione di ogni misura politica volta ad estendere questo tema all’intera previdenza italiana, oltre quella forense.
“Queste sono state le nostre proposte, istanze, richieste – si legge nel comunicato – La vertenza è in atto. Con la manifestazione di ieri 21 aprile e con l’inizio di una interlocuzione con la Cassa, le nostre attività devono necessariamente attendere risposte, sia nell’immediato, che nel medio periodo, prima di programmare nuove azioni politiche e di piazza. Resta inteso che per Nuova Avvocatura Democratica lo sciopero contributivo continua, rimanendo ferma la nostra indisponibilità ad accettare un prelievo contributivo con minimi slegati dal reddito, caratterizzato da vessatorietà e regressività. Informeremo i nostri militanti sugli svliuppi delle nostre azioni politiche.”