Restituire all’Ente Parco Regionale dei Campi Flegrei un attivismo e una dignità perduti e valorizzare un territorio, quello dei Campi Flegrei, ricco di natura, storia, archeologia attraverso sinergie istituzionali e con il coinvolgimento del tessuto associazionistico locale. E’ questa l’ambiziosa mission con cui un anno fa l’architetto Francesco Maisto è subentrato alla guida dell’Ente, nel tentativo di dare, grazie al suo staff, nuovo protagonismo e dignità. Il Parco Regionale dei Campi Flegrei coinvolge luoghi incantevoli e riserve naturali e ricade sui territori di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Agnano, Nisida.
L’INCONTRO / INTERVISTA – Abbiamo voluto incontrare il Presidente che, nonostante l’emergenza legata al Covid, è al lavoro per creare le condizioni necessarie per restituire alla fruibilità collettiva un territorio per troppi anni lasciato nell’ombra, tra incuria e progetti mai decollati.
Il primo pensiero di Francesco Maisto va innanzitutto a coloro che attraversano momenti di difficoltà e di sconforto dovuti alla pandemia in corso, che ha stravolto da diversi mesi le nostre vite, determinando un’emergenza sanitaria, sociale ed economica. ”Esprimo innanzitutto profonda vicinanza a chi sta soffrendo, con l’augurio di uscire presto da questo stallo e poter riprendere gradualmente attività e progetti rimasti fermi. Una premessa che considero necessaria – spiega l’architetto – perchè il cittadino in quanto uomo prima ancora di ogni tipo di logica imprenditoriale o di sviluppo deve essere al centro del dibattito istituzionale.
Francesco Maisto ha l’obiettivo di intercettare e mettere a sistema tutte le possibilità per “portare l’Ente Parco ad un ritrovato protagonismo, facendolo uscire dall’immobilismo in cui era arenato, a partire dai finanziamenti regionali intercettati (di circa 450.000 euro) per la pulizia dei sentieri del Parco Monumentale di Baia e per le attività legate alla sentieristica per poter riqualificare aree completamente abbandonate a sé stesse, in sinergia con l’Ente Parco Archeologico dei Campi Flegrei, presieduto da Fabio Pagano e con il Comune di Bacoli guidato da Josy Della Ragione. Proprio in questi giorni – sottolinea Maisto – sono iniziati i lavori per la pulizia, manutenzione, recinzione e messa in sicurezza dell’area sentieristica”.
Francesco Maisto prosegue illustrando il percorso naturalistico da valorizzare e rendere fruibile che va dal Parco Monumentale di Bellavista fino alla parte bassa di Baia, “spettacolare mentre lo si percorre con una vista mozzafiato che raccoglie uno scenario che va da Punta Campanella al Circeo ruotando semplicemente su se stessi e lungo il percorso fanno capolino meravigliosi resti archeologici come la villa di Cesare e ancora una masseria, insomma uno spazio da aprire alla cittadinanza in tempi brevi”.
Abbiamo poi interrogato il Presidente dell’Ente sulla possibile tempistica di apertura del Parco Monumentale di Baia. “Non ci saranno tempi lunghi – spiega – appena l’emergenza Covid ce lo consentirà partiremo con le visite delle scolaresche prevedendo un innovativo tour che unisca alla visita archeologica quella naturalistica per immergere gli studenti in un percorso esperenziale che punti alla commistione tra natura e cultura. L’idea è far sperimentare ai ragazzi l’orto didattico, la passeggiata naturalistica con cannocchiali e una sosta alla masseria per assaggiare i prodotti ricavati dalla coltivazione diretta, un modo nuovo di fare didattica ed appassionare i ragazzi. Un’esperienza unica in fase di elaborazione per coinvolgere le scuole del territorio”.
