L’OPINIONE / Pozzuoli, scandalo sull’ingresso nella Gdf: un’offesa ai giovani disoccupati, alla città, alla democrazia

Un fotogramma del Video del Programma "Le Iene" sullo scandalo a Pozzuoli sull'ingresso nella Guardia Di Finanza.
Un fotogramma del Video del Programma “Le Iene” sullo scandalo a Pozzuoli sull’ingresso nella Guardia Di Finanza.

IL FATTO – Come ormai è noto, l’inviato del programma televisivo “Le Iene” Luigi Pellazza, al termine del Consiglio Comunale di Pozzuoli del 15 maggio, ha mostrato al Sindaco Figliolia e ad alcuni consiglieri comunali presenti un video nel quale il consigliere Ciro Del Giudice “garantisce” l’assunzione nella Guardia di Finanza ad un finto disoccupato. Nello stesso video un presunto collaboratore di Del Giudice spiega che per entrare come finanziere il costo è di 25.000 euro, mentre per diventare maresciallo il prezzo sale a 50.000. Il filmato dovrebbe essere trasmesso in una delle prossime puntate del programma “Le Iene”, ed ognuno potrà farsi un’idea, in attesa che la Magistratura faccia tutto ciò che è in suo potere (e dovere) per accertare i fatti ed individuare le ipotesi di reato.

LE REAZIONI – Come mostra un video ripreso dal sito di informazione “Cronaca Flegrea”, il Sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia ha affermato, appena avvicinato da Luigi Pellazza, che “il consigliere Del Giudice si assume tutte le responsabilità” accettando senza esitare di prendere visione del filmato. Nel pomeriggio è arrivata la dichiarazione ufficiale. “Il sindaco – si legge nella nota diffusa dal suo portavoce – verificato che i fatti descritti e documentati fanno riferimento ad attività e azioni rientranti in modo inequivocabile nella sfera personale della vita dell’interessato e che essi nulla hanno a che vedere con l’attività amministrativa del consigliere comunale (…) confida nel lavoro degli organi di polizia e della magistratura, eventualmente chiamati ad intervenire, affinché venga fatta piena luce sulla vicenda e sui fatti accaduti”. Vincenzo Figliolia ha inoltre aggiunto che “è mio auspicio che il consigliere comunale tragga le dovute conclusioni rassegnando le proprie dimissioni da componente del civico consesso così da consentire che possano essere portate avanti, con determinazione e serenità d’azione, tutte quelle attività che, con assoluta trasparenza ed in uno spirito di grande collaborazione e partecipazione democratica, vedono impegnato il Consiglio comunale e l’amministrazione tutta in un momento storico di straordinaria importanza e di grande speranza per la città di Pozzuoli e per la sua comunità”.

Anche il Partito Democratico, nella cui lista Ciro Del Giudice è stato eletto nel 2012, ha condannato con una nota i comportamenti assunti dal Consigliere definendoli “seppur riferiti alla sfera personale, gravi e intollerabili” e annunciando che si ritiene necessario e doveroso procedere all’immediata espulsione del suddetto Consigliere sia dal Partito che dal Gruppo Consiliare, auspicando che lo stesso abbia la sensibilità di dimettersi per fare chiarezza sull’episodio e restituire all’amministrazione la serenità compromessa”.

IL COMMENTO – Quanto accaduto è di una gravità estrema, a prescindere dal lavoro che dovrà compiere la Magistratura e fatto salvo il diritto di replica e il principio di innocenza fino alla condanna in giudizio (e a tal proposito sarebbe anche interessante sapere se gli autori del video hanno provveduto celermente a consegnarlo ai Giudici o hanno preferito dare precedenza alla spettacolarizzazione televisiva dello scandalo). E’ di una gravità estrema perché offende e danneggia una pluralità di interessi collettivi e di persone.

Offende innanzitutto i giovani, quelli che studiano, che cercano di affermarsi con i sacrifici o che sono in cerca di lavoro, in un territorio dove il dramma della disoccupazione si lega, purtroppo, inevitabilmente al ricatto, al sopruso e talvolta anche alla truffa.

Offende i cittadini onesti, che vorrebbero avere fiducia negli uomini in divisa e nel corpo della Guardia di Finanza, preposto a combattere i reati fiscali, che invece vede pregiudicata la propria credibilità per i gravi sospetti sui metodi di reclutamento, così strutturalmente poggiati sulle fracide fondamenta della corruzione.

