Nuove ombre sulla gestione dei fondi pubblici in Campania. Sotto la lente della magistratura, questa volta, è finito il sistema del servizio civile, per fatti risalenti al 2015. Secondo l’accusa mossa dalla Procura di Napoli giovani aspiranti volontari venivano reclutati, inseriti nei progetti del servizio civile e utilizzati per sbloccare finanziamenti europei. In questo modo, i quattrocento euro mensili che lo Stato riserva a chi svolge servizio civile venivano “girati” dai prestanome a una organizzazione accreditata presso la regione Campania, in cambio di una minima parte, un “bonus” di 80 euro elargito in contanti.
La notizia è riportata oggi dalla stampa regionale, dopo le perquisizioni della Guardia di Finanza. L’accusa mossa dal pm Raffaello Falcone, magistrato in forza al pool coordinato dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, è di truffa, e gli indagati al momento sono sette. Secondo l’ipotesi investigativa la «Feder Mediterraneo» viene indicata come il soggetto che si è sostituito nelle attività illegali condotte anni fa dalla associazione «Un’ala di riserva», cancellata dal dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale. Sotto indagine sono il titolare della Feder Mediterraeno Giovanni Oriani, Alfonso De Martino (ex patron di «Un’ala di riserva») e altri presunti soci in affari, tra cui Paolo De Martino (fratello di Alfonso), Vittorio Colurci, indicato come reclutatore di giovani da inserire nelle liste del servizio civile; Tiziana Dente, Aniello Pirozzi e Raffaele Savarese. Uno dei progetti incriminati è quello denominato Sos cultura Vallo di Diano 2010, ma sotto inchiesta ne potrebbero finire molti altri, per un totale di 188 volontari. Ovviamente i diretti interessati avranno la possibilità di difendersi e di dimostrare l’estraneità ai fatti o la liceità dei loro comportamenti nel corso delle indagini e dell’eventuale processo.