Neanche l’emergenza rifiuti, Gomorra (libro e film) e le continue minacce di discarica ha sollevato un polverone come fatto dalle dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone. Eppure nelle rivelazioni dell’ex personaggio di spicco dei Casalesi non ci sono grosse novità. Che quel territorio, controllato dal suo clan criminale di appartenenza e dai confini delimitati “dal basso Lazio fino a Pozzuoli” fosse stato violentato e talvolta compromesso è fatto notorio. Andrebbe piuttosto capito perchè uno dei principali responsabili di quello scempio infame abbia deciso di lanciare questo appello pubblico, visto che è impensabile individuare l’amore per la propria terra tra le motivazioni.
La tragedia consumata in particolare sulla striscia di venti chilometri quadrati (area Resit, circoscritta a Giugliano) è paragonabile, in assenza di interventi, ad una nuova Chenobyl. Proprio sul fronte degli interventi desta preoccupazioni l’atteggiamento dello Stato, rappresentato dal commissario Mario De Biase. Infatti, secondo alcune dichiarazioni alla stampa del commissario, la bonifica nella zona della Resit è “impensabile” per fattori economici e lavorativi. Possibile che l’esigenza di tutelare la salute dei cittadini e di salvaguardare l’ambiente si arrenda alle esigenze di bilancio? A quanto pare sì e si cercherà solo di riparare al guaio impedendo con otto pozzi nuove perdite di percolato e biogas (costo dell’operazione 6 milioni e mezzo). Da terre avvelenate nascono prodotti avvelenati, penserebbe chiunque. Non secondo le dichiarazioni del commissario che al contempo però rimarca l’esigenza di convertire le terre coltivate in boschi. Un fatto è evidente: c’é bisogno di chiarezza da parte dell Istituzioni. A tutti i livelli, compresi quelli locali, responsabili per legge della salute delle loro comunità. Quella chiarezza che si legge nel rapporto del progetto Sentieri che ha evidenziato la forte correlazione tra rifiuti e malattie gravi, per lungo tempo coperte da frasi di circostanza e da provocazioni (in molti rinvenivano nello stile di vita la causa di tutto). Chiarezza che si esprime nella effettuazione dei registri dei tumori. Trasparenza che si deve ottenere con la pubblicazione delle confessioni di Schiavone e col ripristino delle misure di controllo del traffico rifiuti (l’anno scorso è stato tagliato il Sistri).
Misure e limpidezza chieste a gran voce anche dai cittadini che scendono in campo, come nel caso del corteo organizzato da Acli Dicearchia e all’Osservatorio per la tutela della salute e dell’ambiente, che ha fatto sfilare centinaia di persone per le strade di Pozzuoli sabato 21 settembre, con una fiaccolata dal Carmine al lungomare di Via Napoli, ancora una volta senza rappresentanti istituzionali. Una manifestazione che arriva dopo quelle già tenute contro la previsione dell’inceneritore ad Aversa e ad Acerra. Tra le rivendicazioni gridate dal presidente dell’Osservatorio Ciro Di Francia c’è anche l’inasprimento delle pene per reati ambientali e la dotazione di bioscanner, strumenti essenziali per individuare i tumori in fase primordiale. Bonifica, verità e trasparenza, insomma, per restituire un futuro pulito a questo territorio violentato dall’ecomafia.