Lunedì 20 alle ore 15.00 il Consiglio comunale di Pozzuoli è chiamato ad esprimersi, tra i vari punti all’o.d.g., sull’acquisizione dell’immobile “ex cinema/teatro Toledo in via Pergolesi”. Più precisamente, ai consiglieri viene chiesto di approvare “la proposta di autorizzazione al Sindaco a produrre apposita istanza per la partecipazione alla vendita senza incanto per l’acquisto della struttura, delegandolo al fine di garantire l’assoluta segretezza (…) a predisporre apposita offerta economica”. Stiamo parlando, quindi, di un passaggio formale ed istituzionale per dotare finalmente la città di Pozzuoli, e più in generale i Campi Flegrei, di un teatro comunale. Un segnale importante, che prova a concretizzare i propositi di fare della città flegrea una città della cultura. O almeno incamminarsi in tal senso.
Il costo complessivo dell’operazione di acquisto potrebbe essere, secondo fonti e stime ufficiose, di alcune centinaia di migliaia di euro, probabilmente circa 300. Corre l’obbligo, per chi ha evidenziato negli ultimi anni l’esigenza di compiere questo passo, fare alcune precisazioni e osservazioni. Ben venga l’individuazione e l’acquisizione al patrimonio comunale di un immobile da adibire a teatro, ma guai a lasciare questa operazione fine a se stessa, senza farla seguire da un progetto complessivo a lunga scadenza.
Proviamo ad essere più chiari, questione numero uno: l’acquisto sarà sicuramente vantaggioso in termini di prezzi di mercato, ma dopo? Per la ristrutturazione e la trasformazione in teatro occorreranno fondi (pubblici) che è bene reperire e individuare fin da ora, per evitare di ritrovarci tra qualche anno con una nuova “cattedrale nel deserto”;
Questione numero due: il Comune avrà a disposizione un immobile, come e con quali partners intende gestirlo? Direttamente? Mediante concessione a privati tramite bando ad evidenza pubblica? Con una fondazione di scopo? Sono tutte ipotesi che possono essere valutate senza pregiudizi e preclusioni, purchè se ne discuta e lo si faccia ora, contestualmente all’acquisizione;
Questione numero tre: l’immobile individuato dall’amministrazione locale è adiacente al complesso culturale di Palazzo Toledo. Ottima scelta. Certo, potevano essere preferite, almeno in una fase iniziale che non escludesse soluzioni successive più ambiziose, altre strutture pubbliche o nella disponibilità comunale come l’ex Chiesa sconsacrata del Purgatorio, ma l’importante è che il teatro sia legato, dal punto di vista di immagine e anche fisico, al processo di rinascita culturale che oggi vede alcuni punti di riferimento nei locali della biblioteca, frequentati da centinaia di studenti, e in Palazzo Migliaresi, già sede di numerosi eventi ed iniziative aperti al pubblico. L’obiettivo, infatti, deve essere quello di fare del centro storico il luogo di una “movida sostenibile”, con elementi di attrazione culturale che affianchino quelli già esistenti al tempo libero.
GUARDARE AL FUTURO – Infine, va affrontato il tema della programmazione e dell’offerta culturale. Con quali contenuti intendiamo riempire questo futuro teatro? Che tipo di spettacoli vanno fatti? E’ possibile far coesistere momenti professionali con fruizioni più amatoriali? Ci sarà spazio per le numerosissime risorse umane del territorio? Sono tutti aspetti sui quali l’assessorato alla Cultura della città deve esprimersi, prendere posizione ed elaborare un indirizzo forte dialogando con gli operatori del settore. Perché disporre domani di una ferrari, senza conoscere il profilo dei piloti e soprattutto la destinazione finale, rischia di essere un investimento a metà, quindi a vuoto. E non è un discorso troppo lontano nel tempo, considerando che dal prossimo anno (almeno questo è l’augurio) dovrebbe essere finalmente consegnata e resa disponibile la nuova area spettacoli di Villa Avellino, risultato dei lavori finanziati dal progetto PIU Europa, mentre a Bacoli è già stata aperta al pubblico l’area, sempre all’aperto, di Villa ferretti, bene confiscato alla camorra.
Il deficit di programmazione culturale sul territorio, del resto, esiste e fa sicuramente i conti con le difficoltà di bilancio, ma non può essere considerato lungimirante passare da una elargizione di fondi senza indirizzo (per eventi slegati tra loro), ad un avviso pubblico di idee indetto a febbraio e rimasto ad oggi senza esito perché privo di alcun sostegno economico.
Fare teatro, musica o arte non risponde solo ad un bisogno espressivo. L’industria culturale genera indotto economico per numerose figure e tipologie professionali e contribuisce allo sviluppo del territorio, a beneficio di tutti. Non sempre è stato semplice far comprendere questo messaggio, ma il voto previsto in Consiglio comunale per consentire l’acquisto dell’immobile in via Pergolesi è l’occasione per riproporre questo tema a tutti, rappresentanti istituzionali e cittadini.