Offende la città di Pozzuoli, dove pare che gli “inviati” di alcuni programmi televisivi abbiano ormai “messo tenda”, e che meriterebbe di essere sotto i riflettori anche per incoraggiare il difficile percorso intrapreso nel recupero della propria identità e del senso di comunità.

Offende la Democrazia, perché una delle persone coinvolte è un consigliere comunale, un rappresentante delle Istituzioni, del cui generale e indiscriminato indebolimento possono trarne vantaggio solo i disfattisti e i qualunquisti, così di moda e pericolosi di questi tempi.

Un solo augurio (e un impegno): che questo senso di offesa e di indignazione non svanisca in una rassegnata presa d’atto del marciume, ma si traduca in un consapevole e compatto rifiuto di certe metodologie clientelari che danneggiano tutti, nessuno escluso.

AGGIORNAMENTO (SABATO 17 MAGGIO) / Il consigliere comunale Ciro Del Giudice ha rotto il suo silenzio dopo 48 ore e ha inviato questa lettera, indirizzata al Sindaco di Pozzuoli, al Presidente del gruppo consiliare del Pd e al segretario del Pd di Pozzuoli, che riportiamo integralmente per dovere di cronaca.

“Ho avuto bisogno di alcune ore per poter recuperare la necessaria lucidità intellettuale, letteralmente sconquassata dal giudizio sommario di giornalisti privi di ogni scrupolo, ormai completamente disinteressati dei devastanti effetti prodotti dalla divulgazione di notizie afferenti addebiti gravissimi. Accuse che, evidentemente, avrebbero meritato maggior approfondimento e cautela prima di essere diffuse nelle eclatanti modalità adottate dalle IENE.

Se per un verso i cacciatori di scoop sono animatati dalla esigenza di vendere la notizia a tutti i costi, ho trovato davvero ingiusta e mortificante, tenuto conto del patrimonio culturale del nostro partito e dei nostri rapporti personali, la vostra decisione di assecondare il giudizio sommario espresso dal sig. Pellazza sul mio conto: “abbiamo pizzicato con le mani nella marmellata un consigliere, Ciro Del Giudice … Ciro Del Giudice assieme ad un’altra persona si farebbe dare da 25.000 a 50.000 euro per fare entrare delle persone nella guardia di finanza, prima nell’esercito e poi nella Guardia di Finanza”, senza aver avvertito l’elementare esigenza di chiedermi conto del contenuto del filmato che è stato fatto visionare al Sindaco. Tanto che appena poche ore dopo la divulgazione della notizia da parte delle IENE è stata decretata la mia espulsione dal Partito, e richieste le mie dimissioni da consigliere comunale.

Ebbene, a dispetto del vostro convincimento e di quanto si è voluto far apparire sulla base di una artificiosa ed ignobile ricostruzione della vicenda, posso assicurarvi la mia completa estraneità alle accuse che il sig. Pellazza ha formulato ai miei danni. Ed infatti, non ho alcun dubbio di poter dimostrare a breve di essere stato l’inconsapevole strumento della criminale iniziativa di una persona, che ha ritenuto di poter approfittare della mia fiducia ed amicizia, nei cui confronti non avrò scrupolo di assumere tutte le più opportune iniziative a mia tutela.

Ciò posto, pur comprendendo il disagio manifestato dal Sindaco, evidentemente condizionato dalla determinazione di evitare qualsiasi sospetto sul proficuo operato che l’amministrazione sta svolgendo nell’interesse della città, allo stato, in assenza di formali contestazioni ai miei danni, le mie dimissioni rappresenterebbero una amara sconfitta soprattutto per chi ha ritenuto di gratificarmi con il suo voto.

In ogni caso, convinto che la dimostrazione della mia estraneità alle accuse potrà rappresentare motivo di sollievo non solo personale ma per la comunità tutta, al fine di evitare ogni sospetto sul serio lavoro che si sta realizzando da quando ha avuto inizio l’ultima consiliatura, vi informo che a decorrere da oggi e fino a quando non si farà chiarezza sui fatti che mi sono stati addebitati mi asterrò dallo svolgere attività istituzionale.” (Ciro Del Giudice)

Scritto da Dario Chiocca


Classe '78, è tra i fondatori de L'Iniziativa, di cui è presidente. Puteolano, è cresciuto nel quartiere di Monterusciello, dove risiede. Laureato in Giurisprudenza, impegnato da sempre sulle questioni sociali, anche nei movimenti studenteschi e nelle organizzazioni sindacali, dal 2010 è avvocato presso il Foro di Napoli e svolge la sua attività professionale nel campo nel diritto civile e del lavoro. In ambito di normativa del lavoro, si occupa inoltre di formazione.