Ma i progetti in cantiere sono tanti ci spiega ancora Francesco Maisto: “Stiamo lavorando ad un accordo con la Regione Campania per impiantare dei vigneti e promuovere la festa del vino nel Parco Monumentale di Baia, che possa essere un momento aperto alla cittadinanza che insieme valorizzi un’eccellenza enogastronomica locale, perchè l’idea è di produrre il vino del Parco. Insomma il Parco Monumentale dovrà diventare un vero e proprio palcoscenico di bellezza e valorizzazione delle risorse locali di cui chiunque potrà liberamente godere su prenotazione. Un luogo di pace, di riflessione, di cui chiunque potrà fruirne in maniera rispettosa e mai invasiva. Un’oasi dal caos cittadino da preservare e nel contempo rendere viva”.
Un lavoro complesso da portare avanti con il prezioso e indispensabile contributo degli operatori locali e del tessuto associazionistico così vitale del territorio. “La collaborazione e il coinvolgimento delle associazioni alla realizzazione dei progetti e degli eventi che in futuro saranno programmati, tanto da ipotizzare un premio alle associazioni più meritevoli e produttive che assisteranno alla realizzazione dei progetti senza scopo di lucro, mosse dall’amore per i Campi Flegrei e dalla volontà di migliorare il territorio. L’associazionismo va qualificato e reso costante nelle azioni. Ipotizziamo infatti un vero e proprio calendario strutturato di eventi e iniziative in cui coinvolgere sistematicamente quelle associazioni che per “selezione naturale” si saranno distinte per meriti e per feedback positivo con i fruitori”.
Le ambizioni restano tante. “E’ stato un anno complicato dall’emergenza sanitaria che ci ha rallentato molto ma abbiamo ripreso, tra le tante attività, i rapporti con l’Unesco – spiega ancora Francesco Maisto – per far entrare i Campi Flegrei nell’elenco dei siti Unesco. Lo sviluppo dell’area deve viaggiare di pari passo con l’implementazione e la consapevolezza di un’idea di turismo culturale e sostenibile che potrà e dovrà diventare il volano per lo sviluppo e l’occupazione nei Campi Flegrei. Abbiamo anche realizzato una guida unica con aree tematiche dei siti ricompresi nel raggio d’azione dell’Ente Parco. Una vera e propria banca dati a carattere divulgativo in cui sarà coinvolto anche il settore associazionistico per alimentare un turismo sostenibile che unisca la fruizione naturalistica a quella archeologica, non dimenticando che natura e cultura sono due aspetti complementari, l’uno origine della presenza dell’altro ed entrambi da valorizzare. Fare rete, creare sinergie è la carta vincente in ogni azione, ribadisce Francesco Maisto, che in conclusione lascia trapelare un ennesimo importante progetto in cantiere che riguarda la grotta di Cocceo sul lago d’Averno, ad oggi non accessibile, per permetterne una forma di fruizione con la massima tutela della popolazione dei chirotteri ivi presente, una specie protetta dalla Comunità Europea. Un primo esempio di fruizione di bene archeologico con una visione naturalistica, che non incida sull’ecosistema e sui circuiti biologici interni alla grotta, ma che permetta anzi di conservarne la biodiversità, svolgendo parallelamente, nelle intenzioni dei promotori, un’opera di sensibilizzazione sulla popolazione per la salvaguardia dei siti di cui si fruisce. Addirittura si pensa a stazioni telematiche lì dove ad esempio non sarà possibile l’ingresso nella grotta nel periodo di riproduzione dei pipistrelli attraverso degli infopoint esterni per i turisti e i visitatori e si pensa a installare telecamere interne ad infrarossi. Insomma l’opportunità interessante da cogliere va vista proprio in un’esperienza che possa mostrare come affrontare un percorso di fruizione che sia in linea con la volontà della Comunità Europea, che mira a non essere invasiva rispetto all’ecosistema dell’ambiente coinvolto.
Una visione, quella dell’Ente Parco, che necessita di risorse, saperi, competenze e collaborazioni, in cui al fare si deve necessariamente associare il saper fare. In tale direzione va la promozione di un centro di educazione ambientale il prezioso contributo del Comitato tecnico scientifico per la fattibilità e implementabilità dei progetti.
LE ATTIVITA’ DI PULIZIA E DI RECUPERO DELLA SENTIERISTICA AL PARCO MONUMENTALE DI BAIA – PHOTOGALLERY di Paolo Visone