Non è difficile trovare nei Campi Flegrei casi di sprechi, cattiva gestione e impegni non mantenuti. Quello del parco urbano attrezzato di Via Vecchia delle Vigne è solo uno dei tanti esempi e i cancelli chiusi di un’area ormai pronta quasi non fanno più notizia. La vicenda, però, è tornata di attualità nell’ultimo anno e mezzo dopo stagioni di disinteresse pressoché totale. Il merito è dell’attuale sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia che durante la campagna elettorale aveva inserito la consegna del primo lotto fra gli impegni per i primi cento giorni di governo. Un modo per porre fine a quello che aveva definito come uno “spreco inaccettabile” dando prova di una politica nuova per Pozzuoli.
Annuncio dopo annuncio, però, i tempi si sono allungati. La consegna al Comune da parte dalla Copin S.p.a. è arrivata solo lo scorso luglio, con quasi un anno di ritardo, ma i cancelli del parco restano ancora chiusi senza che ne venga chiarito il motivo. Ecco allora che la “politica del fare” e lo sbandierato “Si governa”, restano, almeno in questo caso, semplici slogan. A mandarli in crisi non è solo la tempistica, ma anche la mancata chiarezza e trasparenza comunicativa che ha avvolto la vicenda.
Dopo le vaghe promesse elettorali si è tornati a parlare dell’area ad ottobre 2012 in merito al piano traffico. Senza esplicitare il nesso con il parco urbano che l’avrebbe ospitato, si è annunciata l’apertura di lì a poco di un nuovo parcheggio per 57 auto e 8 bus. Anche in questo caso nulla di fatto come per gli annunci del successivo giugno.
La svolta è sembrata arrivare lo scorso 24 luglio, quando l’amministrazione puteolana con un comunicato annunciava: “Consegnato il parco archeologico urbano”. Sono rimasti delusi, però, quanti immaginavano che alla consegna facesse seguito l’apertura, perché di apertura finora non si è parlato. Un annuncio, quindi, che pare ingannevole, proprio come l’utilizzo del termine “archeologico” nel definire il parco. Quello consegnato al comune, infatti, è solo un lotto di un parco attrezzato urbano che nulla ha di archeologico se non la vicinanza con un’altra area ricca di reperti che, però, resta chiusa nonostante le medesime promesse elettorali. Alimentano numerosi dubbi anche le frasi circa “l’intervento di ricomposizione e recupero ambientale dell’area ex Depositi della Marina Militare” in realtà ancora non interessati da lavori. Si parla poi di ulteriori consegne in tempi brevi, ma la vaghezza regna sovrana e i dubbi crescono guardando l’assoluto abbandono in cui versano i terreni circostanti.
Tornano allora alla mente i fastosi progetti del 2008, elaborati per riqualificare l’intera area e ricompensare, se possibile, la cittadinanza dopo lo scempio della variante Solfatara col cosiddetto
“ponte mostro”: un grande spazio verde con parcheggi, piscina coperta, museo, teatro all’aperto, edifici termali e altro ancora. Che fine hanno fatto questi progetti e quali sono i lavori annunciati in quell’area? Ci si attende da parte delle istituzioni una parola chiara riguardo al futuro, ma anche al presente del parco e dell’intera area. Capire perché il lotto consegnato è ancora chiuso e conoscere i tempi della sua apertura, capire quando e in che modo sarà accessibile l’area archeologica antistante. Solo dando risposte certe e trasparenti a tutti questi interrogativi il sindaco e la sua giunta dimostreranno di cogliere la forte domanda di chiarezza che oggi da più parti si rivolge alla politica. Questa è la reale svolta che Pozzuoli attende, questa è la sfida che l’amministrazione Figliolia è chiamata a raccogliere per affrontare in modo diverso le grandi sfide che attendono questo territorio.