L’apertura della Cattedrale di San Procolo – Tempio di Augusto, a cinquant’anni dall’incendio che ne rivelò i tesori custoditi e, allo stesso tempo, ne determinò la chiusura alla popolazione, è stata emozione ed incontro: emozione per un presente di bellezza, incontro con un passato sconosciuto a molti, familiare a tanti altri. La consapevolezza che il rione Terra è risorsa inestimabile del patrimonio della comunità si fa strada tra le persone e trova eco nell’amministrazione della città, eppure molte questioni rimangono aperte. Ne abbiamo parlato con il sindaco, Vincenzo Figliolia, che non nasconde la complessità di un “sistema Pozzuoli” ancora da venire, ma già vivido nella mente di chi crede fermamente nella rinascita culturale ed economica di questo territorio.
Sindaco, l’11 maggio tanti cittadini, puteolani e non, sono “tornati” al Rione Terra. Moltissimi hanno visto il Duomo per la prima volta. Il suo commento sulle emozioni e sul significato di quella giornata.
Questo giorno ha, per me, un significato ben preciso: la città ha riconquistato un suo spazio, si è fatta in avanti. Piano piano, Pozzuoli sta riprendendo possesso del rione Terra. Anche le persone, non solo puteolani, me ne hanno dato prova: lo si toccava con mano vedendole accalcate ai cancelli, in attesa di entrare, finalmente. E non è che un primo, piccolo, grande, passo. Il rione Terra non deve configurarsi come un paradiso isolato da ciò che lo circonda: si inserisce in un contesto che va riconsiderato e messo a sistema – un sistema dell’accoglienza che pensa la movida in maniera diversa, distribuita su tutti i giorni della settimana e non più concentrata nelle ore notturne: Pozzuoli deve vivere di cultura e turismo, deve ripensarsi. E’ questa la grande sfida che si è aperta con il rinnovato accesso al Duomo.
Con quali modalità il Tempio/Cattedrale continuerà ed essere fruibile? E per quanto riguarda l’area degli scavi archeologici sotterranei?
Rispondo a questa tua domanda aggiungendo una informazione: Tempio/Cattedrale, museo diocesano – di prossima apertura – e scavi archeologici saranno messi in rete, con un percorso che prevede la fruizione dei tre elementi nei fine settimana – mentre dal lunedì al venerdì, il rione torna cantiere. E’ previsto, e la macchina è stata avviata, un Protocollo di intesa tra Comune di Pozzuoli, Sovraintendenza ai Beni Archeologici di Napoli, Diocesi di Pozzuoli, Regione Campania, Agenzia del Demanio e Capitaneria di porto di Pozzuoli, ossia tutti gli enti coinvolti, per garantire una fruizione lineare e piena dei luoghi chiamati in causa.
Lo scorso febbraio sono stati sbloccati ulteriori 33 milioni di euro dalla Regione per finanziare il cantiere. A che punto sono i lavori? E cosa ci può dire della restante zona del rione Terra, non toccata dai fondi?
Nei 33 milioni sbloccati rientra tutta la parte del rione che, per intenderci, arriva alla Cattedrale, scavi compresi: si tratta del 50-60 per cento del totale del sito. Il nostro obbiettivo è mettere a bando per l’assegnazione nel 2015 e consentire l’apertura entro il 2016. Per quanto riguarda la tua seconda domanda, la rimanente parte sarà probabilmente soggetta ad una operazione di project financing. E’ doverosa una precisazione: il rione Terra è di proprietà comunale ma noi, parte pubblica, non abbiamo le competenze di chi è nel settore e, per questo, non possiamo avere la presunzione di governare il processo di messa a reddito del rione tutto. Mi sto documentando, vado ad incontri specifici: con umiltà e con l’aiuto di esperti, sto cercando di capire come il rione Terra possa rientrare in un piano di gestione integrata, economica e culturale, di rinascita per la città. Non è un’operazione che posso fare da solo: ho bisogno del supporto dei puteolani, senza paraocchi, solo con la voglia di vedere questa città crescere verso un modello di sviluppo diverso e necessario.
Il Comune di Pozzuoli resta il proprietario del Rione Terra (escluse le pertinenze vescovili). L’amministrazione da Lei guidata intende prendere in consegna gli immobili ultimati? I puteolani come devono immaginare la destinazione d’uso del Rione nel prossimo futuro?
Come ho già accennato, noi, parte pubblica, non possiamo assumerci compiti di gestione che comportano competenze specifiche di un settore professionale. Il futuro del rione Terra, però, inquadrato all’interno di una visione sistemica della città, rivalutata in senso culturale, archeologico, turistico, si ritrova nelle “Linee Guida per lo sviluppo turistico-commerciale del Rione Terra”, basato sulla delibera consiliare approvata nel 2003, già sottoposto all’attenzione dei capigruppo. Al suo interno, vi sono definite le destinazioni di tutte le insule. Quindi alberghi e posti letto, botteghe, museo civico, e alcuni edifici pubblici. Dopo la discussione politica, il passo successivo è un “Concorso di idee” per coinvolgere e far partecipare la città. C’è poi il momento degli operatori di settore: indispensabile ascoltare gli esperti, soprattutto per la parte da destinare al settore turistico-ricettivo. Dobbiamo stabilire, tutti assieme, come questa immensa ricchezza possa esser messa a reddito, per rendere forte la proposta economica, gli investimenti, i ritorni per la città intera. Il futuro del rione Terra, a grandi linee, è tracciato. La destinazione d’uso dei singoli immobili, invece, è aperta e in divenire.
Quali le difficoltà e potenzialità di questa operazione?
Sappiamo storicamente il rione Terra cosa fosse. Parliamo di un borgo, di un insieme di strade e case e chiese non omogeneamente distribuite sul territorio, uno spazio aperto. La destinazione prescelta dall’amministrazione, con il documento di cui abbiamo parlato, è turistica. La parte difficile è a monte: se consideriamo la struttura del rione, non possiamo certo pensare, oggi, ad un modello di “resort”, uno spazio compatto, chiuso. Quello che sappiamo è che non ci troviamo innanzi ad un vicolo cieco, ma ad una strada unica, la definirei così. Una strada unica da percorrere: quella della valorizzazione del territorio. Bisogna mettere in campo un progetto che abbia credibilità concreta per portare investitori qui, che ci credano a loro volta. Pozzuoli non è Positano, non c’è un brand internazionale … è una città con un passato industriale, bisogna costruire. Dobbiamo farci carico di questa complessità, ma io sono fiducioso.
Come si inserisce la messa a reddito del Rione Terra nel progetto più complessivo di Città dell’accoglienza?
Credo di averlo già detto: stiamo parlando del sistema città nella sua complessità, non solo del rione Terra. L’intenzione è quella di ripartire dalla città e per la città: il rione Terra è volano di sviluppo ed attrazione turistica e culturale, ma non va isolato dal contesto. Tutti assieme dobbiamo ripensare e ricostruire il nostro territorio, per un modello di sviluppo diverso, più sostenibile e vicino alle ricchezze dei nostri luoghi.