Informazioni in tempo reale dal sottosuolo dei Campi Flegrei. Uno studio a firma di INGV, pubblicato su Geophysical Research Letters, illustra un nuovo metodo per interpretare i segnali registrati dalle reti di monitoraggio vulcanico e comprendere i processi comuni a molti sistemi vulcanici.
Lo studio si basa sul fenomeno del mixing, comune a molti sistemi vulcanici, tra cui i Campi Flegrei. Il processo si verifica quando un magma ricco in gas, proveniente da grandi profondità (8-15 km), raggiunge una camera magmatica più superficiale, priva di gas, dove si mescola con il magma già presente. Il mixing tra magmi potrebbe preludere o causare un eruzione, come emerge dalle tracce lasciate nei materiale eruttati.
“Questa ricerca”, spiega Chiara Montagna, ricercatrice INGV, “propone, per la prima volta, un metodo grazie al quale l’interazione tra magmi (mixing) può essere individuato analizzando i movimenti del suolo vulcanico (segnali di deformazione)”. Le dinamiche del mixing sono state oggetto di simulazioni, le quali sono state confrontate con osservazioni reali della deformazione del suolo. Il confronto ha evidenziato numerose similitudini. Grazie a questo sistema, è possibile ricostruire quasi in tempo reale cosa sta succedendo all’interno del vulcano e, dunque, prevedere eventuali cambiamenti. “Tale risultato contribuisce a sostenere l’ipotesi che periodicamente il sistema magmatico superficiale dei Campi Flegrei venga nuovamente alimentato da magmi provenienti da zone più profonde. Questo nuovo metodo potrebbe essere un valido supporto alla valutazione della pericolosità vulcanica dei Campi Flegrei”, conclude la ricercatrice dell’INGV.